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Un momento dell'incontro (Foto: Maria Pia Rossignaud via Facebook)
Iniziative 29 Set 2017

Al Prix Italia un confronto sul futuro dell'editoria. Lorusso: «Sviluppare l'algoritmo del lavoro regolare»

Segretario generale Fnsi e presidente Fieg a confronto sullo stato di salute del settore. «L'informazione tradizionale sopravviverà  solo puntando sulla qualità  e sulla professionalità », dice Costa. «Non si possono ottenere rendendo sempre più precari i lavoratori e calpestando i loro diritti», ribatte il rappresentante del sindacato dei giornalisti.

La transizione non è finita. L'editoria, non soltanto in Italia, è ancora in mezzo al guado. Per questo sono necessari interventi strutturali, anche di carattere pubblico, per assicurare un futuro ad un settore che ha una rilevanza strategica per la tenuta della democrazia. Il presidente della Fieg, Maurizio Costa, e il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ne hanno discusso a Milano nel corso di una tavola rotonda nell'ambito del Prix Italia, organizzata dall'Osservatorio Tuttimedia per la consegna dei premi "Nostalgia di futuro" 2017.

L'incontro, moderato da Derrick de Kerckhove, è stato una riflessione sul futuro dei media in un modo sempre più condizionato dagli algoritmi, dai software, data analyst e dai sentiment analyst, che incidono anche sul lavoro giornalistico, stravolgendone schemi, strutture e organizzazione.

«L'editoria tradizionale – ha detto il presidente della Fieg – deve saper cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica per migliorare i prodotti editoriali. Tuttavia, sono necessari interventi da parte del governo che consentano, per esempio, di riequilibrare il mercato pubblicitario, oggi di fatto monopolizzato dai cosiddetti over the top, che realizzano ricavi anche sull'informazione prodotta dai mezzi di informazione tradizionale. Così si distorce il mercato e si mette a rischio la sopravvivenza delle aziende che investono nel prodotto editoriale».

Secondo Costa, è necessario prevedere forme di tassazione dei ricavi degli over the top: un accordo a livello europeo sarebbe il benvenuto, ma in ogni caso il governo italiano deve fare la propria parte. Il presidente della Fieg non crede alla scomparsa dei media tradizionali. «Il futuro non può che essere la qualità – ha affermato –. La sfida è difficile, la transizione sarà lunga, ma l'informazione tradizionale sopravviverà se saprà sviluppare gli algoritmi della qualità e della professionalità».

Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha spiegato che nella battaglia per la riforma delle leggi di sistema, per la tutela del copyright e per la tassazione dei proventi dei motori di ricerca, giornalisti ed editori non possono che essere alleati e giocare la stessa partita. Lorusso concorda con il presidente della Fieg sulla necessità di puntare su professionalità e qualità. Tuttavia – ha ammonito – «è obiettivamente difficile sviluppare gli algoritmi della professionalità e della qualità perché l'unico algoritmo che gli editori italiani sono riusciti a sviluppare fino ad oggi è quello della precarietà».

Il segretario generale della Fnsi non ha dubbi: «Non si potrà parlare di informazione di qualità come argine al dilagare delle fake news almeno fino a quando la precarietà e il lavoro senza diritti saranno l'elemento distintivo del settore. Per carità, quello delle diseguaglianze sociali ed economiche è un tema che riguarda tutta la società perché è la cifra di questa epoca. Nel mondo dell'informazione, però, precarietà, lavoro senza diritti, sfruttamento e diseguaglianze hanno un rilievo maggiore perché l'informazione svolge un ruolo essenziale per la democrazia. La qualità di una democrazia è direttamente proporzionale alla qualità dell'informazione. Un'informazione di qualità presuppone giornalisti preparati e adeguatamente remunerati. Purtroppo anche nel nostro Paese si è fatta strada un'idea bizzarra, figlia della sharing economy, per cui si possono ottenere prodotti editoriali di qualità rendendo sempre più precari i lavoratori e calpestando i loro diritti. Il presidente Costa ha ragione: il futuro è nella professionalità e nella qualità, ma a patto che si punti a sviluppare l'algoritmo del lavoro regolare».

@fnsisocial

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