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Intercettazioni 12 Ott 2011

Soddisfazione per il rinvio della votazione Siddi: “La libertà d'informazione è di tutti i cittadini”

Grande soddisfazione per il rinvio della votazione sul ddl intercettazioni, ma anche l'intenzione ''di continuare a vigilare''. Sono state le linee guida di tutti gli interventi, da Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil a Roberto Natale, presidente della Fnsi, al presidio contro il provvedimento, che si è tenuto davanti al Pantheon. In piazza circa un centinaio di persone. Meno colore rispetto alla settimana scorsa ma più visi sereni visto il rinvio sulla votazione del disegno di legge in Parlamento.

Grande soddisfazione per il rinvio della votazione sul ddl intercettazioni, ma anche l'intenzione ''di continuare a vigilare''. Sono state le linee guida di tutti gli interventi, da Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil a Roberto Natale, presidente della Fnsi, al presidio contro il provvedimento, che si è tenuto davanti al Pantheon. In piazza circa un centinaio di persone. Meno colore rispetto alla settimana scorsa ma più visi sereni visto il rinvio sulla votazione del disegno di legge in Parlamento.

Fra i più combattivi Antonio Di Pietro: ''il ddl intercettazioni è da mafia fascista, per questo non possiamo mai smettere di mobilitarci''.Cartelli dei movimenti che si sono più mobilitati come 'Avaaz', che ha raccolto contro il ddl oltre seicento mila firme, e 'Vattene.it' il gruppo legato al popolo Viola spiccavano nelle prime file.
''Abbiamo mantenuto il presidio di oggi - ha detto Fammoni - per ringraziare i cittadini che hanno lottato con noi ma bisogna vigilare perché i problemi del presidente del Consiglio rimangono. Se non fosse stata rinviata la votazione sul ddl oggi avremmo annunciato una grande manifestazione che avrebbe coinvolto cento città e mille blog. È nel caso - ha concluso - la legge bavaglio venisse riproposta ripartiremmo da lì''. Per Franco Siddi, segretario generale della Fnsi: ''Ancora una volta un disegno di legge ingiusto e illiberale, che voleva mettere il silenziatore all'informazione, è arretrato. È successo nel 2010 e anche adesso, dopo la mobilitazione di tante persone e della Rete''. E Roberto Natale ha aggiunto che ''ha contato ancora una volta quel 57% di italiani del referendum, quella parte della cittadinanza attiva e responsabile che bisogna tener presente anche quando ci saranno da rifare le nuove regole del servizio pubblico''. Il bavaglio ''è stato fermato non da una congiura di palazzo ma da milioni di uomini e donne che si sono mobilitati negli ultimi tre anni - ha detto Giuseppe Giulietti di Articolo 21 -. Ma ci riproveranno non fidatevi. Lo faranno col processo breve e provando ad anticipare le nomine del CdA della Rai, dell'Agcom e dell'Antitrust per bloccarli nei prossimi sette anni. Questo perché il bavaglio non è un accidente ma una essenza del berlusconismo in questo momento''.   (di Francesca Pierleoni)  (ROMA, 12 OTTOBRE -  ANSA).

SIDDI,  ARRETRATA LEGGE ILLIBERALE

''Ancora una volta un disegno di legge ingiusto e illiberale, che voleva mettere il silenziatore all'informazione, è arretrato. È successo nel 2010 e anche adesso, dopo la mobilitazione di tante persone e della Rete''.
Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo alla manifestazione contro il ddl intercettazioni, in corso al Pantheon.
''Le evidenti difficoltà politiche del governo hanno fatto il resto - ha aggiunto Siddi - ma non c'è dubbio che sia stata fondamentale anche la mobilitazione della vita civile. È l'indicazione che c'è un Paese pronto a difendere la sua costituzionalità, che ha deciso di non tollerare più abusi come quelli di leggi proposte per interesse privato''.
Perché ''la libertà d'informazione non è solo dei giornalisti, ma di tutti i cittadini'' ha concluso. (ROMA, 12 OTTOBRE -  ANSA). 

DDL INTERCETTAZIONI: ATTENZIONE E VIGILANZA CONTRO COLPI DI CODA DEL GOVERNO

“Il Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, come annunciato ieri al presidio in piazza del Pantheon, continua la propria mobilitazione contro la legge bavaglio. E a maggior ragione dopo che stanno rimbalzando indiscrezioni relative al tentativo, da parte delle forze della maggioranza, di voler riportare in aula il ddl intercettazioni e di imporre il voto di fiducia.
Per questi motivi il Comitato ha inviato una richiesta di incontro ai parlamentari europei, che fanno riferimento ai gruppi che nel Parlamento italiano si oppongono all'approvazione della legge bavaglio, per verificare e discutere quali concrete iniziative siano possibili sulla base della norma europea per tutelare la libertà di informazione e la giustizia.
Ovviamente daremo puntuale riscontro della disponibilità dei diversi gruppi parlamentari, della data degli incontri e delle iniziative che saranno concordate”.

