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Nuovo sciopero a Corriere del Veneto e Corriere di Verona
Vertenze 21 Mag 2018

Dorsi locali Rcs, prosegue lo stato di agitazione: nuovo sciopero a Corriere del Veneto e Corriere di Verona

«Il piano prospettato è da considerarsi irricevibile per il semplice motivo che i numeri esposti dalla direzione non tornano in nessun modo», spiega il Cdr dopo aver incontrato il direttore Alessandro Russello. E il presidente della Provincia di Trento scrive a Urbano Cairo: «A rischio il pluralismo dell'informazione».

Il Cdr del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona oggi ha incontrato il direttore Alessandro Russello per farsi esporre nel dettaglio il riassetto delle redazioni di Veneto, Verona, Bolzano, Trento e Bologna. Il piano stilato dall'azienda e dalla direzione prevede una riduzione numerica sostanziale dei redattori (da 76 giornalisti si passa a 67 con l'eliminazione dei contratti a tempo determinato) e la creazione di un desk centrale composto da 11 giornalisti e un grafico (trasferito da Firenze) per gestire le pagine di cultura e sport e per realizzare i siti web del Corriere del Veneto (con le sue quattro edizioni), del Corriere di Verona e del Corriere di Bologna (al momento Trento e Bolzano non hanno una pagina Internet).

«Ancora una volta – commenta, in una nota, il Cdr – anche volendo sorvolare sull'aspetto della qualità dell'informazione che sembra non interessare all'azienda e alla direzione delle testate locali coinvolte in questo progetto di stravolgimento, si chiede a questi giornalisti di fingere che nei giornali non esistano emergenze redazionali, ferie, malattie o altri imprevisti. Con i numeri di organico che ci sono stati prospettati, riteniamo che questa soluzione non sia né sostenibile né applicabile. Intravediamo inoltre il rischio che per risolvere le emergenze si venga a creare nei fatti un sistema di compenetrazione dei settori (sport, cultura, web, cronaca, politica) che prevede che tutti facciano tutto senza tenere conto né delle competenze specifiche dei singoli giornalisti né dell'inizio e della fine dei turni di lavoro né soprattutto della territorialità degli eventi. Non solo. Oltre a un progetto editoriale che fa acqua da tutte le parti, si prevede che due redazioni, quelle di Verona e di Bolzano, tengano in piedi una testata autonoma rispettivamente con soli quattro e tre giornalisti».

Il piano prospettato, proseguono i giornalisti «è dunque da considerarsi irricevibile non tanto per un rifiuto di principio da parte delle redazioni coinvolte, che sono perfettamente consapevoli dell'andamento del mercato editoriale, ma per il semplice motivo che, a nostro giudizio, i numeri esposti dalla direzione non tornano in nessun modo».

Per queste ragioni l’assemblea dei giornalisti del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona elenca i punti che ritiene necessario ridiscutere. Eccoli di seguito:

  1. «È necessario confermare tutti i contratti a tempo determinato che scadono nelle prossime settimane per garantire la fattibilità dei singoli giornali in vista degli appuntamenti elettorali in Veneto e per tutta la fase di discussione e confronto tra azienda, direzione e Cdr per la realizzazione del nuovo piano industriale.
  2. Essendo alle porte il periodo estivo ed essendo già stato organizzato il piano ferie delle redazioni del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona, la realizzazione del piano industriale deve essere necessariamente posticipata a dopo l'estate e devono essere garantiti i normali contratti di sostituzione ferie, aspettativa, maternità e malattia prolungata.
  3. Riteniamo che sia inaccettabile la creazione della figura dei colleghi 'a disposizione'. È una questione innanzitutto di dignità professionale e umana. Questi quattro colleghi potrebbero essere utilmente aggregati al cosiddetto desk centrale per rendere fattibile l’organizzazione dello stesso. Come da impegno aziendale, gli eventuali trasferimenti dalle altre redazioni a quella di Padova (che dovrebbe ospitare il desk centrale) dovranno avvenire su base esclusivamente volontaria.
  4. Vanno chiaramente definiti i ruoli all’interno delle redazioni e del desk centrale, ponendo dei limiti e delle regole precise alla compenetrazione dei vari settori redazionali e delle redazioni territoriali, fino a prevedere anche una riduzione della foliazione nei casi di emergenza».


Alla luce della disponibilità dell'azienda, intervenuta nel corso del pomeriggio, a un incontro a stretto giro in cui ridiscutere i punti di cui sopra il Cdr, nel dare esecuzione al mandato ricevuto dall'assemblea dei giornalisti, proclama un giorno di sciopero da svolgersi nella giornata di oggi, lunedì 21 maggio, e sospende una seconda giornata di astensione dal lavoro in attesa dell’esito del confronto.

Intanto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha scritto a Urbano Cairo la lettera che riproponiamo di seguito.

Apprendiamo con preoccupazione l’annuncio dell’editore relativo al piano di riorganizzazione dei 'dorsi' locali del Corriere della Sera, tra i quali anche le edizioni dell’Alto Adige e del Trentino. Qualora tale intento dovesse concretizzarsi nelle forme rese note dalle rappresentanze sindacali dei giornalisti, il pluralismo dell’informazione regionale, che le due testate locali hanno contribuito in questi anni a garantire e ad ampliare, perderebbe una voce importante e autorevole.
La preoccupazione non deriva soltanto dall’effettivo impoverimento che l’informazione locale subirebbe a seguito del sostanziale depotenziamento della qualità informativa che inevitabilmente prenderebbe forma, ma anche dagli effetti che si avrebbero sul piano occupazionale a seguito del mancato rinnovo dei contratti giornalistici in essere.
Questa Amministrazione si è già fatta carico di affrontare le difficoltà che anche le imprese editoriali e le agenzie informative operanti in Trentino hanno manifestato e stanno manifestando, promuovendo una apposita legge provinciale con l’obiettivo di offrire strumenti di sostegno e promozione dell’informazione locale. Tale iniziativa legislativa trova ragione nella convinzione che la salvaguardia dei livelli informativi fino ad ora assicurati alla popolazione non possa venir meno in una realtà territoriale che, per la sua specificità, affida la tenuta della coesione sociale e della democrazia al mantenimento della più ampia libertà informativa.
Voglio credere che questa nostra attenzione, che è già valsa per altro a superare momenti di crisi e difficoltà all’interno di altre aziende locali, possa rappresentare una opportunità per superare anche le criticità dei due 'dorsi' Alto Adige e Trentino del Corriere della Sera.
Rinnovando la disponibilità a condividere un percorso in tale direzione, Le chiedo di verificare la possibilità di un prossimo incontro al fine di concordare una possibile soluzione che possa portare ad un positivo esito della vertenza.

@fnsisocial

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