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Emittenza nazionale 18 Set 2012

Mediaset acquista La7? Un colpo al pluralismo Monti affronti finalmente l’assetto delle comunicazioni

L’interesse di Mediaset all’acquisto de La7 e delle frequenze di Telecom Italia Media richiama una verità evidente e rimossa: l’assetto delle comunicazioni nel nostro Paese è rimasto esattamente identico a quello garantito per anni dalla presenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. Segnato dunque in modo profondo dagli oligopoli, ed esposto persino ad ulteriori rischi di concentrazione, come attestano le indiscrezioni riportate sui quotidiani di oggi; che fanno séguito ai dubbi sull’operazione e alle contrarietà sulle forme già espressi dal sindacato dei giornalisti. Mario Monti guida il governo da dieci mesi, ma le regole del sistema sono le stesse per le quali l’Europa da anni ci guarda con sospetto.

L’interesse di Mediaset all’acquisto de La7 e delle frequenze di Telecom Italia Media richiama una verità evidente e rimossa: l’assetto delle comunicazioni nel nostro Paese è rimasto esattamente identico a quello garantito per anni dalla presenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. Segnato dunque in modo profondo dagli oligopoli, ed esposto persino ad ulteriori rischi di concentrazione, come attestano le indiscrezioni riportate sui quotidiani di oggi; che fanno séguito ai dubbi sull’operazione e alle contrarietà sulle forme già espressi dal sindacato dei giornalisti. Mario Monti guida il governo da dieci mesi, ma le regole del sistema sono le stesse per le quali l’Europa da anni ci guarda con sospetto.

Rivedere la governance della Rai si è rivelata missione impossibile, l’asta delle frequenze sembra impantanata, mentre l’emittenza locale sta sprofondando in una crisi drammatica. E’ un problema di pluralismo (cioè di democrazia) ed è un problema di tenuta industriale (cioè di posti di lavoro). Per entrambe le ragioni è vivamente richiesta una manifestazione di interesse al tema da parte dell’esecutivo: dal quale vorremmo sapere innanzitutto se ritenga auspicabile (e compatibile con la pur permissiva legislazione vigente) che il numero dei “poli” italiani, già esiguo, si contragga ancora di più. Il sindacato dei giornalisti sollecita inoltre le forze politiche: i partiti hanno il dovere di parlare senza inganni sul tema, e dire parole chiare anche sui tanti conflitti di interesse (non c’è solo quello berlusconiano) che pesano sul nostro sistema dei media. Lo devono fare tanto più ora che si apprestano a chiedere il consenso dei cittadini nella campagna elettorale ormai avviata. RAI: GIULIETTI-VITA, ASTA FREQUENZE OGGETTO DESIDERIO BERLUSCONI
"Mediobanca avrebbe scartato la manifestazione di interesse presentata da Berlusconi per evitare 'pericoli di ulteriore concentrazione'. Fa piacere notare che il tema trova ancora udienza da qualche parte, dal momento che sembra essere sparito dalle agende a partire  da quelle di chi avrebbe l'obbligo di controllare e di prevenire l'ulteriore espansione di un conflitto di interessi che non uguali in Europa". Lo affermano in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita. "In ogni caso Berlusconi, molto probabilmente, ha solo voluto mandare un avviso per condizionare la vendita e indirizzarla possibilmente, verso una 'cordata amica' che metta magari un freno al positivo attivismo dell'attuale gruppo dirigente". "Sarà bene infine non dimenticare - proseguono Vita e Giulietti - che, nei prossimi giorni, il ministero e l'Autorità per le comunicazioni dovranno definire modi, tempi e costi dell'asta per le frequenze, il vero oggetto del desiderio per Berlusconi e non solo. Per tutte queste ragioni ci sembra indispensabile che le Camere dedichino una sessione a questi temi e che il ministro Passera renda note le informazioni in suo possesso e le decisioni conseguenti".
"L'associazione Articolo21, infine - concludono Giulietti e Vita - darà il massimo sostegno a tutte le iniziative che saranno promosse dai lavoratori di La 7 e dalle loro rappresentanze sindacali". (Roma, 17 settembre - AGI)

TI MEDIA: MEDIASET SI RITIRA DA GARA PER LA7
DECISIONE COMITATO ESECUTIVO BISCIONE DOPO NO A DATI SENSIBILI
Mediaset si è ritirata dalla gara per l'acquisto di La7. Lo ha deciso il comitato esecutivo del Biscione dopo che al gruppo televisivo guidato da Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi era stato negato l'accesso ai dati sensibili del 'pacchetto' in vendita.
''Al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni e voci interessate prive di qualsiasi fondamento - si legge in una nota del gruppo televisivo - Mediaset si vede costretta a intervenire sul caso Ti Media comunicando di aver ricevuto il 15 giugno 2012 un formale invito da Mediobanca a manifestare eventuale interesse per ottenere l'information memorandum relativo alla cessione, interesse che è stato confermato da Mediaset il 22 giugno''.
''Tuttavia, già a luglio l'esame dei dati in nostro possesso ha ribadito l'orientamento che ha sempre sconsigliato alla nostra società qualsiasi impegno relativo agli asset in vendita del gruppo Telecom, orientamento che non si è mai modificato e che confermiamo a tutt'oggi'', afferma Mediaset.
''Chiarita pubblicamente la nostra estraneità all'operazione fin da prima della pausa estiva, auspichiamo che il processo di cessione prosegua con successo - e con nuove brillanti performance borsistiche - senza più utilizzare il nome della nostra società per creare visibilità e interesse intorno alla dismissione di un'attività in cerca di acquirenti che vanta risultati di bilancio da sempre negativi'', conclude la nota del gruppo di Cologno monzese. (MILANO, 18 SETTEMBRE – ANSA)

 

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