DA RADIOARTICOLO1.IT (12 ottobre 2011)

Parla Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil

Parla Giuseppe Giulietti Articolo21

L’UNIONE NAZIONALE CRONISTI ITALIANI COMUNICA:

L’UNCI invita i colleghi cronisti, l’intera categoria dei giornalisti e, in particolare, la FNSI a non abbassare la guardia di fronte rischi di nuovi attacchi alla libertà di stampa e al diritto/dovere di cronaca con nuovi e vecchi ddl sulle intercettazioni, comunque camuffati. Troppe volte il provvedimento liberticida è tornato a galla dopo che sembrava definitivamente destinato alle ortiche. Pur esprimendo soddisfazione per l’ultimo rinvio alle calende greche del ddl, dovuto non solo alle lotte intestine dentro la casta ma anche alla caparbia volontà di lotta di tutte le organizzazioni dei cronisti e dei giornalisti, l’UNCI raccomanda di non cantare troppo presto vittoria e di mantenere la massima vigilanza. 2011-10-14

NUOVO APPUNTAMENTO MERCOLEDÌ 12 OTTOBRE STESSA ORA AL PANTHEON
VERSO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI PROTESTA
SIDDI: “IL DISEGNO DI LEGGE DEVASTA L’IMMAGINE DELL’ITALIA”
IL PDL VERSO IL RINVIO DELLA DISCUSSIONE, IL PRESIDIO A ROMA RIMANE

L'annuncio di un nuovo appuntamento per il 12 ottobre, in concomitanza con il voto parlamentare sul ddl intercettazioni, sempre alle 17 al Pantheon, per continuare la protesta, ha concluso gli interventi al presidio organizzato in piazza a Roma contro il provvedimento. Ad alternarsi sul piccolo palco, per poco più di due ore, davanti a circa un centinaio di partecipanti, fra gli altri, il leader Idv Antonio Di Pietro, Paolo Gentiloni (Pd), il presidente e il segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, Vincenzo Vita, Ottavia Piccolo, Francesco 'Pancho' Pardi (Idv), Giancarlo Ghirra (segretario generale dell'Ordine dei giornalisti), Claudio Giardullo (segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil).
''Camera e Senato stanno in un altro mondo, ad occuparsi di intercettazioni e processo lungo, invece dei problemi reali. È come se fossero alla Sirte chiusi con Gheddafi - ha detto Di Pietro -. Chiediamo, supplichiamo, il Capo dello Stato di mandare un messaggio alle Camere, per richiamarle alle proprie responsabilità''.
Natale ha commentato le dichiarazioni di Maurizio Paniz (Pdl), secondo cui per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni potrebbe esserci tra le sanzioni anche il carcere: ''Le sue affermazioni sono allarmanti ma rientrano in questo complesso di norme che vogliono infrangere il diritto di sapere - ha detto -. Noi combatteremo contro l'approvazione di questo provvedimento in ogni modo, compresa una grande manifestazione nazionale. E anche se venisse approvato, abbiamo una raffica di iniziative che potremmo intraprendere, come il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'uomo, il ricorso alla Corte Costituzionale, l'obiezione di coscienza e anche il referendum''. E Siddi ha aggiunto: ''Sono sicurissimo che l'opinione pubblica, man mano che crescerà questo movimento, emetterà in breve tempo una sentenza da Corte suprema, inappellabile: questa legge, se sarà approvata dal Parlamento, sarà resa presto vana con ogni strumento''. Per Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, '''l'aver cambiato oggi l'emendamento sui blog fa parte di una tecnica parlamentare che già conosciamo di questo governo, attirare l'attenzione su una norma civetta su cui poi si cede per dimostrare disponibilità, ma noi siamo ancora qui''. Pardi dell'Idv ha lanciato una proposta: ''Se l'energumeno di Palazzo Chigi riuscirà a far passare questa legge innominabile, i giornalisti potrebbero dare le intercettazioni ai parlamentari che leggendole in aula le renderebbero di pubblico dominio. I parlamentari dell'opposizione dovrebbero prendere quest'impegno''.
Fra gli interventi, quello di Giulia Innocenzi, responsabile per l'Italia di Avaaz, una delle più grandi organizzazioni di mobilitazione su Internet, con nel mondo 10 milioni di membri e 600 mila nel nostro Paese. ''Porto qui simbolicamente le oltre 400 mila firme che stiamo continuando a raccogliere contro il ddl sul nostro sito''.   (di Francesca Pierleoni)  (ANSA)

INTERCETTAZIONI: SIDDI (FNSI), DDL DEVASTA IMMAGINE ITALIA

Il disegno di legge sulle intercettazioni ''devasta ancora di più l'immagine dell'Italia nel mondo''. Lo ha detto il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, intervenendo dal palco allestito al Pantheon contro il ddl intercettazioni. ''Oggi Paniz ha detto che bisogna determinare per legge anche il carcere fra le sanzioni per i giornalisti.
Penso - ha aggiunto - che in questo caso siamo da considerare dei baluardi di libertà. Mandateci pure in carcere. Questo è un presidio che chiamerà altre piazze''.
''Non ci arrendiamo a questa legge - ha proseguito -, ma sono sicurissimo che l'opinione pubblica, man mano che crescerà questo movimento, emetterà in breve tempo una sentenza da Corte suprema, inappellabile: questa legge, se sarà approvata dal Parlamento, sarà resa presto vana con ogni strumento''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: IL PRESIDENTE LEGGE IN CONSIGLIO REGIONALE UNA NOTA DEI GIORNALISTI TOSCANI - L'ASSOSTAMPA REGIONALE E IL GRUPPO CRONISTI SUL ''DIRITTO DI CONOSCERE I FATTI''

Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Alberto Monaci, ha letto in aula la nota consegnatagli dal Gruppo cronisti toscani e l'Associazione stampa toscana (Ast) che chiedono all'Assemblea ''sostegno e impegno: oggi il Parlamento affronterà di nuovo il ddl sulle intercettazioni che contiene anche la contestata norma ammazza blog''.
''Il bavaglio -si legge nella nota- che stringe per soffocare anche il web. Bavaglio che è già prepotentemente arrivato a limitare la possibilità del libero giornalismo: sulle fonti informative sia di polizia giudiziaria che della pubblica amministrazione''.
Il Gruppo cronisti e l'Ast chiedono al Consiglio di ''far risuonare alto e forte l'allarme in tutte le sedi istituzionali. Dal 1993, data di inizio di Tangentopoli, sono stati almeno quattordici i tentativi di comprimere la libertà di stampa con proposte di restrizione della libertà personale dei giornalisti e il divieto di pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni telefoniche, strumento decisivo nelle indagini giudiziarie e amministrative''.
Il disegno di legge, prosegue la nota, modificando la normativa sulle intercettazioni ''non solo minaccia il diritto dei giornalisti ad informare, soprattutto nega ai cittadini quello di conoscere i fatti''. Gruppo cronisti e Ast, che ''da sempre condannano gli abusi nella pubblicazione delle intercettazioni'', ricordano che ''esistono già norme e contrappesi in grado di punire le eventuali offese alla dignità delle persone: per questo confermano il loro impegno per opporsi con decisione a ogni ulteriore tentativo di emanare norme liberticide, in contrasto con l'articolo 21 della Costituzione''.
Il consigliere Marco Taradash (Pdl) è intervenuto sottolineando che ''la lettura della nota è una precisa scelta del presidente'' e che, ''da quello che si legge sui giornali il disegno di legge sulle intercettazioni è stato rimesso nel cassetto per l'ennesima volta''.
Riferendosi alla nota del Gruppo cronisti, Taradash ha rilevato ''una profonda inesattezza: nel disegno di legge non si mette in discussione l'utilità delle intercettazioni come strumento di indagine in reati gravi, come mafia e criminalità organizzata''. Si attribuisce alle intercettazioni però ''la funzione di strumento di indagine e non di prova'' in un ''paese dove le intercettazioni si fanno a supporto della volontà politica''. Nel disegno di legge inoltre, ha continuato Taradash, si è cercato di porre un freno alla pubblicazione in assenza di rilievo penale e comunque si è cercato di mettere ordine con la previsione dell'udienza filtro. ''Quale è il Paese occidentale in cui si vede la pubblicazione delle intercettazioni all'interno di una inchiesta giudiziaria?'', si è chiesto il consigliere che ha ribadito: ''Il sistema delle intercettazioni è diventato arma politica''. (Firenze, 12 ottobre -ADNKRONOS)

INTERCETTAZIONI: AST E GRUPPO CRONISTI TOSCANI, SODDISFATTI PER SOLIDARIETA'

L'Associazione Stampa Toscana ed il Gruppo cronisti toscani esprimono, in un comunicato congiunto, ''soddisfazione per i segnali di solidarietà nei confronti dei giornalisti impegnati nella battaglia contro la 'legge bavaglio' in una delle sue tante riedizioni''.
''Il fatto che la discussione del provvedimento non sia andato per adesso in discussione non va però salutato come una vittoria, ma solo come un rinvio che non consente nemmeno per un attimo di far cadere l'attenzione sui pericoli che corre la libertà di stampa. Una libertà che evidentemente non sta a cuore a tutti. Fermo il rispetto profondo che, proprio come giornalisti, portiamo ad ogni opinione, non possiamo che stupirci di fronte alle affermazioni ascoltate stamani nell'aula del Consiglio regionale, come quelle del consigliere Marco Taradash che ha negato l'esistenza del 'bavaglio'''.
''Finché resterà la minaccia di carcere per i giornalisti e l'impossibilità di utilizzare anche dopo l'udienza filtro i contenuti delle intercettazioni allegate a provvedimenti come le ordinanze di custodia cautelare, magari nel frattempo già eseguite, non possiamo concordare con lui'', concludono i comunicati dei giornalisti. (Firenze, 12 ottobre -ADNKRONOS)

INTERCETTAZIONI: NATALE,PURE WIKIPEDIA DIFENDE DIRITTO SAPERE

''La decisione di Wikipedia chiarisce che non stiamo difendendo i diritti di una casta, ma il diritto dei cittadini di sapere, il diritto dell'opinione pubblica di conoscere i fatti''. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Roberto Natale, oggi al presidio organizzato davanti al Pantheon contro il ddl intercettazioni.
Natale ha anche commentato e affermazioni di Maurizio Paniz (Pdl), secondo cui per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni potrebbe esserci tra le sanzioni anche il carcere. ''Le affermazioni di Paniz sono allarmanti ma rientrano in questo complesso di norme che vogliono infrangere il diritto di sapere - ha detto -. Noi combatteremo contro l'approvazione di questo provvedimento in ogni modo, compresa una grande manifestazione di cui comunicheremo i dettagli in seguito. E anche se venisse approvato abbiamo una raffica di iniziative che potremmo intraprendere, come il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'uomo, il ricorso alla Corte Costituzionale, l'obiezione di coscienza e anche il referendum''. (05/10/2011 ANSA)

