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Cdr 05 Mag 2005

Il direttore del Gazzettino rifiuta il confronto e abbandona l'incontro

Per mesi Azienda e Direttore hanno negato il dovuto confronto sindacale, continuando a procedere nel frattempo in iniziative unilaterali lesive delle regole vigenti. E’ la conferma di un atteggiamento incomprensibile che nega ogni possibilità di dialogo e ricerca solo lo scontro.

Per mesi Azienda e Direttore hanno negato il dovuto confronto sindacale, continuando a procedere nel frattempo in iniziative unilaterali lesive delle regole vigenti. E’ la conferma di un atteggiamento incomprensibile che nega ogni possibilità di dialogo e ricerca solo lo scontro.

Comunicato del Cdr del Gazzettino: "Per mesi Azienda e Direttore hanno negato il dovuto confronto sindacale, continuando a procedere nel frattempo in iniziative unilaterali lesive delle regole vigenti. E’ la conferma di un atteggiamento incomprensibile che nega ogni possibilità di dialogo e ricerca solo lo scontro. Dopo i ripetuti interventi formali da parte del Segretario regionale del Sindacato, Andrea Camporese – quattro da febbraio ad aprile – e del Cdr per tentare di riportare la dialettica nei binari della correttezza il direttore ha accettato infine un incontro, il primo del 2005. Martedì scorso, 3 maggio, nessuna risposta è però venuta. Anzi, il direttore ha rincarato la dose: di fronte al Cdr che elencava le ripetute violazioni e chiedeva di aprire una nuova stagione nel rispetto delle regole, il direttore ha sostenuto che intende continuare a procedere unilateralmente, in dispregio del Contratto e degli accordi in essere. Il direttore ha anche improvvisamente abbandonato l’incontro, mentre il Cdr continuava a formulare domande. Appare evidente che ormai al Gazzettino c’è un grave problema di legalità contrattuale e di rispetto dei diritti individuali e collettivi, negati da Azienda e Direttore. Tant’è che la Fnsi è subito intervenuta con il comunicato che avete già ricevuto. Addirittura c’è una redazione – il Nordest – pressochè dimezzata nell’organico e senza un responsabile, mentre non c’è traccia di organizzazione del lavoro. Purtroppo siamo ormai un caso nazionale. Ecco le “risposte” del direttore sulle questioni che abbiamo potuto affrontare. ORGANICI - Le piante organiche nelle varie redazioni – ci è stato detto – vengono fissate dal direttore secondo insindacabili decisioni unilaterali: in base a tale discrezionalità, il direttore ha ridotto di tre unità l’organico della redazione Nordest, da lui stesso fissato nel settembre 2004. E le pagine sono passate da 7 a 8. Tale situazione, come sapete, ha comportato le dimissioni del collega Francesco Jori dall’incarico di responsabile della redazione Nordest. Il direttore ha poi tagliato l’organico di altre redazioni (Politica, Sport, Cultura, Udine), in spregio agli accresciuti carichi di lavoro o a quanto fissato nei piani editoriali definiti anche attraverso il passaggio degli stati di crisi. Alle obiezioni del Cdr il direttore ha addirittura citato – lasciandoci sconcertati – come ancora in organico due colleghi non più al lavoro in redazione: Massimo Bolognini, contrattista a termine in Politica non confermato dallo stesso direttore (nonostante si tratti di pianta organica) fin dallo scorso 31 marzo e, a Udine, Marco Di Blas, già in pensione. Ha poi affermato che “chiederò al collega Refini di prendere il posto di Jori”. Tale richiesta al collega Refini non è mai stata fatta, mentre la denuncia della situazione e l’annuncio delle dimissioni del collega Jori risalgono allo scorso 8 aprile. Da allora la situazione è stata lasciata degenerare: i tagli unilaterali sono stati attuati, senza fornire alcuna risposta sul piano dell’organizzazione del lavoro, fino al punto di “sostituire” un collega in malattia con un altro già in forza allo stesso settore. Difficile non parlare di autentica presa in giro e di comportamento provocatorio. LAVORO DOMENICALE – Non c’è organizzazione del lavoro, il direttore ribadisce che si procede così. Come? Improvvisando, lasciando le redazioni in affanno, confinando i giornalisti in maniera permanente al desk, venendo meno alle garanzie date dalla Direzione. CONTRATTI A TERMINE – Il direttore non intende assumere l’impegno a inoltrare corrette comunicazioni al Cdr, impedendo il controllo della regolare applicazione del Contratto. COLLABORAZIONI – Il direttore non intende rispettare gli accordi vigenti sulle dovute comunicazioni e sul corretto utilizzo dei collaboratori nel rapporto con le redazioni. Nell’ultimo sollecito di incontro a firma del Segretario Camporese e del Cdr era stato precisato che “le informazioni dovranno essere puntuali e specifiche in modo da consentire al Cdr la verifica ed il controllo dell’esatta applicazione del contratto di lavoro, come testualmente dispone l’art. 34 comma 2° lettera b)”. Ribadiamo che su altre questioni non è stato possibile discutere per l’abbandono del tavolo da parte del direttore. Il metodo, ad esempio, di aumentare la foliazione e i carichi di lavoro a fronte di un aumento di organico che viene poi fatto decadere è un comportamento inammissibile. Come sempre è avvenuto dall’autunno 2001 questo fare e disfare il giornale – oggi tocca al Nordest – ha luogo al di fuori di qualunque progetto e senza uno straccio di spiegazione e di confronto con i giornalisti. Mentre la situazione diffusionale in edicola è sempre più allarmante. I giornalisti, per questa Direzione, devono solo dire sì a ordini (quando ci sono) affidati a comunicazioni di poche righe, non di rado contraddittorie, al di fuori di qualunque normale confronto. Azienda e Direzione devono invece sapere che i giornalisti non tollerano, una volta di più, questi metodi e le continue prevaricazioni. Non è un caso che il Direttore si sia trovato solo nella vicenda Unabomber, quando attraverso l’Ansa ha tentato di imporre ai giornalisti un neologismo che nessuno ha utilizzato nei propri articoli. E non si è fatto scrupoli ad attaccare i propri giornalisti attraverso una campagna di stampa a senso unico, persino pubblicando una lettera di un cittadino inesistente. Nel frattempo esplode il contenzioso legale originato anche da comportamenti e decisioni operative imposti da Azienda e Direzione. Chi pagherà questi conti? A fronte di tale situazione, ribadendo in particolare la gravità dell’alterazione continua e unilaterale delle piante organiche – con conseguenti sovraccarichi di lavoro – fissate anche a fronte dell’accettazione nel tempo di sacrifici da parte della redazione e per di più in una situazione di dichiarata solidità economica, il Comitato di Redazione proclama DUE GIORNATE di SCIOPERO per venerdì 6 maggio 2005 e per sabato 7 maggio 2005 in modo da impedire l’uscita del Gazzettino di sabato 7 e domenica 8 maggio 2005. Lo sciopero è stato deciso all’unanimità dal Cdr, sulla base del mandato ricevuto all’unanimità dall’assemblea dei giornalisti. Altre iniziative a tutela dei giornalisti sono state definite o sono in via di realizzazione".

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