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Il direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio
Vertenze 25 Mag 2019

Radio Radicale, il Cdr scrive al presidente Mattarella: «In gioco la democrazia nel nostro Paese»

«Ci rivolgiamo a Lei quale garante dei principi della Costituzione che all'articolo 21 afferma il diritto di tutti i cittadini ad informare, informarsi ed essere informati», si legge nella lettera aperta indirizzata al Capo dello Stato.

Andrea Billau, Lorena D'Urso e Giovanna Reanda, giornalisti del Comitato di redazione di Radio Radicale, hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo un suo intervento sulla vicenda dell'emittente, a rischio chiusura dopo lo stop agli emendamenti al dl Crescita che prevedevano una proroga della convenzione con il Mise. «Non si tratta solo della sopravvivenza di una testata giornalistica, ma più in generale della questione dell'informazione e della democrazia nel nostro Paese», scrivono.

PER APPROFONDIRE
Di seguito la lettera-appello al presidente Matteralla. A questo link l'intervista al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, sul presidio 'Con Radio Radicale, contro tagli e bavagli' in programma il 28 maggio in piazza Montecitorio.

Ecco di seguito la lettera del Cdr.

Egregio Presidente,
le decisioni prese dal Governo con la legge di bilancio mettono a rischio dopo 43 anni la vita di Radio Radicale. In queste settimane abbiamo ricevuto sostegno da ogni parte: partiti politici e singoli parlamentari, sindaci e amministrazioni locali, società scientifiche e personalità del mondo accademico, fondazioni culturali, tutte le componenti della magistratura associata, avvocati penalisti, civilisti e amministrativisti, scrittori, registi, attori, decine e decine di migliaia di cittadini.
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella sua segnalazione urgente al Governo, ha definito quello di Radio Radicale un servizio di interesse generale che come tale non deve essere interrotto e che va garantito fino al generale riassetto del sistema e ad un nuovo bando di gara. La decisione di non ammettere gli emendamenti al 'decreto crescita' va però in direzione opposta e pone una seria ipoteca sul proseguimento del nostro lavoro.
Ci rivolgiamo a Lei quale garante dei principi della Costituzione che all'articolo 21 afferma il diritto di tutti i cittadini ad informare, informarsi ed essere informati, perché crediamo che il servizio pubblico garantito da Radio Radicale, così ben descritto nella segnalazione urgente dell'Agcom, meriti di non finire e meriti per ciò una Sua dichiarazione.
Tolto il solo Movimento 5 Stelle, che comunque ha visto emergere al suo interno posizioni diverse, sulla vicenda di Radio Radicale si è formata una vera e propria unità nazionale che chiede di essere rappresentata.
EsprimendoLe i sentimenti di massimo rispetto per il Suo ruolo e la Sua persona, Le chiediamo di valutare l'opportunità di un Suo intervento in merito. Non si tratta solo della sopravvivenza di una testata giornalistica, ma più in generale della questione dell'informazione e della democrazia nel nostro Paese.

@fnsisocial

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