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I giornalisti di Metro affidano al Cdr 10 giorni di sciopero
Vertenze 28 Ott 2016

Metro: l'editore annuncia chiusure e tagli, i giornalisti affidano al Cdr 10 giorni di sciopero

L'editore di Metro, Mario Farina, ha esposto al Cdr il piano di ristrutturazione che intende formalizzare al tavolo sindacale alla presenza delle parti nazionali: chiusura della redazione di Milano e dimezzamento dell'organico. La risposta dei giornalisti: stato di agitazione e un pacchetto di dieci giorni di sciopero.

L'editore di Metro, Mario Farina, ha esposto al Cdr il piano di ristrutturazione che intende formalizzare al tavolo sindacale alla presenza delle parti nazionali: chiusura della redazione di Milano e dimezzamento dell'organico, da 16 a 8 giornalisti, attraverso un uso massiccio della cassa integrazione a zero ore.

Immediata le reazione dei giornalisti che, disponibili a trattare su basi accettabili, respingono risolutamente proposte che, se attuate, sarebbero devastanti e senza ritorno. Per questa ragione, l’assemblea dei giornalisti ha deciso di entrare da subito in stato di agitazione e di affidare al Cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero.

«Quello dell'editore di Metro – protesta l’assemblea dei giornalisti – è un piano senza precedenti, che giunge al termine di una escalation. Durante i 4 anni, ormai alla scadenza, del vigente contratto di Solidarietà, infatti, durante i quali l'Editore ha potuto incassare contributi dallo stipendio dei giornalisti suoi dipendenti, dall'ente previdenziale di categoria e dal contribuente italiano, nulla è stato fatto, o tentato, per rilanciare il giornale.

Anzi, al contrario: nei mesi scorsi, gli Speciali locali a marchio Metro che appartengono al patrimonio storico della testata, sono stati ceduti dalla proprietà di Metro a un altro editore. Il risultato è che il buon nome e il prestigio della testata vengono oggi usati per generare ricavi a vantaggio di un prodotto e di un editore che nulla hanno a che fare con il quotidiano Metro».

@fnsisocial

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