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Associazioni 15 Feb 2018

Fallimento Italia7, appello dell'Ast e del Cdr: «Non può sparire un patrimonio unico»

L'Assostampa ha chiesto l'intervento della Regione e sollecitato il Comune di Firenze e tutte le forze politiche «affinché questo patrimonio di professionalità  non vada disperso». A rischio il lavoro di una ventina di dipendenti e di alcuni collaboratori.

L'Associazione Stampa Toscana esprime «grande preoccupazione» per il fallimento della società 'Il Gelsomino', editrice dell'emittente televisiva 'Italia7', deciso dal Tribunale di Firenze. «La società – spiega una nota dell'Ast – era proprietaria anche di 8Toscana, Gastone Nencini Tv, Civico e dei rispettivi canali digitali terrestri sui quali vengono irradiate, oltre che di altri canali sui quali non era in atto alcuna programmazione. È stato nominato un curatore fallimentare, nella persona del dottor Gino Mazzi, il quale ha già annunciato ai dipendenti (oltre una ventina, compresi alcuni collaboratori) il prosieguo dell'attività in attesa che si possa concretizzare il passaggio della società ad altro gruppo imprenditoriale».

A quanto risulta, almeno due gruppi sarebbero interessati ad acquisire il ramo d'azienda e a proseguire responsabilmente l'attività, nel rispetto dei contratti di lavoro, garantendo l'occupazione a dipendenti che non hanno alcuna responsabilità nel fallimento de Il Gelsomino-Italia7, ma che, al contrario, hanno saputo dimostrare grande capacità professionale, mandando in onda trasmissioni di altissima qualità che costituiscono un patrimonio di cultura e informazione per la stessa regione Toscana.

Proprio alla Regione, l'Ast, attraverso il suo presidente Sandro Bennucci, ha chiesto d'intervenire con l'Unità di crisi guidata da Gianfranco Simoncini – consulente per il lavoro del governatore Enrico Rossi – perché tutto ciò si realizzi. «L'Associazione Stampa Toscana e il Cdr di Italia7 – conclude la nota dell'Assostampa – rivolgono anche un appello al Consiglio regionale, al Comune di Firenze e a tutte le forze politiche affinché questo patrimonio di professionalità non vada disperso».

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