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Giudiziaria 25 Set 2014

L’editore è assolto “per non aver commesso il fatto” ma intanto 120 tra giornalisti e poligrafici perdono il lavoro

La Corte d’Appello di Brescia ha assolto “per non aver commesso il fatto ”Massimo Boselli Botturi, ex amministratore delegato dei Quotidiani “La Cronaca” di Cremona e di Piacenza, il quale era accusato del reato di truffa ai danni dello Stato in quanto gli era stato attribuito il controllo di due società Cooperative che nell’anno 2007 hanno percepito contributi pubblici per l’Editoria.

La Corte d’Appello di Brescia ha assolto “per non aver commesso il fatto ”Massimo Boselli Botturi, ex amministratore delegato dei Quotidiani “La Cronaca” di Cremona e di Piacenza, il quale era accusato del reato di truffa ai danni dello Stato in quanto gli era stato attribuito il controllo di due società Cooperative che nell’anno 2007 hanno percepito contributi pubblici per l’Editoria.

Lo stesso Procuratore generale della Corte d’Appello bresciana ha chiesto l’assoluzione del Boselli Botturi, allineandosi con la richiesta degli avvocati Romano Corsi e Fabrizio Vappina che hanno difeso l’imprenditore cremonese. La decisione della Corte d’Appello – che dopo 4 anni pone la parola fine ad una vicenda giudiziaria iniziata nel dicembre 2010 con l’arresto del Boselli Botturi e di sua moglie (subito scagionata dal Tribunale del Riesame) – purtroppo giunge quando i giornali hanno cessato di esistere proprio a causa del blocco all’erogazione dei contributi pubblici disposto a seguito dell’indagine coordinata dal pm cremonese Cinzia Piccioni ed eseguita dal luogotenente Filippo Nocerino e dal maresciallo Sabatino De Acutis dalla Guardia di Finanza di Cremona. Massimo Boselli Botturi in una conferenza stampa si è soffermato sul fatto che l’indagine ha portato alla chiusura di cinque aziende e alla perdita del posto di lavoro per 120 dipendenti – soprattutto giornalisti -e 200 collaboratori, “senza dimenticare che sono venute meno due voci a livello di giornali provinciali che a Cremona e Piacenza garantivano un pluralismo democratico, oggi del tutto assente”.

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