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Gli uffici di Mondadori France (Foto: foursquare.com)
Un momento del presidio dei giornalisti italiani a Segrate (Foto: Alg)
Vertenze 05 Ott 2018

Mondadori Italia e Francia: una lotta comune per una stampa di qualità 

I sindacati francesi Cfdt, Cgc, Cgt e Fo Snj e la Federazione nazionale della Stampa italiana definiscono «inaccettabili» i piani di dismissione che la casa editrice di Segrate sta portando avanti sui due versanti delle Alpi. «Ha una responsabilità  nei confronti dei lettori e dell'informazione. Deve assumersela. Investendo nelle testate invece di sbarazzarsene», commentano.

«In Francia, Mondadori ha annunciato trattative esclusive per la vendita di Mondadori France. In Italia, la capogruppo Mondadori ha annunciato l'intenzione di vendere 'Panorama', il più importante e prestigioso newsmagazine italiano. Mondadori è quindi determinata a sbarazzarsi del terzo gruppo francese di periodici il prima possibile, persino vendendolo a un prezzo basso e non importa in che modo». Federazione nazionale della Stampa italiana e sindacati francesi commentano così le novità che stanno coinvolgendo i lavoratori della casa editrice di Segrate.

«Il gruppo Reworld Media, con cui Mondadori sta negoziando in Francia, non è un vero editore. Come si può notare dalla stessa home page del suo sito, ha per missione il 'branding', la 'performance', la creazione di testi 'per gli inserzionisti'. Va inoltre ricordato – prosegue il comunicato congiunto dei sindacati italiano e francesi – che 'Marie France' o le testate Lagardère acquisite nel 2014 oggi non hanno più redazioni. Quasi tutti i dipendenti trasferiti sono stati rapidamente espulsi. Adesso, sono dei service a progettare e produrre le riviste di Reworld. In sostanza, si tratta di fare giornali senza giornalisti e senza quelle attività professionali di supporto che ad essi sono associati. È come dire che la qualità editoriale, il rigore dell'informazione e la soddisfazione dei lettori non sono delle priorità».

Allo stesso tempo, si legge ancora nella nota, «in Italia l'azienda sta mettendo in atto un graduale disimpegno del suo patrimonio editoriale, minaccia di chiudere le testate o di cederle a editori scarsamente qualificati, chiedendo anche ai giornalisti italiani di ridurre i loro stipendi. Ad esempio, la scorsa primavera, la casa editrice di Segrate ha tentato di sbarazzarsi di due settimanali femminili, 'Tu Style' e 'Confidenze', assegnandoli a un 'nuovo editore' senza alcuna garanzia sulla continuità del lavoro né sulla qualità stessa dei giornali. Per rimanere all'interno del perimetro aziendale, i giornalisti sono stati costretti a fare un enorme sacrificio: ridurre i loro stipendi del 30% circa. E un simile sacrificio potrebbe essere richiesto oggi ai giornalisti di 'Panorama', ma senza nemmeno dare loro l'opportunità di rimanere all'interno di Mondadori: al contrario, la diminuzione del loro costo servirebbe a rendere 'interessante' il business per l'acquirente».

Una situazione inaccettabile per i giornalisti di Mondadori, per tutti i giornalisti italiani e per il sindacato, che annuncia «molte iniziative per contrastare questa deriva che minaccia il giornalismo di qualità».

Ma Mondadori è un'azienda in crisi? «Per niente», rispondono i sindacati italiano e francesi. «Mondadori in Italia – spiega ancora il comunicato congiunto – è un gruppo editoriale molto importante, il primo per l'editoria libraria e il maggiore per i periodici, la cui divisione ha prodotto un Ebitda di 15 milioni di euro nel 2017. Mondadori France mantiene una posizione molto solida (26 milioni di euro di Ebitda in 2017). Lo scorso luglio, Ernesto Mauri, amministratore delegato di Mondadori, ha sottolineato la filiale francese ha tenuto bene nonostante il difficile contesto nazionale per i magazine. Le testate di Mondadori France hanno milioni di lettori fedeli, una forte reputazione e viene riconosciuta la loro qualità editoriale. Sul piano sociale, sarebbe una catastrofe se il trasferimento a Reworld Media avesse successo. Sono in ballo 700 posti di lavoro, a cui vanno aggiunti quelli dei collaboratori fissi e dei freelance».

Se guardiamo a entrambi i versanti delle Alpi, concludono i sindacati, «ciò che incombe è il desiderio di Mondadori di disimpegnarsi completamente dalle attività di stampa. Una tale prospettiva è inaccettabile e prenderemo insieme tutte le iniziative necessarie per contrastarla. In Francia come in Italia, Mondadori ha una responsabilità nei confronti delle testate che pubblica, nei confronti dei loro lettori e più in generale dell'informazione. Deve assumersela. Investendo nelle testate invece di sbarazzarsene».

A Segrate, intanto, i giornalisti italiani di Mondadori hanno dato vita questa mattina ad un presidio di protesta a cui ha preso parte, insieme con il Cdr e i fiduciari delle testate, anche l'Associazione Lombarda dei Giornalisti. Dalle 7 alle 9 i manifestanti, con un breve corteo, hanno raggiunto un cavalcavia pedonale che si trova sull'immissione dell'autostrada BreBeMi a Milano affiggendo un lungo striscione che riportava la frase: 'Berlusconi fa utili e manda via i lavoratori'.
«Questo che comincia sarà un autunno caldo per l'editoria – ha detto il presidente dell'Alg, Paolo Perucchini, presente alla manifestazione – non solo per le sorti di Panorama ma anche per il gruppo Gedi (Espresso), l'Eco di Bergamo, il Cittadino di Monza, il Giornale, e varie testate di radio e tv locali. Noi saremo sul campo a difendere professionalità e stipendio dei lavoratori».

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