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Cpo-Fnsi 24 Feb 2006

Donne, clandestine a bordo della barca del potere Rosa Quote arruolata fra le giornaliste

Le donne sono metà del Paese, ma sembrano clandestine ai vertici del potere. Di tutti i poteri. A sessant’anni dalla conquista del diritto di voto, in pochissime vengono messe in condizione di venire elette nelle istituzioni e negli organismi di rappresentanza.

Le donne sono metà del Paese, ma sembrano clandestine ai vertici del potere. Di tutti i poteri. A sessant’anni dalla conquista del diritto di voto, in pochissime vengono messe in condizione di venire elette nelle istituzioni e negli organismi di rappresentanza.

Non diversamente accade ai vertici dei luoghi di lavoro, presidiati da uomini coesi nel difendere tanto il proprio interesse quanto un’organizzazione ad esso funzionale. Peggio che in altre professioni va nel mondo del giornalismo, con l’aggravante di fornire sulla società un’informazione strabica. Le giornaliste si battono da anni, con una tenacia indifferente alle difficoltà, per un riequilibrio della rappresentanza ai vertici della categoria e delle redazioni. Lo slogan della Cpo/Fnsi (Commissione pari opportunità della Federazione nazionale della stampa italiana) ,“ tante quanti”, da oltre due anni viene riproposto a tutti i consigli ed i convegni , riuscendo a farsi strada in qualche statuto e in alcune testate. Una consapevolezza sempre più diffusa che infatti ha trovato corposa visibilità nella manifestazione del 14 gennaio a Milano - “Usciamo dal silenzio” -, non a caso promossa in prevalenza da giornaliste. Una battaglia di retroguardia, quella per le cosiddette “quote rosa”? Pazienza, ma lo strumento è semplice, funziona e persino la logica spartitoria maschile arriva a capirlo. Non rinunceremo a mirare alla reale parità di peso del “tante quanti”, ma siamo anche dotate di senso pratico. Per questo ci siamo indignate, dopo gli ultimi, reiterati e trasversali affossamenti delle quote rosa nelle liste elettorali, al punto di stilare un necrologio e fare quindi di Rosa Quote la beffarda testimonial della nostra battaglia. La Cpo/Fnsi ha scritto a tutti i segretari di partito, dicendo che come giornaliste vorremmo poter raccontare l’elezione di moltissime donne in Parlamento e nei Municipi: li aspettiamo alla prova dei fatti. Ma la Cpo non ha certo risparmiato il sindacato di cui è parte, ma anche tutti gli altri organismi di categoria, denunciandone la resistenza alla richiesta di “tante quante”. Come pure ha rivolto la stessa richiesta ai direttori e alle poche direttrici. L’iniziativa delle colleghe Rai, che chiedono agli amministratori di riportare l’equilibrio ai vertici aziendali, oltre che le auspicate analoghe iniziative di altre grandi testate, dimostrano come sia ormai impossibile per i poteri continuare a fingere di non vedere, di non sentire, di non capire. La consapevolezza e la massa critica che muovono le giornaliste sono le stesse di milioni e milioni di donne , ma ad esse guardano favorevolmente anche tutti i cittadini che chiedono una informazione diversa, che meglio e più compiutamente racconti la società. Rosa Quote vi guarda. In vista di una data su cui si accendono i riflettori della stampa, l’8 marzo, la Cpo/Fnsi ha previsto un reticolato di iniziative regionali che declinino in ogni modo il concetto “tante quanti”. Per presentarle si terrà una conferenza stampa lunedì 6 marzo alle ore 11.30 (Roma, Fnsi) alla presenza di una vitalissima Rosa Quote, interpretata per l’occasione da Cinzia Leone, ben intenzionata a respingere tutti gli agguati omicidi e ad imporre un’equa rappresentanza delle donne nei luoghi di potere. Per giustizia, ma soprattutto per il bene di tutti.

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