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Inpgi, approvati i bilanci consuntivi 2016
Inpgi 20 Apr 2017

Inpgi, approvati i bilanci consuntivi 2016 della Gestione principale e della Gestione separata

Il Cda dell'lnpgi ha approvato il bilancio 2016. L'esercizio si chiude con un utile di gestione di 9,4 milioni di euro, che si confronta però con un disavanzo della gestione previdenziale pari a 114,3 milioni. Solidi gli indicatori fondamentali della Gestione Separata.

Il Consiglio di amministrazione dell'lnpgi ha approvato il bilancio 2016. Dodici i voti favorevoli, due i contrari. L’esercizio si chiude con un utile di gestione di 9,4 milioni di euro. Il risultato si confronta però con un disavanzo della gestione previdenziale pari a 114,3 milioni.

«Tale disavanzo – spiega una nota dell’istituto – deriva dal complessivo perdurare dell'andamento negativo degli indicatori principali dell'attività caratteristica dell'ente: anche quest'anno, infatti, il numero degli attivi registra una diminuzione di ulteriori 802 unità, che porta il numero totale degli stessi sotto i 16 mila (con una flessione del 4,96% rispetto allo stesso dato del 2015). Ciò nonostante si evidenzia una contribuzione IVS corrente in aumento del 4,96% rispetto al 2015».

In aumento risultano, tuttavia, anche la spesa per pensioni (+ 5,40% pari a 485,8 milioni di euro), mentre sul fronte degli ammortizzatori sociali si registra una spesa complessiva pari a 36,8 milioni di euro, in lieve diminuzione, quindi, rispetto ai 37,6 milioni del 2015, grazie soprattutto alla frenata delle indennità di disoccupazione.

«Una prudente e diversificata gestione del patrimonio – prosegue la nota dell’Inpgi – ha inoltre consentito di realizzare un avanzo di 171,6 milioni di euro, che ha contribuito al positivo risultato finale. Gli indicatori fondamentali della Gestione Separata dell'lnpgi, il cui bilancio consuntivo 2016 è stato approvato all'unanimità dai 14 consiglieri presenti, si presentano, invece, solidi».

L'avanzo economico di gestione per l'esercizio 2016 è infatti risultato pari a 47,523 milioni di euro, mentre la Gestione previdenziale ha registrato un avanzo di 42,201 milioni, in lieve flessione (-1,04%) rispetto all'anno precedente, per effetto della crescita delle pensioni IVS e delle liquidazioni in capitale. L'avanzo della Gestione patrimoniale è stato invece pari 10,479 milioni, in aumento di 4,212 milioni (+ 67,22%) rispetto al precedente esercizio.

«I numeri nel bilancio dell'lnpgi – commenta la presidente Marina Macelloni – testimoniano anche quest'anno la profondità della crisi dell'editoria. Ogni pagina del consuntivo 2016 mostra le ferite di una sofferenza industriale del settore dell'informazione che ormai dura da quasi un decennio. Queste cifre restituiscono la fotografia di un anno che non è certo stato di inversione del ciclo, ma in cui il Consiglio di amministrazione può rivendicare di aver rispettato gli impegni presi e di aver messo in campo tutto il possibile per riportare i conti dell'Istituto sulla strada della sostenibilità di medio-lungo periodo».

Secondo la presidente Macelloni, inoltre, «la riforma delle prestazioni, recentemente approvata dai Ministeri vigilanti, dai prossimi esercizi consentirà di raffreddare la spesa. L'avvio positivo del piano di dismissioni immobiliari, conseguenza del cambio di modello di gestione, aiuterà a reperire liquidità per fare fronte ai flussi delle passività previste. Il passivo della gestione previdenziale è sempre molto alto ma cresce solo del 2% rispetto allo scorso anno. L'utile di gestione arriva a 9,4 milioni contro gli 1,7 previsti nell'assestamento e si raggiunge grazie al contributo fondamentale della gestione patrimoniale ma anche con una maggiore efficienza della gestione caratteristica».

«Sono piccoli segnali – conclude Macelloni – che seppur positivi di certo non bastano a considerare esaurito lo sforzo di risanamento. Siamo, infatti, impegnati a monitorare gli effetti della riforma e l'impatto reale delle dismissioni immobiliari e contemporaneamente siamo al lavoro per raggiungere, insieme alle parti sociali e ai nostri interlocutori istituzionali, un reale allargamento della platea degli iscritti».

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