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Intercettazioni 22 Set 2015

Intercettazioni, il segretario Lorusso invita al dialogo: “Meglio rinunciare alla scorciatoia della legge delega”

Al termine di una tumultuosa giornata di confronto parlamentare, la Camera ha approvato, con 278 voti favorevoli e 156 contrari, la nuova disciplina delle intercettazioni. Resta molto critico il giudizio del sindacato dei giornalisti: “È auspicabile che il confronto sia ampio e che venga abbandonata la scorciatoia della legge delega”, esorta il segretario Lorusso.

Al termine di una tumultuosa giornata di confronto parlamentare, la Camera ha approvato, con 278 voti favorevoli e 156 contrari, la nuova disciplina delle intercettazioni. Resta molto critico il giudizio del sindacato dei giornalisti: “È auspicabile che il confronto sia ampio e che venga abbandonata la scorciatoia della legge delega”, esorta il segretario Lorusso.

“La delega al governo sulle intercettazioni rappresenta una minaccia per il diritto di cronaca”. Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI. “Nel prendere atto della volontà di non limitare la libertà di stampa e il diritto di cronaca, annunciata dall’onorevole Walter Verini - dice Lorusso - è auspicabile che vengano adottati atti consequenziali. Non si tratta di invocare l’impunità e neanche di giustificare eventuali abusi, ma di prendere atto che la rilevanza pubblica di una notizia prescinde dalla rilevanza penale della stessa”. 
“Il dibattito in corso fra le forze politiche – prosegue il segretario della FNSI - conferma che i tentativi di limitare il diritto di cronaca non hanno niente a che vedere con la tutela della riservatezza dei cittadini estranei ai procedimenti penali. Infatti, puntano unicamente a evitare che vengano resi pubblici comportamenti di esponenti della classe politica che, per quanto non penalmente rilevanti, meriterebbero comunque di essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica”. 
“La condivisibile esigenza di tutelare la riservatezza delle persone non può giustificare alcuna forma di bavaglio, ma deve tenere conto del fatto che chi riveste una carica pubblica deve accettarne onori e oneri, a cominciare da una privacy attenuata rispetto a quella dei cittadini comuni. Per questa ragione – conclude Lorusso – è auspicabile che il confronto sia ampio e che venga abbandonata la scorciatoia della legge delega”.

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