INTERCETTAZIONI: IN PIAZZA TRA CHIUSURE LAMPO E BAVAGLI

Chiusure lampo calate davanti alla bocca, mascherine di carta con scritto 'Il bavaglio no, vergognà, una signora con la bocca, le orecchie e gli occhi coperti dallo scotch e un cappello con scritto 'Berlusconi, Bossi e Alfano ci vogliono così' sono fra le forme di protesta adottate dai partecipanti, circa un centinaio, al presidio organizzato davanti al Pantheon contro il ddl intercettazioni.
Da poco meno di due ore, sul piccolo palco si alternano politici, giornalisti e rappresentanti della società civile.
Fra gli altri, presenti Antonio Di Pietro, Paolo Gentiloni, il presidente e il segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, Francesco Pancho Pardi (Idv), Giancarlo Ghirra (segretario generale dell'Ordine dei giornalisti), Claudio Giardulli, segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil.
Fra gli interventi, quello di Giulia Innocenzi, responsabile per l'Italia di Avaaz, una delle più grandi organizzazioni di mobilitazione su Internet, che conta nel mondo 10 milioni di membri e 600 mila nel nostro Paese. ''Porto qui simbolicamente le oltre 400 mila firme raccolte sul nostro sito. Avevamo iniziato la campagna l'anno scorso - ha detto Innocenzi -, poi l'avevamo fermata quando si era trovato un accordo. Ora l'abbiamo riaperta da tre ore e alle 350 mila firme che avevamo raccolto se ne sono già aggiunte altre 70 mila. Continueremo a mobilitarci contro il provvedimento''.
Nella folla, composta da persone che vanno dai 20 anni agli oltre 70, c'è anche chi aspetta i politici sotto il palchetto per scambiare con loro qualche parola. Tra questi, Teresa e Caterina: ''Hanno ragione a combattere questo decreto ma manca qualcuno che rappresenti veramente il popolo. Io contavo sulle donne - dice Teresa - ma quelle in Parlamento sono tutte sgallettate''. A colorare la piazza, anche qualche bandiera come quelle della Cgil, di Italia dei Valori e una 'No Tav'. (05/10/2011 ANSA)

INTERCETTAZIONI: AL PANTHEON NUOVA PROTESTA CONTRO LEGGE BAVAGLIO

Torna in piazza del Pantheon a Roma la protesta contro la "legge bavaglio sulle intercettazioni", organizzata dal Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo. Diversi manifestanti hanno la bocca coperta da un bavaglio e cartelli con slogan come: "Blog liberi", "No bavaglio". In piazza anche esponenti delle forze politiche di opposizione, tra cui il leader Idv, Antonio Di Pietro, che ha detto: "L'Italia reale è stufa di questo uso abnorme delle istituzioni per fare degli interessi personali. Mentre il paese brucia e la rivolta sociale è alle porte, tutte le persone per bene devono riunirsi in una manifestazione nazionale per dire che questo Parlamento, che è come Gheddafi nel bunker della Sirte, deve andare a casa. E appelliamoci anche al Capo dello Stato: quando mandare un messaggio alle Camere, se non ora...".
Franco Siddi, segretario Fnsi, ha sottolineato: "Non è un problema della stampa, ma un diritto dei cittadini a essere correttamente informati. L'affondo contro il giornalismo è un affondo contro la libertà di tutti". Il segretario confederale Cgil, Fulvio Fammoni, ha rilevato: "Mercoledì prossimo saremo di nuovo qui, quando ci sarà il voto finale su questa legge sbagliata. Quando ci sono problemi personali del presidente del Consiglio il Parlamento viene chiamato a intervenire, anche quando il paese è nel pieno della crisi Camera e Senato sono intasati da leggi ad personam. La privacy non c'entra, il problema è non far conoscere la verità su quanto sta accadendo in Italia ai cittadini. Se la legge verrà approvata andremo di fronte alla Corte costituzionale e alle Corti europee".
Claudio Giardullo, segretario del Silp, ha portato il sostegno del sindacato delle forze dell'ordine alla protesta ricordando che la nuova legge "renderebbe inutili le intercettazioni a livello investigativo, rendendole difficili se non impossibili. Il vero obiettivo è spuntare le armi del controllo di legalità da parte di magistratura e forze di polizia". Per il magistrato Vincenzo Marinelli si tratta di "una legge di regime" varata da un "Parlamento di nominati", tanto da rendere valido lo strumento della "disobbedienza civile" da parte dei giornalisti, "perché a Costituzione è sopra anche a questa legge". Beppe Giulietti di Articolo21 ha notato: "Ciascuno porti la sua bandiera, ma soprattutto porti con sé la Costituzione. È una legge che ci allontana dall'Europa e umilia l'onore nazionale".
I promotori dell'iniziativa intendono lavorare nelle prossime settimane a una mobilitazione nazionale contro la legge sulle intercettazioni. (05/10/2011 AGI)
Il Gruppo Cronisti Lombardi sarà di nuovo in piazza per difendere la libertà di stampa e il diritto di tutti ad essere informati.
Abbiamo dato l'adesione alla manifestazione "Ricucire l'Italia" indetta da Libertà e Giustizia che avrà al centro la battaglia contro il tentativo di imbavagliare gli italiani e in particolare i giornalisti.
La sola idea di poter condannare chi ha il dovere di informare appartiene a regimi che credevamo morti e sepolti. Per questo sabato alle 14.30 saremo a Milano, all'Arco della Pace, con il nostro striscione "Liberi di informare, Liberi di sapere".
Il problema non riguarda solamente i giornalisti, che sono pronti alla disobbedienza civile pur di fare rispettare la libertà di stampa garantita dalla Costituzione. Il problema riguarda la democrazia di questo Paese.
Il presidente Rosi Brandi

