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Associazioni 10 Giu 2005

Dal bollettino di Lsdi: Rose rosse per Biagi da Schienedritte Rai

Cinquanta rose rosse sono state consegnate ier sera dai giornalisti della rete "schienadritta" a Enzo Biagi, l'uomo diventato ormai - secondo la rete - ''un simbolo della libertà di informazione, che continua a subire attacchi virulenti per la sua indipendenza e il suo non asservimento ai poteri.

Cinquanta rose rosse sono state consegnate ier sera dai giornalisti della rete "schienadritta" a Enzo Biagi, l'uomo diventato ormai - secondo la rete - ''un simbolo della libertà di informazione, che continua a subire attacchi virulenti per la sua indipendenza e il suo non asservimento ai poteri.

Su www.lsdi.it 10-06-2005 - L' omaggio a ''un simbolo della libertà di informazione'' nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rinnovato l' invito ai rappresentanti dell' informazione a difendere libertà e pluralismo e a tenere la schiena dritta. Cinquanta rose rosse sono state consegnate ier sera dai giornalisti della rete "schienadritta" a Enzo Biagi, l'uomo diventato ormai - secondo la rete - ''un simbolo della libertà di informazione, che continua a subire attacchi virulenti per la sua indipendenza e il suo non asservimento ai poteri. Un omaggio - spiega una nota di 'schienedritte' -, ma anche un impegno a condurre insieme la battaglia perché lui e tanti altri tornino ad avere voce nel nostro Paese, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rinnovato l'invito ai rappresentanti dell' informazione a difendere libertà e pluralismo e a tenere la schiena dritta. Le voci del gruppo - a cui in pochi giorni hanno aderito un centinaiodi giornalisti del servizio pubblico - sono su www.schienadritta.it. Riccardo Chartroux, uno dei fondatori, e per ora coordinatore e moderatore unico del gruppo - schienedritte@yahoogroups.com -, spiega: Cosa spinge un gruppo di giornalisti che lavorano in Rai a mettersi insieme, a darsi collettivamente un nome che è uno slogan, cosa c’è dietro quando all’idea di pochi si associano in tanti, famosi e sconosciuti, affermati e alle prime armi?Poche semplici cose. Il disagio innanzitutto, il disagio che in tanti proviamo ogni giorno. Guardiamo i nostri programmi e i nostri telegiornali, ascoltiamo i nostri giornali radio e ci diciamo: così non va. Non è solo una questione di quanti secondi parlano il politico che ci piace e quello che ci piace meno. Il ruolo degli inviati vissuto sempre più con fastidio, l’utilizzo padronale di contratti a termine e colleghi ricattabili e ricattati, lo stravolgimento della gerarchia delle notizie, la sudditanza rispetto ai circuiti istituzionali delle notizie: agenzie, uffici stampa, soggetti forti capaci di imporre l’agenda del giorno e ancora le grandi agenzie internazionali che ormai fanno la gran parte delle nostre pagine esteri e ci impongono il loro racconto del mondo. Si potrebbe fare un convegno di parecchi giorni solo per descrivere la decadenza del nostro mestiere, e forse lo faremo. e aggiunge: Schiena dritta vuol dire quindi, per cominciare, alcuni semplici sì e no. Sì alle notizie, no alla loro manipolazione a fini personali e di parte. Sì al racconto dell’Italia e del mondo, no alle rappresentazioni di comodo, sì al mondo reale e no al pluralismo fatto di verità contrapposte che si legittimano solo per il potere cui fanno riferimento. I tecnici ci dicono che un giorno la grande rete integrata globale metterà tutti sullo stesso piano, e il racconto di Enzo Biagi varrà quanto quello di qualsiasi blog, e che la moltiplicazione delle voci ci darà il pluralismo e la libertà. Non credo che sia così, credo alla funzione sociale di una categoria professionale il cui lavoro è raccontare e garantire credibilità. E condizione essenziale perché questa categoria sopravviva è che sappia dimostrare, appunto, di avere la schiena dritta.

@fnsisocial

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