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Quotidiani della Poligrafici editoriale
Vertenze 28 Set 2016

Poligrafici editoriale, giornali in edicola nonostante lo sciopero. I giornalisti si scusano con i lettori: «Una vergogna»

Nonostante lo sciopero indetto dai Cdr dei gruppo, i quotidiani della Poligrafici editoriale, in formato ridotto e a prezzo scontato, sono comunque arrivati in edicola. I giornalisti si scusano con i lettori e ribadiscono che «continueranno a difendere, con l'aiuto della Fnsi e delle Associazioni regionali, non solo i loro diritti ma la qualità  di testate storiche con centinaia di anni alle spalle».

Nonostante lo sciopero indetto dai Cdr dei gruppo, i quotidiani della Poligrafici editoriale, in formato ridotto e a prezzo scontato, sono comunque arrivati in edicola. «I giornalisti di Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Q.net hanno scioperato – spiega una nota – contro il piano presentato da azienda e direzione che prevede pesanti tagli agli organici, chiusure di redazioni e mancate assunzioni di colleghi precari anche in presenza di accordi firmati al ministero del Lavoro. Nonostante il corpo redazionale, come dimostrano le assemblee tenute in questi giorni, sia compatto nel dire “no” a questa riorganizzazione che metterebbe a serio rischio la qualità dei nostri giornali, la direzione ha deciso di confezionare comunque un giornale (chiamarlo così è un'offesa nei confronti dei giornali veri), presentando in edicola un prodotto neanche lontanamente paragonabile a quello che tutti i giorni le centinaia di giornalisti di questo gruppo concorrono a realizzare».

In edicola, e così succederà anche domani, «è finita – proseguono i Cdr del gruppo – un'accozzaglia di pagine realizzate con “copia e incolla” di agenzie, piene di errori grossolani, articoli di colleghi in pensione e di collaboratori (tra questi anche professori universitari) che probabilmente preferiscono ammirare la loro foto e la loro firma sul giornale infischiandosene delle rivendicazioni di un'intera redazione. Alla fattura di questo prodotto hanno partecipato, oltre ai direttori e ai vicedirettori di testata, una manciata di redattori che ha preferito non scioperare e qualche contratto a termine. Questo gruppo di colleghi non ha fatto nessun gesto eroico nei confronti dell'azienda ma anzi ha perso il rispetto da parte delle redazioni».

Per questo motivo i giornalisti della Poligrafici Editoriale si scusano con i lettori dei loro giornali e anticipano che «continueranno a difendere, con l'aiuto della Federazione nazionale della stampa e delle associazioni regionali, non solo i loro diritti ma la qualità di testate storiche con centinaia di anni alle spalle».

Al fianco dei giornalisti in sciopero anche il Sindacato giornalisti marchigiani, che chiede all’azienda di ritirare il piano di tagli e auspica l’intervento delle istituzioni della regione per far fronte alle gravi difficoltà denunciate dai colleghi del Resto del Carlino.

Ecco di seguito il comunicato del Sigim.

Resto del Carlino in sciopero, il Sigim: «L’azienda ritiri il piano di tagli»
Oggi i colleghi del Resto del Carlino, al pari degli altri giornalisti del Gruppo Riffeser, sono costretti ad attuare la 2° giornata consecutiva di sciopero per contrastare l’irricevibile piano di tagli presentato ai Comitati di redazione dalla dirigenza della Poligrafici editoriale. Un’astensione dal lavoro che costa molto, anche dal punto di vista economico, ma ineludibile, vista la portata pesantissima del progetto di riorganizzazione aziendale, che se attuato si tradurrebbe in un impoverimento del prodotto ed in una riduzione dello spazio informativo assicurato quotidianamente alla regione Marche.
Il Sigim rinnova la più totale solidarietà ai colleghi e si unisce alla richiesta di ritiro del sopracitato piano alla Poligrafici editoriale, in vista dell’apertura del tavolo nazionale in programma la prossima settimana per discutere compiutamente della situazione in atto.
A tutto ciò immaginiamo non possano restare indifferenti le Istituzioni regionali, visto il reale pericolo non solo occupazionale ma di restringimento ed impoverimento dell’informazione dal territorio.

@fnsisocial

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