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CAPUT MONTI. Dal governo tecnico alla Repubblica di Re Giorgio

Rodolfo Ruocco

Caput Monti è la storia, tappa per tappa, del collasso e della morte della Seconda Repubblica. Di fronte all'incapacità dei partiti di dare una risposta ai gravi problemi del Paese , Napolitano prima ha dato vita al governo tecnico di Monti (novembre 2011) e poi a quello politico di Letta (aprile 2013).

Entrambi, però, sono "governi del presidente" (cioè decisi dal capo dello Stato di fronte alla paralisi dei partiti delegittimati) e sostenuti da una grande coalizione, cioè una maggioranza ampia formata da partiti che per vent'anni erano combattuti frontalmente in nome del berlusconismo e dell'anti berlusconismo.

Napolitano, cioè, ha costretto i partiti del centrodestra, del centrosinistra e montiani, ad un'intesa per affrontare l'emergenza economica e della disoccupazione (come era già successo con l'esecutivo tecnico di Monti), forzando di fatto anche il perimetro delle sue competenze costituzionali, per svolgere un ruolo di supplenza politico. Di fatto l'Italia, da Repubblica parlamentare, è scivolata nel presidenzialismo.

La Seconda Repubblica è morta a febbraio, nelle elezioni politiche, quando Grillo. Praticamente dal nulla, ha portato il M5S al 25% dei voti, divenendo il primo partito italiano. Un fatto senza precedenti, spia della gravissima crisi italiana e di una forte protesta sociale non più canalizzata dai partiti tradizionali.

Ora stiamo assistendo alla travagliata nascita della Terza Repubblica, dopo il fallimento della Seconda, maggioritaria e bipolare. E' una nuova travagliata transizione politica che vede della lotta tra comici, tecnici, poteri forti finanziari italiani ed internazionali, magistrati e ciò che resta dei partiti ridotti allo stremo. I protagonisti rimasti in campo sono La lotta perla Terza Repubblica e tra Napolitano, rieletto per la seconda volta al Quirinale perché i partiti non sono riusciti a trovare un successore, Lord Protettore del governo Letta e Beppe Grillo, l'ex comico in discesa di consensi per il populismo autoritario che nega perfino la democrazia interna del M5S. I partiti, dal Pd al Pdl, sono azzerati: il primo è nel caos (la leadership è contesta tra Epifani, Bersani, Letta, Renzi), il secondo è in coma per i colpi giudiziari ricevuti da Berlusconi che, finora, è riuscito a resistere. Gli altri protagonisti della Seconda Repubblica sono stati cancellati: Di Pietro, Bossi, Rutelli, Fini, Casini, Bertinotti, Prodi, Boselli. Rimangono in piedi ma sono ammaccati D'Alema, Veltroni e lo stesso Berlusconi.

L'Italia vive una gravissima crisi insieme politica, economica, sociale e morale. Si tratta di una miscela esplosiva che rischia di mettere in discussione la stessa tenuta della democrazia italiana. E' una vicenda che ricorda, come scrivo in Caput Monti, la crisi della Repubblica di Weimar del 1932 e quella francese del 1958. Anche allora si fece ricorso a due anziani presidenti della Repubblica per affrontare l'emergenza: in Germania si puntò sul generale von Hindenburg e in Francia sul generale de Gaulle. Il primo non riuscì a contrastare Hitler e la Germania finì nel baratro del nazismo e il secondo riuscì a salvare la democrazia in Francia. Speriamo che Napolitano emuli de Gaulle.

Rodolfo Ruocco, giornalista parlamentare dal 1986, oggi in forza a Televideo Rai, ha lavorato a Tg2, Giorno e Avanti!.

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