ANCORA IN PIAZZA A ROMA CONTRO LA LEGGE "BAVAGLIO"

“Mercoledì 5 ottobre, questa volta dalle 17 alle 19, si è svolto un nuovo presidio in piazza del Pantheon a Roma contro il ddl intercettazioni, che quel giorno è andato in discussione in aula alla Camera, organizzato dal ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’. E' stata l’occasione, di fronte a centinaia e centinaia di persone, di dire un nuovo “No” al reiterato tentativo del governo di imbavagliare l’informazione con una legge sulle intercettazioni.
No al bavaglio. Ci eravamo presi l'impegno a riconvocarci a piazza del Pantheon quando la legge fosse andata in aula, per riaffermare la volontà di sconfiggere questo disegno scellerato contro il diritto dell’opinione pubblica ad essere correttamente informata e contro la volontà di insabbiare i meccanismi della giustizia. Poi, se costretti dalla protervia del governo, continueremo una mobilitazione nelle tante altre piazze d'Italia, fino ad una manifestazione nazionale. Il ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’, è stato protagonista delle mobilitazioni degli ultimi due anni sul tema della libertà di informazione attraverso tante iniziative di mobilitazione e lo sarà di nuovo.
L’Italia che vuole cambiare, quella dei referendum, dei diritti civili e in difesa della Costituzione, che ha portato milioni di donne nelle piazze ha le idee molto chiare.
Dunque un nuovo importante appuntamento: mercoledì 12 ottobre presidio dalle 17 alle 19 in piazza del Pantheon a Roma. Verso una grande manifestazione nazionale ”.

INTERCETTAZIONI: SIDDI (FNSI) NUOVA PROPOSTA MAGGIORANZA DI GOVERNO È INGANNEVOLE

Roma, 4 ottobre - “La nuova proposta della maggioranza di Governo sulla legge cosiddetta intercettazioni, allo stato, appare ingannevole: una piccola furbizia con trucco. L’acquisizione dell’idea di udienza-filtro, attraverso la quale selezionare le intercettazioni destinate a essere rese pubbliche che fa parte delle proposte Fnsi, è assolutamente indeterminata nei modi e soprattutto nei tempi e, ancora una volta, rimandata a un successivo decreto del Governo, mentre nel frattempo si fa scattare un insopportabile e ingiustificabile black out su come procede un’inchiesta. Altro sarebbe stabilire, per esempio, che l’udienza-filtro si debba tenere entro 5 giorni dal deposito degli atti. E in ogni caso va sempre ricordato che il diritto di informazione prescinde dalle notizie di reato. Se negli atti di inchiesta giudiziaria sono contenuti fatti o elementi di pubblico interesse di cui un giornalista venga a conoscenza esiste sempre  il dovere di leale pubblicazione. nel rispetto del diritto dei cittadini ad una libera informazione.
Quanto sta avvenendo nel dibattito politico sulle intercettazioni – se vogliamo la stessa furbata dell’emendamento lo dimostra – indica quanto sulla materia, sul bilanciamento del diritto dei cittadini ad una giustizia amministrata secondo Costituzione e a una informazione  che assicuri un diritto fondamentale di conoscenza, non si possa continuare ad agire con scelte arroganti e propagandistiche nell’interesse di uno o di pochi potenti. L’operazione in corso – che continueremo a contrastare con ragionevolezza e determinazione – serve solo ad attenuare problemi giudiziari dei soliti noti e non ad allargare l’area delle libertà di tutti e a recuperare – come è indispensabile - una salda fiducia nelle istituzioni. Per queste ragioni domani giornalisti, cittadini e rappresentanti di associazioni, sindacati e movimenti parteciperanno al presidio a piazza del Pantheon per difendere la libertà di informazione dall’ennesimo tentativo di introdurre la legge bavaglio sulle notizie che contano per la vita pubblica”.

GIORNALISTI SIRACUSANI IMPEGNATI A DIFESA DEL DOVERE DI INFORMARE E DEL DIRITTO DI TUTTI AD ESSERE INFORMATI

SIRACUSA, 5 OTTOBRE 2011 – Il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Aldo Mantineo,  ha incontrato questa mattina il Prefetto di Siracusa Carmela Floreno alla quale ha consegnato una nota nella quale viene ribadita la netta contrarietà a provvedimenti che limitino e menomino il diritto-dovere di informazione. Il Prefetto Floreno inoltrerà adesso la nota del sindacato siracusano alla Presidenza del consiglio dei ministri.
Nel documento si legge che “Nel giorno in cui il Parlamento è chiamato a discutere del nuovo provvedimento sulle intercettazioni i giornalisti dell’Associazione Siciliana della Stampa di Siracusa ribadiscono il loro NO al reiterato tentativo del governo di “imbavagliare” l’informazione. In completa adesione a quanto già espresso dal sindacato unitario dei giornalisti siciliani, in tutte le sue articolazioni, ASSOSTAMPA Siracusa ribadisce la netta e decisa contrarietà a qualsiasi provvedimento che limiti o condizioni fortemente il dovere dei giornalisti ad informare in maniera piena, tempestiva e completa, e lo speculare diritto di tutti i cittadini ad essere informati in maniera altrettanto piena, tempestiva e completa”.

