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Alcuni momenti del sit-in a Roma
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Internazionale 05 Feb 2018

#NoBavaglioTurco, giornalisti in piazza nel giorno della visita di Erdogan

Fnsi, Odg, Articolo21 e Rete NoBavaglio hanno portato la questione della libertà  di informazione al sit-in organizzato a Roma da Rete Kurdistan Italia. E rivolto, insieme con magistrati e avvocati, un appello alle autorità  italiane per porre con forza, durante gli incontri istituzionali, il tema dei diritti umani.

Ribadire il 'No' dei giornalisti italiani al bavaglio imposto ai media in Turchia all'indomani del tentato golpe del 15 luglio 2016. Questo il motivo della partecipazione della Federazione nazionale della Stampa, dell'Ordine dei giornalisti, dell'associazione Articolo21 e della rete Nobavaglio al presidio organizzato a Roma, alle porte del Vaticano, per protestare contro la visita in Italia del presidente turco Erdogan.

La questione della libertà di stampa e delle violazioni dei diritti umani in Turchia, dunque, ma anche la questione curda, con l'intervento dell'esercito turco nella provincia di Afrin, l'accordo tra Ue e Turchia sui migranti, la questione palestinese, riaccesa dalla decisione del presidente americano Trump di voler spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, i temi al centro della contestazione di Castel Sant'Angelo.

Già nei giorni scorsi la Fnsi, insieme con altre associazioni di giornalisti, di avvocati e magistrati e con le organizzazioni internazionali che si battono per la libertà di stampa, attraverso delle lettere aperte ha esortato le istituzioni italiane a porre con forza la questione di diritti umani in Turchia durante gli incontri con il presidente Erdogan.

In piazza, insieme ai militanti della rete Kurdistan Italia, oltre alle associazioni di giornalisti anche gli avvocati di Giuristi Democratici e attivisti per diritti umani. Come ha detto l'ex direttore di Cumhuriyet Can Dundar, da mesi in esilio in Germania, la Turchia è diventata 'il più grande carcere al mondo per giornalisti'. Ma dietro le sbarre sono finiti anche avvocati, giudici, intellettuali, professori universitari, dipendenti pubblici, medici, militari. «Liberi tutti», è l'appello lanciato da Marino Bisso, della rete NoBavaglio.

«Siamo qui per i giornalisti in carcere in Turchia e per chiedere alle autorità italiane di porre al presidente Erdogan la questione del rispetto dei diritti umani in quel Paese. Papa Francesco dia voce ai giornalisti turchi in prigione», ha detto il segretario nazionale dell'Ordine, Guido D'Ubaldo, in rappresentanza di Fnsi e Cnog.

Solo dall'inizio dell'offensiva militare su Afrin, il 20 gennaio, sono 449 le persone arrestare in Turchia con l'accusa di aver fatto 'propaganda terroristica' sui social media, ovvero per aver criticato l'operazione 'Ramoscello d'ulivo'. Tra loro anche giornalisti di mezzi di informazione filo-curdi o membri dei sindacati, come riporta il quotidiano Cumhuriyet.

Erdogan a Roma: giornalisti europei si dissociano da violenze
In piazza con Art.21, Fnsi e Rete No Bavaglio per libertà stampa
Una delegazione di giornalisti europei e di rappresentanti di Articolo 21, Federazione nazionale della stampa e Rete No Bavaglio ha partecipato al sit-in contro la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan stamani a Castel Sant'Angelo per "manifestare solidarietà alle centinaia di colleghi ingiustamente incarcerati o sotto processo in Turchia, ma si dissocia dagli episodi di violenza verificatisi a margine". Lo rende noto un comunicato.
La stessa rappresentanza dei massimi organismi di tutela degli operatori dell'informazione (Articolo 21, Fnsi, European Centre for Press and Media Freedom, Reporter senza frontiere, International press institute, Rete No Bavaglio, Osservatorio Balcani Transeuropa) firmatari della lettera aperta a Papa Francesco, al presidente Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per chiedere di porre a Erdogan la questione dei diritti umani e della libertà di stampa negata, ha consegnato le firme raccolte con la petizione per la liberazione di Mehmet Altena e Sahin Alpay e gli altri giornalisti detenuti in Turchia.
«In queste ore gli occhi del mondo sono puntati su Roma e su Bruxelles – afferma Antonella Napoli, giornalista e coordinatrice della campagna italiana 'Free Turkey Media' – per questo, insieme a tanti altri colleghi europei, abbiamo chiesto che si ponesse con fermezza la questione dei tanti giornalisti in carcere con accuse inconsistenti, della libertà di informazione negata e delle continue violazioni dei diritti di decine di miglia di cittadini turchi. È in gioco non solo la salvaguardia dei nostri colleghi, ma anche la dignità e la credibilità dell'Europa tutta". (Ansa – Roma, 5 febbraio 2018)

Erdogan a Roma: giornalisti europei si dissociano da violenze
Questa mattina una delegazione di giornalisti e di rappresentanti di Articolo 21, Federazione nazionale della stampa, Ordine dei giornalisti italiani e Rete No Bavaglio ha partecipato al sit-in contro la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Castel Sant'Angelo per manifestare solidarietà alle centinaia di colleghi ingiustamente incarcerati o sotto processo in Turchia, ma si dissocia dagli episodi di violenza verificatisi a margine. «Resta ferma l'esortazione a porre la questione della libertà di stampa negata in Turchia e dei processi farsa a cui sono sottoposti centinaia di nostri colleghi», dice Guido D'Ubaldo, segretario dell'Ordine nazionale dei giornalisti. (Ansa - Roma, 5 febbraio 2018)

PER APPROFONDIRE
Di seguito l'appello per i diritti umani in Turchia, a firma di Articolo 21, European Center for Press and Media Freedom, Fnsi, Reporter sans Frontières e lnternational Press Institute, rilanciato dal Corriere della sera di domenica 4 febbraio e la lettera inviata al Presidente della Repubblica da Federazione nazionale della Stampa, Associazione nazionale magistrati e Consiglio nazionale forense.

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