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Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti
Da sinistra: Giorgio Maria Leone, Giuseppe Giulietti e Mattia Motta
L'aula del processo Aemilia
Sentenze 31 Ott 2018

Aemilia, 125 condanne in primo grado. Fnsi e Aser: «Grazie ai cronisti che contrastano la mafia»

«La sentenza di oggi non ha potuto che riconoscere le infiltrazioni della cosca 'ndranghetista che si è radicata nel territorio emiliano con gravissime conseguenze sul tessuto economico-sociale e sul lavoro», commenta il sindacato. Parte civile anche l'Ordine dei giornalisti. «I media nazionali non spengano i riflettori su Reggio Emilia e sui focolai di infezione ancora aperti», incalza il presidente Giulietti.

Una delegazione della Federazione nazionale della Stampa italiana e dell'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna composta dal presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, dal componente della segreteria Mattia Motta e dal vicepresidente dell'Aser Giorgio Maria Leone si è recata a Reggio Emilia per ascoltare la lettura della sentenza nell'udienza conclusiva del processo Aemilia contro le infiltrazioni della 'ndrangheta al Nord.

«La sentenza di oggi – rilevano Fnsi e Aser – non ha potuto che riconoscere le infiltrazioni della cosca 'ndranghetista che si è radicata nel territorio emiliano con gravissime conseguenze sul tessuto economico-sociale e sul lavoro. È esattamente quello che hanno anticipato e scritto non pochi cronisti che, per queste ragioni, hanno persino dovuto subire una violenta campagna di aggressioni e di insulti, proprio come è accaduto a Roma nei confronti dei molti cronisti che hanno 'osato' anticipare Mafia Capitale».

Il Sindacato e l'Ordine dei giornalisti sono parte civile «perché – incalzano i rappresentanti dei giornalisti – il malaffare odia la libertà di informazione. Sarebbe meglio ascoltare e leggere gli articoli dei giornalisti, anziché minacciarli con le querele temerarie e le ingiurie dentro e fuori la rete. Fnsi e Aser sono venuti a Reggio Emilia per ringraziare i cronisti, l'associazione Libera, le cittadine e i cittadini che hanno seguito questo processo udienza per udienza e che non hanno mai smesso di contrastare mafie e corruzione».

Ora più che mai, concludono Giulietti, Motta e Leone, «sarà necessario che i media nazionali non spengano i riflettori su Reggio Emilia e sui focolai di infezione ancora aperti».

@fnsisocial

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