INTERCETTAZIONI: PANIZ, ANCHE CARCERE PER I GIORNALISTI PREVEDERE PENA TRA 15 GIORNI E UN ANNO

''Devono essere sanzionati i giornali che pubblicano e i giornalisti. I giornalisti con una misura di rilevanza penale''. Torna a proporre il carcere per i giornalisti l'on. Maurizio Paniz (Pdl), ospite di ''24 Mattino'' su Radio 24, per parlare del tema intercettazioni: ''Il giornalista che pubblica ciò che non può pubblicare dovrebbe subire una sanzione pensale, il carcere magari è un percorso più lungo - ha aggiunto Paniz -. Che ne so, ci vorrebbe una sanzione da 15 giorni a un anno, poi il giudice graduerà a seconda della violazione, vedrà se sono possibili riti alternativi, pene pecuniarie o multe o se il giornalista debba andare in carcere. Cosa che è tutto sommato molto rara nel nostro ordinamento per questa tipologia di situazione''. (ANSA)

NATALE: “ABBIAMO COMINCIATO A FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE”
SIDDI: “UNA LEGGE CHE CI DISCREDITA INTERNAZIONALMENTE”

29 settembre - Manifestazione in piazza del Pantheon a Roma contro la legge bavaglio sulle intercettazioni. La manifestazione del "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo" è indetta per dire di nuovo no al "reiterato tentativo del governo di imbavagliare l'informazione. Siamo con la società civile e decine e decine di associazioni, movimenti e sindacati – dicono gli organizzatori - a fronteggiare questo ennesimo ricatto alla democrazia".
Tra le adesioni quelle della Cgil, della Fnsi, dell'Ordine dei giornalisti, di Libertà e giustizia, di Articolo21 e di esponenti politici di Pd, Idv, Verdi e Federazione della sinistra. In piazza anche Ilaria Cucchi, l'avvocato Domenico D'Amati, Valigia blu, Tavola della pace, Usigrai, Anpi, la rete delle giornaliste Giulia e numerosi blogger. Per Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, occorre: "Staccare la spina di questo brutto spettacolo. Presenteremo un dossier e lo porteremo alle più importanti cancellerie europee e se la legge verrà approvata presenteremo un esposto alla Corte europea, perché sia disattivata".
In particolare, gli internauti vogliono scongiurare le norme cosiddette "ammazza blog", ovvero la possibilità di imporre ai gestori di tutti i siti informatici l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta, fondata o meno, del soggetto che se ne ritenga leso. La mancata rettifica nei termini comporterebbe per il blogger una sanzione pecuniaria sino a 12 mila euro.
Secondo l'avvocato Guido Scorza, esperto nel settore web, "imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori non professionali di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione, se non di minaccia, per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all'editore e/o al principale investitore pubblicitario. Quanti blogger rischierebbero 12 mila euro per difendere la loro libertà di parola?".
Il presidente Fnsi, Roberto Natale, concludendo la manifestazione ha detto: "La prossima settimana va in aula alla Camera questo sciagurato provvedimento. Oggi abbiamo cominciato a far sentire quale sia la nostra risposta.
La porteremo in piazze sempre più grandi in tutta Italia nelle prossime settimane e l'avremo vinta noi". (AGI) SIDDI, ILLIBERALE E BRUTTA FIGURA ALL'ESTERO
SEGRETARIO FNSI, DIBATTITO IN ARGENTINA SU MEDIA E DEMOCRAZIA BUENOS AIRES - ''Quello sulle intercettazioni è un altro progetto di legge illiberale e dannoso per tutti i cittadini, che sta facendo fare brutta figura all'Italia nel mondo'': lo ha sottolineato il segretario generale Fnsi, Franco Siddi, rispondendo alle sollecitazioni durante un seminario sull'informazione e la democrazia in Italia e in Argentina organizzato presso la sede locale dell'università di Bologna.
All'incontro - promosso dall'associazione Italianisudamericani e dalla fondazione 'Accion para la
comunidad' - hanno partecipato, tra gli altri, Damian Loreti, esperto di media e uno degli autori di una recente legge argentina sui mezzi d'informazione, e Marco Basti, direttore della Tribuna Italiana.
Durante il dibattito sono stati affrontati soprattutto i temi riguardanti l'informazione e il problema - molto sentito in Argentina - dei tagli di sostegno pubblico paventati dallo Stato, su numerosi fronti, degli italiani all'estero.
Riferendosi alla situazione attuale dell'informazione italiana, Siddi ha tra l'altro ricordato la necessità di ''tornare a un sistema di garanzie'': questa è d'altra parte ''una stagione - ha ricordato - in cui i giornalisti italiani sono solo accusati di essere dei farabutti. Siamo sotto attacco''.
'Non possiamo accettare l'idea di un'informazione grigia, che stempera, né d'altra parte arrenderci davanti al totem del reality show''. Meglio un ''eccesso d'informazione che una mancanza oppure delle carenze. E alle censure ci opporremmo con ogni mezzo e ogni sede'', ha concluso Siddi. (ANSA) ANSA/ INTERCETTAZIONI: SCATTA PROTESTA AL GRIDO 'NO BAVAGLI'
