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Il presidio sotto la sede della Cgil a Roma all'indomani dell'assalto del 9 ottobre 2021
Sentenze 11 Lug 2022

Assalto alla Cgil, prime sei condanne a Roma. Soddisfatto il segretario Landini

Al termine di un processo svolto con rito abbreviato, il gup ha inflitto pene tra i 6 anni e i 4 anni e mezzo. «Bene che il giudice abbia accolto la richiesta di qualificare quanto accaduto come reato di devastazione. Sappiamo che questa decisione sarà  oggetto di appello, continueremo a richiedere giustizia», commenta il leader della Confederazione.

Prime sei condanne per l'assalto alla Cgil avvenuto nell'ottobre 2021 a Roma a margine di una manifestazione contro il Green Pass. Il gup, al termine di un processo svolto con rito abbreviato, ha inflitto condanne tra i 6 anni e 4 anni e mezzo.

In particolare sei anni sono stati inflitti a Fabio Corradetti figlio della compagna del leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Massimiliano Ursino, leader palermitano di Fn. Accolto l'impianto accusatorio del pm Gianfederica Dito che contesta i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale aggravata.

«Le condanne sono il frutto del lavoro della Procura della Repubblica, cui va il plauso della nostra organizzazione per l'impegno profuso. Al di là delle singole posizioni e delle pene comminate dal Tribunale, siamo anche particolarmente soddisfatti che il giudice abbia accolto la richiesta di qualificare quanto accaduto come reato di devastazione, in quanto, in questo modo, si è accertata l'estrema gravità delle azioni e dei comportamenti compiuti dagli imputati a danno della Cgil», commenta il leader della Cgil, Maurizio Landini.

«Sappiamo – aggiunge – che questa decisione sarà oggetto di appello e che vi sono in corso altri processi per l'assalto nei confronti di altri soggetti, tra i quali quello che vede imputati i vertici di Forza Nuova, dove è contestata anche l'accusa ad alcuni di aver istigato all'assalto i manifestanti; in tutti questi la Cgil si è costituita parte civile e continuerà a richiedere giustizia in nome delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese».

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