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Fnsi 27 Ott 2004

La Rai distribuisce ai propri dipendenti il codice etico. Usigrai: “Un documento inaccettabile” Natale (Usigrai): “ Su codice etico, falso che sia stato illustrato all’Usigrai”

La Rai distribuisce ai propri dipendenti il codice etico. Usigrai: “Un documento inaccettabile”Natale (Usigrai): “ Su codice etico, falso che sia stato illustrato all’Usigrai”

La Rai distribuisce ai propri dipendenti il codice etico. Usigrai: “Un documento inaccettabile”
Natale (Usigrai): “ Su codice etico, falso che sia stato illustrato all’Usigrai”

Un testo che pretende di essere vincolante come un contratto di lavoro senza essere mai stato discusso con le rappresentanze dei dipendenti. Basterebbe questo unico, fondamentale elemento di metodo per considerare irricevibile il “Codice Etico” che tutti i lavoratori della Rai hanno avuto insieme alla busta-paga. Ma anche fra le questioni di contenuto ce n’é almeno una che balza agli occhi come inaccettabile: il fatto che, fra gli obblighi dei destinatari del Codice, ci sia quello di “riferire tempestivamente ai superiori o al Direttore Generale (anche attraverso una Commissione stabile) qualsiasi notizia, di diretta rilevazione o riportata da altri, in merito a possibili violazioni delle disposizioni del Codice”. È una norma che rischia di avere effetti pesanti sulla vita dell’azienda: la Commissione istituita allo scopo rischia di diventare un ricettacolo di comportamenti poco nobili. Così come non può essere accettato il divieto di esprimere opinioni sull’azienda, a rischio di sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento. Peraltro desta una certa sorpresa questo soprassalto di “tensione etica”, in una azienda che abbiamo visto praticare invece il rigore a giorni alterni: nei mesi scorsi il sindacato dei giornalisti ha inutilmente insistito per avere dalla Rai interventi chiari su vicende arrivate sulle pagine dei giornali con sicuro danno all’immagine aziendale. Alle colleghe e ai colleghi chiediamo di considerare il testo – come dicono i giuristi – “tamquam non esset” e di rimandarlo all’azienda, fin quando la Rai non avrà deciso di discuterlo con i destinatari della sua applicazione. Ma riteniamo opportuno che sul Codice Etico si pronuncino anche le istituzioni chiamate a vigilare sul sistema radiotelevisivo e sulla Rai. L’Usigrai invierà pertanto il testo all’Autorità per le Comunicazioni, alla Commissione Parlamentare di Vigilanza e – per le parti di competenza dell’informazione – all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, per verificare se si tratti di norme compatibili con i doveri professionali. "Il comunicato Rai diffuso ieri sera in merito al Codice Etico afferma fra l’altro che “il documento è stato preventivamente illustrato e spiegato a tutte le componenti sindacali”. Almeno per quanto riguarda l’Usigrai, l’affermazione è falsa. Semplicemente falsa. A proposito di etica..." RAI: AZIENDA,CODICE ETICO RISPONDE A NORME IN VIGORE DA ANNI Il codice etico della Rai è stato approvato all'unanimità dal cda e illustrato preventivamente ai sindacati e risponde a norme in vigore da anni. In questi termini la stessa azienda replica alle critiche, sollevate in particolare da esponenti dell'opposizione e dall'Usigrai. ''In riferimento ai commenti critici sul Codice etico della Rai - si legge in una nota di Viale Mazzini - c'è prima di tutto da sottolineare che il documento è stato preventivamente illustrato e spiegato a tutte le componenti sindacali firmatari di contratti di lavoro''. Il Codice, continua l'azienda, ''approvato nella sua interezza all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione nell'agosto 2003, indica i valori in cui il Gruppo Rai si riconosce e applica nell'esercizio delle proprie attività. Da questo ne discende che tutti i dipendenti sono impegnati, anche in modo solidale, a rispettarlo, così come previsto anche dai Codici etici delle principali aziende italiane''. ''Si deve inoltre sottolineare - continua la nota - che le principali fonti, oltre ovviamente alle norme di legge in materia, sono: il Contratto di Servizio, la Carta dei Doveri e degli Obblighi degli Operatori del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, la Carta dei Diritti e dei Doveri del Giornalista Radiotelevisivo del Servizio Pubblico, il Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori, il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria e Codice Deontologico Rai, le norme per la regolamentazione degli spazi dedicati dalla Rai alle pubbliche raccolte di fondi, alle campagne 'Rai per il sociale' e alle iniziative di sensibilizzazione. Si tratta dunque di documenti già in vigore da anni e le cui violazioni costituiscono inadempimento delle obbligazioni contrattuali, con ogni conseguenza di legge''. ''Nei commenti critici - sottolinea ancora la Rai - appaiono alcune forzature interpretative, che non trovano riscontro nelle leggi e nelle sentenze della Cassazione. Si ricorda poi che l'obbligo alla riservatezza è riconosciuto dalle normative di legge a tutela delle persone ma anche delle aziende, così come il principio richiamato nel testo del Codice Etico della Rai che recita: 'La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata'. (ANSA)

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