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Carta di Roma 15 Dic 2015

Carta di Roma, presentato alla Camera il Rapporto "Notizie di confine"

Presentato a Montecitorio, alla presenza della presidente Boldrini, il terzo Rapporto di Carta di Roma “Notizie di confine”: l’analisi di come i media italiani hanno trattato i temi dell’accoglienza, delle migrazioni e dell’emergenza profughi vissuta quest’anno in Europa. Rapporto che riserva qualche sorpresa ai lettori. Il link al testo integrale da scaricare.

Presentato a Montecitorio, alla presenza della presidente Boldrini, il terzo Rapporto di Carta di Roma “Notizie di confine”: l’analisi di come i media italiani hanno trattato i temi dell’accoglienza, delle migrazioni e dell’emergenza profughi vissuta quest’anno in Europa. Rapporto che riserva qualche sorpresa ai lettori. Il link al testo integrale da scaricare.

“Gli italiani, cioè i nostri lettori e ascoltatori, hanno idee molto confuse sull’immigrazione”, scrive Giovanni Maria Bellu, presidente dell’Associazione Carta di Roma, introducendo “Notizie di confine”, terzo Rapporto Carta di Roma, curato dall’Osservatorio europeo per la sicurezza, presentato oggi a Roma.
Rapporto che mette in luce una realtà forse mediata male, nonostante il 2015 rappresenti, come recita il materiale illustrato questa mattina a Montecitorio “un anno significativo per la visibilità del tema dell’immigrazione, con un incremento di notizie che va dal 70 al 180% sui quotidiani e con un record di servizi nei tg nazionali prime time: 3.437, il numero più alto registrato negli ultimi 11 anni”.
L’immigrazione ha avuto visibilità continua sia sulla carta stampata che in televisione, con picchi di attenzione in corrispondenza di particolari avvenimenti: in queste occasioni  i quotidiani hanno dedicato all’argomento una media di 4/5 titoli al giorno in prima pagina, mentre per i telegiornali si contano circa 7 notizie per edizione.
“Alla crescita esponenziale di visibilità televisiva del tema immigrazione – prosegue il Rapporto – non ha corrisposto un aumento della paura e dell’insicurezza nei confronti di migranti e profughi. È l’accoglienza il tema attorno al quale ruota la maggior parte della comunicazione sull’immigrazione”.
Oltre la metà dei titoli analizzati sui quotidiani (55%) contiene un riferimento alla gestione (e all’emergenza) degli arrivi di migranti e profughi; a differenza degli anni passati, tuttavia, quella del 2015 è una comunicazione di “confine” in cui entrano in modo significativo l’Unione europea e gli altri paesi europei: il muro in Ungheria, le “interminabili” file alle frontiere, Calais, l’euro-tunnel e ancora i vertici politici e tutte le questioni legate alle quote.
Anche nei telegiornali l’accoglienza è in cima all’agenda (55%), seguita dalla cronaca degli sbarchi (24%) e dalla criminalità e sicurezza (23%), con un’enfasi narrativa in chiave emergenziale correlata principalmente ai flussi migratori, all’accoglienza nelle città italiane, agli eventuali rischi sanitari e al timore di attentati terroristici. “Nei telegiornali – recita ancora il Rapporto – il tono della comunicazione diventa allarmistico e sensazionalistico soprattutto in concomitanza dei picchi di attenzione, con immagini del degrado delle città per le concentrazioni di migranti in attesa di una destinazione, con racconti di centinaia, migliaia di arrivi sulle nostre coste, con il problema della distribuzione degli aiuti”.
Nei quotidiani il tono dei titoli analizzati è allarmistico nel 47% dei casi: si tratta spesso di evocazioni negative, alcune volte si tematizza la preoccupazione per le tragedie e le sofferenze di profughi e migranti e, mentre vi è un incremento della visibilità del binomio terrorismo-immigrazione, si segnala una diminuzione della visibilità della criminalità comune associata all’immigrazione.
Migranti e profughi, infine, hanno voce nel 7% dei servizi, rappresentanti di associazioni e organizzazioni umanitarie, medici, esponenti delle forze dell’ordine sono presenti nel 5%, e se i migranti hanno voce per lo più in relazione all’accoglienza (40%), i rappresentanti della comunità rom, invece, intervengono nel 65% dei casi in relazione a fatti di criminalità e di ordine pubblico.
Chi volesse approfondire, infine, trova qui il testo completo del rapporto.

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