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Sindacato dei giornalisti della Calabria
Associazioni 05 Set 2016

Calabria, il Sindacato dei giornalisti ai colleghi: «Segnalate gli editori che sfruttano e non pagano»

«Gli editori che sfruttano e non pagano i giornalisti rovinano i lavoratori e le aziende sane». È il monito del Sindacato giornalisti della Calabria ai colleghi ribadito in un ordine del giorno con il quale il Consiglio direttivo dell'Assostampa rinnova l'appello a segnalare testate che non pagano stipendi e contributi, editori che offrono compensi offensivi della dignità  e della professionalità  di chi lavora, situazioni di ricatto e di finto lavoro autonomo.

«Gli editori che sfruttano e non pagano i giornalisti rovinano i lavoratori e le aziende sane». È il monito del Sindacato dei giornalisti della Calabria ai colleghi, ribadito in un ordine del giorno, approvato all’unanimità nell’ultima riunione del Consiglio direttivo, con il quale i vertici dell’Associazione regionale di stampa «nel rinnovare il proprio, incondizionato, impegno al fianco di tutti i colleghi che subiscono inammissibili condizioni di sfruttamento», rinnovano l’appello a «continuare a segnalare giornali, emittenti radiotelevisive, testate online, uffici stampa, che non pagano stipendi e contributi; editori che offrono compensi offensivi della dignità e della professionalità di chi lavora; situazioni di ricatto, pretestuose contestazioni disciplinari, situazioni lavorative regolate da contratti capestro o da dipendenti, ma con contratti mascherati da lavoro autonomo».

Come ricorda sul sito Giornalistitalia.it il segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi: «L’annuncio di nuove iniziative editoriali, nuove trasmissioni televisive, nuove testate online non deve indurre a credere che nuove opportunità di lavoro e nuovi spazi di democrazia si materializzino improvvisamente in Calabria creando occupazione e informazione di qualità».

Il Consiglio direttivo del Sindacato della Calabria rinnova quindi un appello alle Istituzioni «affinché impediscano il perpetrarsi di truffe messe in atto per accaparrarsi quel che resta dei contributi pubblici all’editoria e all’emittenza attraverso gli artifici più disparati. A cominciare dai Durc, che non possono continuare ad essere soltanto contributivi, ma che devono essere anche retributivi per evitare che i soliti furbi paghino i contributi senza pagare gli stipendi, incassino le provvidenze e continuino a non pagare i dipendenti. Situazioni, queste, che distruggono l’editoria seria e sana a causa della concorrenza sleale messa in atto da quanti, fuori dalle regole, si accaparrano cospicue quote pubblicitarie».

Ben vengano, dunque, tutte le iniziative editoriali possibili, «ma nel pieno rispetto delle regole, delle leggi e, soprattutto – rileva ancora Parisi – della dignità umana e professionale dei giornalisti e della libera concorrenza, che non può e non deve tradursi in concorrenza sleale nei confronti delle aziende che, con sacrifici enormi e in tempo di grave crisi, fanno quotidianamente i salti mortali per garantire stipendi e contributi e pagare i fornitori».

Sempre nell’ultima riunione, il Consiglio direttivo del Sindacato Giornalisti della Calabria ha inoltre censurato «l’uso strumentale che alcuni media fanno, manipolando la verità o orchestrando autentiche campagne diffamatorie o anche solo semplicemente finalizzate a tentare di condizionare l’opinione pubblica, il tutto con l’aggravante di arrogarsi il diritto di “fare informazione”», impegnando, quindi, il segretario Carlo Parisi e la Giunta esecutiva a «promuovere ad ogni livello ogni iniziativa utile a sostenere giornalisti e giornali seriamente impegnati a garantire alla Calabria informazione di qualità nel pieno rispetto della libertà di stampa, della dignità umana e professionale e della concorrenza leale».

@fnsisocial

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