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La sede di Mondadori a Segrate
Vertenze 20 Nov 2018

Comportamento antisindacale, l'Alg contro Mondadori e La Verità  per la cessione di Panorama

«Questa operazione noi l'abbiamo respinta e, ora, la denunciamo. Anche perché è discutibile il fatto stesso che si tratti di una effettiva cessione di ramo d'azienda: si potrebbe configurare invece un utilizzo improprio di questo strumento», spiega l'Assostampa.

L'Associazione Lombarda dei Giornalisti ha depositato il ricorso ex art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, condotta antisindacale, contro le società editrici Mondadori e La Verità per la cessione della testata Panorama e dei suoi 24 giornalisti. «Lo abbiamo detto fin dall'inizio e lo abbiamo fatto. Non è possibile, a nostro avviso, eludere la legge sul trasferimento di ramo d'azienda costringendo i lavoratori a tagliarsi lo stipendio appena prima di essere ceduti. Una vera e propria vendita ai saldi, che stravolge lo spirito della norma, creata a tutela dei lavoratori i quali devono passare da una società all'altra mantenendo intatti i loro diritti e il loro stipendio», spiega in una nota il sindacato regionale.

«La norma sul trasferimento di ramo d'azienda – prosegue l'Alg – prevede che il sindacato possa chiedere e abbia chiare tutte le condizioni del trasferimento per assicurarsi che il lavoratore venga garantito in pieno. Così non è stato per il tavolo Mondadori/La Verità: nei documenti forniti al sindacato si parlava di clausole sospensive, al verificarsi delle quali, e solo se si fossero effettivamente verificate, sarebbe avvenuto il passaggio».

Queste clausole, come Alg e Fnsi hanno denunciato fin dall'inizio della procedura, «non potevano non essere ufficializzate: o da subito o nel corso degli incontri formali. Cosa che, al contrario, non è mai avvenuta. Clausole fondamentali – incalza il sindacato – per permettere una corretta valutazione a tutela dei lavoratori. Perché riguardavano il taglio del costo del lavoro ritenuto necessario per dar corso all'operazione. E mai sono stati esplicitati i criteri vincolanti che determinavano l'avverarsi delle condizioni per l'ok alla cessione: numero di lavoratori necessariamente coinvolti, entità dei tagli di stipendio e di costo del lavoro, numero di lavoratori non disponibili a ridursi lo stipendio… Con l'aggravante che chi ha deciso cosa e quanto tagliare è chi ha comprato, cioè La Verità, ma chi si è assunto l'onere di operare i tagli è stato chi ha venduto, cioè Mondadori. In uno scambio di responsabilità ambiguo e inaccettabile».

Per l'Alg, «i principi violati da Mondadori e da La Verità nella cessione di testata sono tanti e non possono essere ignorati. Per questo la procedura di trasferimento di Panorama a La Verità non è stata accompagnata da alcun accordo sindacale. Questa cessione noi l'abbiamo respinta e, ora, la denunciamo. Anche perché è discutibile il fatto stesso che si tratti di una effettiva cessione di ramo d'azienda: si potrebbe configurare invece un utilizzo improprio di questo strumento, finalizzato solo a ridurre il personale e a tagliare le retribuzioni. Di più. Chiediamo che un Tribunale faccia chiaramente luce sulle condizioni e sui contorni dell'operazione. Che la magistratura giudichi se sono leciti, nel rispetto delle norme di tutela dei lavoratori in vigore, i comportamenti tenuti dalle due società nella compravendita di Panorama. Per noi è una vendita 'ai saldi' di giornalisti costretti all'ultimo minuto a tagliarsi lo stipendio per poter essere venduti sotto il ricatto (questo sì esplicitato ai tavoli) di un 'altrimenti entro il 2019 chiudiamo la testata'».

Questo ricorso, conclude l'Assostampa, «che abbiamo depositato tramite lo Studio Legale Fezzi, Borali, Chiusolo di Milano, non interessa solo i colleghi di Panorama o i colleghi di Mondadori. Per la gravità di quello che è successo e per il precedente che può creare, interessa tutto il mondo del lavoro, giornalistico e non, in Italia».

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