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Libertà  di stampa 03 Mag 2016

Giornata mondiale della libertà  di stampa, Lorusso: «La battaglia per i diritti passa dal rispetto dei doveri»

«La battaglia per la libertà  dei giornalisti è assolutamente necessaria. E affermare la libertà  di stampa e la libertà  di espressione, il diritto di cronaca e il diritto di informare correttamente i cittadini significa anche rafforzare la battaglia per i diritti di natura anche economica dei giornalisti». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha chiuso i lavori del convegno "Lavoro, legalità  e giustizia per la libertà  di stampa" organizzato a Reggio Calabria in occasione della XXIII Giornata mondiale della libertà  di stampa.

«La battaglia per la libertà dei giornalisti è assolutamente necessaria. E affermare la libertà di stampa e la libertà di espressione, il diritto di cronaca e il diritto di informare correttamente i cittadini significa anche rafforzare la battaglia per i diritti di natura anche economica dei giornalisti». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha chiuso i lavori del convegno "Lavoro, legalità e giustizia per la libertà di stampa" promosso dalla Federazione nazionale della stampa italiana e organizzato dal Sindacato giornalisti della Calabria a Reggio Calabria in occasione della XXIII Giornata mondiale della libertà di stampa.
«Non ci può essere – ha spiegato Lorusso – una professione alla quale non corrisponda il riconoscimento economico significativo, in ragione del ruolo e del decoro che quella professione ha all'interno della società. Credo che ci sia la possibilità di tenere alte le bandiere del decoro e della dignità della professione giornalistica. Per questo bisogna rafforzare le battaglie che i giornalisti sono chiamati a fare per il riconoscimento dei loro diritti. Si possono reclamare diritti, però, solo se si rispettano i doveri. E ciascuno, nel proprio ambito è chiamato a fare il proprio dovere. È rispettando i doveri professionali che si rafforzano le battaglie per i diritti».
Alla manifestazione, insieme ai vertici della Fnsi e degli altri enti di categoria, erano presenti anche rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, tra cui il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, il sindaco e il questore di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà e Raffaele Grassi, e il sottosegretario di Stato con delega alla Sicurezza, Marco Minniti.
«Credo che la scelta di celebrare questo convegno a Reggio Calabria sia una scelta molto forte e giusta», ha esordito il sottosegretario Minniti. «La libertà di stampa è una garanzia di qualità per la democrazia. La posizione italiana in quella classifica – ha aggiunto riferendosi al Rapporto di Reporter senza frontiere – ci interroga. Tuttavia, sono stato in Paesi in cui esistono criticità drammatiche che non sono in alcun modo paragonabili con quello che avviene in Italia». E, ricordando il suo primo incarico di governo come sottosegretario all'Editoria e le tante problematiche affrontate nel corso di quel mandato, Minniti ha poi ribadito che «oggi la società è assetata di comunicazione. Credo fermamente che se il lavoro dello Stato nel contrasto alle mafie non venisse raccontato, l'efficacia di quel lavoro si ridurrebbe del 50%».
Sempre nell’ambito dell’appuntamento calabrese è stata anche celebrata la Giornata della memoria dei giornalisti vittime del terrorismo e delle mafie, organizzata dall’Unione nazionale cronisti italiani.
«Non bisogna dimenticare l'esempio di quanti hanno pagato con la vita la passione di informare e di raccontare vicende che molti altri non volevano fossero mai raccontate», ha detto il presidente dell'Unci, Alessandro Galimberti, nel suo intervento di apertura della sessione pomeridiana dell’appuntamento calabrese. Citando Giuseppe Alfano, Giuseppe Fava e Peppino Impastato, Galimberti ha spiegato che «quei morti furono infamati anche dopo la loro barbara uccisione e il loro ricordo rischiava di finire sotto la polvere e di essere cancellato dall'oblio. Per questo, nel 2006, su proposta del gruppo Unci della Sicilia, nacque l'idea di recuperare la loro memoria con una giornata che li ricordasse. Era necessario riannodare i fili della memoria per le generazioni che non hanno respirato quell'aria e non hanno vissuto quella fase». 
Sul tema della Giornata mondiale della libertà di stampa, oltre ai vertici delle istituzioni, italiane ed internazionali, è intervenuta con una nota anche la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi. «La libertà di stampa – ha ricordato – è un bene prezioso che va difeso in ogni parte del mondo. È uno dei parametri su cui misurare la qualità della democrazia ed è importante che in Italia si celebri anche la giornata in memoria dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo. Oggi sono ancora troppi i giornalisti che in Italia subiscono minacce e pesanti condizionamenti, ma come sottolinea la relazione dell'onorevole Claudio Fava, approvata all'unanimità della commissione parlamentare Antimafia, questa situazione è resa ancora più grave dalla diffusa precarietà che colpisce soprattutto i giovani e le testate locali. Occorre salvaguardare e rafforzare l'autonomia dei giornalisti che con il loro lavoro d'inchiesta svolgono una funzione essenziale nella conoscenza dei fenomeni mafiosi e nella promozione di una più robusta cultura della legalità».