GIORNALISTI E BLOGGER AL PANTHEON, 'IN PIAZZA FINO A RITIRO DDL'
(di Michele Cassano) Il disegno di legge sulle intercettazioni torna in Parlamento e, come nelle passate occasioni, rivive all'unisono la protesta in piazza. Il primo atto della battaglia che gli oppositori al provvedimento intendono portare avanti fino al suo ritiro è andato in scena al Pantheon con una grande partecipazione di associazioni di giornalisti e blogger, sindacati, a partire dalla Cgil, e rappresentanti dell'opposizione. Meno cospicua la presenza di cittadini comuni, poche centinaia, che hanno testimoniato il loro no a un provvedimento, che inizierà l'iter il 4 ottobre, ritenuto incostituzionale.
Decine di cartelli con la scritta 'No ai bavagli' hanno fatto da sfondo al presidio organizzato dal Comitato per la libertà e il diritto all'informazione la cultura e lo spettacolo. Si sono visti anche i post-it gialli, diventati un simbolo della protesta, che già un anno fa riuscì nell'impresa di bloccare un analogo disegno di legge. Per terra anche uno striscione con il volto di Silvio Berlusconi, un divieto sulla sua bocca e la scritta 'Nessuno ti puo' giudicare, nemmeno il web. La verità ti fa male lo so'.
Alla protesta hanno partecipato diverse associazioni, come Rete Viola, Libertiamo.it, Anpi, Valigia Blu, Libertà e Giustizia e la neonata 'Giulia', giornaliste libere e autonome, guidata dai volti della Rai Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario.
Articolo 21 ha invece giurato simbolicamente in piazza sul rispetto in ogni caso del diritto di cronaca. E dal palco il portavoce Giuseppe Giulietti ha annunciato l'intenzione di adire la Corte europea dei diritti dell'uomo qualora venisse approvata la legge, ma anche di depositare un dossier in ogni cancelleria europea e, in extremis, di disattendere la norma pubblicando comunque le intercettazioni.
Presenti l'Usigrai, per portare avanti la battaglia 'Riprendiamoci la Rai', e la Fnsi con il suo presidente Roberto Natale. ''Il nostro - ha detto chiudendo dal palco la manifestazione - non è il no di una casta, ma di tanta parte della società italiana. Porteremo la protesta in piazze sempre più grandi in tutta Italia nelle prossime settimane e l'avremo vinta noi''. ''Questa legge che si vuole approvare - ha aggiunto il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino – indica che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perché compito del giornalista è essere scomodo''. Hanno aderito anche decine di parlamentari del Pd, dell'Udc, dell'Idv, di Fli, oltre a esponenti di Sel.
In piazza è stato gridato inoltre il no al cosiddetto comma 'ammazza-blog', che estende la regolamentazione della carta stampata ai siti informatici, in particolare sull'obbligo di rettifica. Una protesta che impazza sul web ed è stata fatta propria dall'associazione Agorà Digitale. (ANSA) INTERCETTAZIONI: DA 'NO AL BAVAGLIO' A 'VIVA LA LIBERTÀ', I POST IT A PIAZZA DEL PANTHEON 'No al bavaglio'. 'Viva la libertà'. 'Basta, fermiamoli'. Sono alcuni dei post it indossati e distribuiti in piazza del Pantheon a Roma dove si sta manifestando contro il ddl sulle intercettazioni, definito la 'legge bavaglio'.
Esponenti di partiti politici, sindacati e associazioni, ma anche tanti cittadini sono uniti in una contestazione animata. "Il governo se ne deve andare" urla una donna tra la folla. E ancora: "La magistratura deve indagare e noi dobbiamo sapere". Un uomo ha un megafono in mano. Lo tiene alto così che si possano leggere i ritagli di giornale che lo ricoprono. "È una rivolta contro la norma ammazza blog", porta scritto un ragazzo con il volto coperto dalla maschera del personaggio principale del celebre film 'V per vendetta'.
"È una legge ad personam", polemizza con enfasi Roberto Natale, presidente dell'Fnsi. "Il problema non è la privacy ma la segretezza che il presidente del Consiglio vuole su problemi di rilevanza pubblica. Quando sugli aerei di Stato si imbarcano allegre combriccole interessa anche a noi...". Parole che trovano eco in quelle del senatore Idv Stefano Pedica. ''Siamo qui per ribadire il nostro no alla legge bavaglio e al tentativo di chiudere con le intercettazioni.
Vogliamo continuare a denunciare una legge finta che serve solo a chi non vuole essere sbugiardato: Silvio Berlusconi", dice. (ADNKRONOS) BONELLI (VERDI), CON LEGGE BAVAGLIO A RISCHIO FUTURO DEMOCRAZIA "Noi Verdi siamo in piazza perché è in gioco il futuro della democrazia". Così Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, nel corso della manifestazione organizzata oggi pomeriggio a piazza del Pantheon a Roma per contestare il ddl sulle intercettazioni che il governo ha intenzione di riproporre.