Carlo Parisi: “Non premiate le aziende fuorilegge”
REGGIO CALABRIA – “La Giornata odierna è dedicata ai giornalisti. A tutti i giornalisti italiani, che stanno vivendo una stagione devastante: non c’è azienda editoriale oggigiorno che non faccia ricorso agli ammortizzatori sociali o agli stati di crisi”.
Un’introduzione senza preamboli quella di Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa e segretario dei Sindacato giornalisti della Calabria, alla Giornata mondiale della libertà di stampa organizzata proprio dal Sindacato calabrese a Reggio Calabria.
Una gremita Sala del Consiglio regionale della Calabria, a Palazzo Campanella, ha fatto da cornice stamane ad un’iniziativa che, nelle stesse ore, ha registrato tante “sorelle” in giro per il mondo. Lo ha ricordato lo stesso Parisi, aprendo i lavori alla presenza, tra gli altri, del Sottosegretario di Stato con delega alla sicurezza Marco Minniti, del prefetto e del questore di Reggio Calabria, Claudio Sammartino e Raffaele Grassi, del comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Alessandro Barbera, del maggiore Giuseppe Morale del Comando provinciale dei Carabinieri, del comandante del Corpo forestale dello Stato Giampiero Costantini e di Claudia Ventura, in rappresentanza della Commissione nazionale Unesco Giovani. Istituzioni – presenti il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà - e forze dell’ordine che in questa occasione hanno voluto essere al fianco dei vertici degli istituti di categoria dei giornalisti italiani.
“Oggi tutto il mondo celebra la Giornata della libertà di stampa – ha rammentato ai colleghi Carlo Parisi – ed è per questo che il presidente della Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti, non potendo essere fisicamente con noi, perché impegnato a Casablanca, ha voluto sottolineare la sua partecipazione e quella della Ifj tutta all’iniziativa promossa a Reggio Calabria dalla Fnsi, un sindacato che il numero uno della Federazione internazionale ha definito ‘modello per il coraggio e la determinazione con cui ha portato avanti, in questi anni, tante battaglie a tutela del lavoro e della dignità dei giornalisti italiani”.
Già, le battaglie, per garantire ai colleghi quello che in realtà dovrebbe essere un loro diritto. Scontato, potremmo dire, visto che “non mi stancherò mai di dirlo – ha tuonato il segretario generale aggiunto della Fnsi – il giornalismo non è un hobby. È una professione e come tale va pagata. Ecco perché rivolgo un appello alle istituzioni, approfittando della loro presenza così numerosa: non premiate le aziende fuorilegge. Nessun contributo ai giornali, alle tv, alle radio che non pagano i giornalisti. Nessuna pubblicità istituzionale alle aziende pirata, che non sono in regola con i contributi da versare all’Inpgi”.
Da una parte il monito, dall’altra “il ringraziamento sincero – ha proseguito Parisi – al prefetto Sammartino e, insieme a lui, a tutti i prefetti della Calabria che ci hanno garantito una piena collaborazione nelle tante vertenze contro editori senza scrupoli che sfruttano i giornalisti, pagandoli per pochi euro o non pagandoli affatto. Nelle Prefetture abbiamo trovato la casa in cui risolvere le vertenze”.
“Sono io che devo ringraziare la Federazione della stampa italiana e, in particolare, Carlo Parisi – ha replicato il prefetto Claudio Sammartino – per aver scelto Reggio Calabria quale cornice di questa iniziativa. Perché Reggio Calabria rappresenta una sfida cruciale per la Calabria e per l’intero Paese. Grazie a voi giornalisti – ha rimarcato Sammartino – che siete i nostri compagni di strada. Ottimi compagni di strada per gli uomini delle istituzioni e per quanti si occupano della governance del territorio. Siete i nostri alleati, la stampa è la prima alleata dello Stato e di chi si impegna a garantire l’ordine e la sicurezza di una città, di una regione, del Paese. E non parlo solo delle prefetture, ma anche degli altri organi dello Stato. Perché lo Stato c’è ed è molto presente, anche in Calabria, soprattutto in Calabria”.
“Il ruolo del giornalista – ha esordito il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – è decisivo. E lo è per la crescita della comunità civile e per quella della democrazia. Attenzione, però, perché parlare di libertà di stampa oggi significa parlare di un diritto che è sì fondamentale, ma non scontato”.
Nel sottolineare “l’importante iniziativa odierna a Reggio Calabria, vorrei ribadire – ha detto Lorusso – che siamo qui anche per lanciare un segnale forte a tutti i colleghi che subiscono minacce semplicemente perché fanno il proprio mestiere. E in questa regione ce ne sono tanti, purtroppo. Qui con noi c’è Michele Albanese, uno di quei colleghi che non hanno voluto piegare la schiena”.
“Sono i casi come il suo – ha proseguito il segretario generale della Fnsi – che hanno portato l’Italia a scendere di 4 posti, dal 73° al 77°, nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter Senza Frontiere per il 2016. Una classifica, a dire il vero, che suscita qualche perplessità: mi resta difficile pensare che l’Italia venga, ad esempio, dopo la Bosnia-Erzegovina. Nella recente esperienza con la Ifj a Sarajevo ho avuto modo di parlare con diversi colleghi bosniaci e ho potuto constatare che la realtà è ben diversa da quella fotografata da Rsf. Forse – ha tirato dritto Lorusso – la ragione va cercata nel fatto che in Italia si denuncia tutto. Anche l’episodio più banale diventa un’intimidazione, ma le vere e preoccupanti minacce sono quelle fatte ad Albanese”. (Da giornalistitalia.it)

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