"È inaccettabile che il monarca Berlusconi si senta immune e impunito di fronte alla legge -continua Bonelli- la politica ha perso etica e morale. Questa legge impedisce la diffusione di notizie di rilevanza pubblica a meno che non si ritenga fatto privato che il premier vada con escort che salgono sull'aereo di Stato. Si tratta della dignità del popolo italiano". (ADNKRONOS) LEONE, METTERE ORDINE SU BARBARIE PROCURE ''Il ddl presentato dal governo sulle intercettazioni è molto meno restrittivo di quello firmato da Mastella quando era ministro della Giustizia e approvato senza riserve da Pd e da IdV. Il problema è mettere ordine nell'autentica barbarie a cui certe procure hanno dato vita, permettendo la diffusione di intercettazioni rivolte solo a screditare Berlusconi e a diffondere notizie sulla vita privata delle persone''. Lo ha detto Antonio Leone (Pdl), vicepresidente della Camera.
''Parlare di legge-bavaglio e organizzare mobilitazioni di piazza a Roma significa - ha aggiunto - voler continuare a sguazzare nel gossip eletto ad arma di lotta politica. Un colpo mortale alla civiltà, alla democrazia e al diritto alla privacy di ognuno di noi''. (ANSA) ANCHE ILARIA CUCCHI ALLA MANIFESTAZIONE AL PANTHEON È presente anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, alla manifestazione contro il ddl intercettazioni in corso a piazza del Pantheon. "Siamo stanchi di sentirci dire che la legge è uguale per tutti - afferma - la legge bavaglio è un problema politico non delle persone perbene. Di giustizia la gente normale ancora muore". (ADNKRONOS) COMITATO PER LA LIBERTÀ E IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE, CULTURA E SPETTACOLO
INTERCETTAZIONI: OGGI TUTTI AL PANTHEON DALLE 15 ALLE 18
RIPARTE LA MOBILITAZIONE CONTRO IL BAVAGLIO AI MEDIA “Giovedì 29 settembre prossimo, dalle 15 alle 18, tutti a piazza del Pantheon a Roma. La manifestazione del ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’ è indetta per dire di nuovo no al reiterato tentativo del governo di imbavagliare l’informazione con una legge sulle intercettazioni. Secondo informazioni, infatti, il Governo si appresterebbe proprio giovedì 29 a ripresentare il testo del disegno di legge in aula. Lo avevamo detto ed ecco che saremo di nuovo assieme alla società civile, a decine e decine di associazioni, movimenti e sindacati a fronteggiare questo ennesimo ricatto alla democrazia.
Riempiremo dapprima piazza del Pantheon e poi tante altre piazze fino a sconfiggere ancora una volta questo disegno contro il diritto dell’opinione pubblica ad essere correttamente informata. Infatti, puntualmente collegata ad un nuovo scandalo che investe la vita pubblica, ed in particolare il Presidente del Consiglio, torna in primo piano la presunta necessità di una stretta sull’informazione. Lo ripetiamo a chi fa finta di non ricordare: il ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’, è stato protagonista delle mobilitazioni degli ultimi due anni sul tema della libertà di informazione attraverso storiche manifestazioni in tutta Italia e in particolare a quelle di Roma in Piazza del Popolo dell’ottobre 2009 e di piazza Navona del luglio 2010 con centinaia e centinaia di migliaia di partecipanti.
L’Italia dei referendum che ha votato in modo inequivocabile sul legittimo impedimento, l’Italia che si è mobilitata per la difesa dei diritti civili e per la difesa della Costituzione, l’Italia che ha riempito con milioni di donne le piazze hanno le idee chiare anche su questa nuova legge ‘ad personam’.
Un forte invito, dunque, a partecipare numerosi giovedì 29 settembre dalle 15 alle 18 in piazza del Pantheon a Roma ”. L'APPELLO A MANIFESTARE DI ROBERTO NATALE (da repubblica.it) SIDDI: “PRONTI ALLA MOBILITAZIONE CONTRO UNA LEGGE CHE MINACCIA LA LIBERTÀ DI STAMPA” Mentre la crisi economica e finanziaria sta portando il paese sull’orlo del baratro, il governo si divide e litiga ancora una volta sulle misure per la crescita e lo sviluppo e dimostra di essere confuso, incoerente, incapace nell’ affrontare la situazione.
E Berlusconi “unfit”, inadatto a guidare il paese, privo di credibilità e prestigio. Perfino la Confindustria adesso sostiene: “Salviamo noi l’ Italia”. Mentre sulla stampa di tutto il mondo si deride il nostro premier (non è necessario vedere le edizioni cartacee, basta collegarsi ai siti web per capire) a causa delle sue abitudini private, da uomo malato – come disse per prima sua moglie Veronica – a Roma nei palazzi del potere, a palazzo Chigi e a Montecitorio, la principale preoccupazione del governo, in questi giorni, è quella di approvare in Parlamento alcune leggi-vergogna per salvare Berlusconi dai tribunali, in primis la legge per limitare le intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura e imbavagliare i giornali. E poi anche il cosiddetto ‘processo lungo’ e la ‘prescrizione breve’. Il ddl intercettazioni sarà in aula alla Camera per il dibattito tra la fine di settembre (forse giovedi 29) e i primi di ottobre. In particolare il provvedimento prevede, in estrema sintesi, che le intercettazioni potranno essere pubblicate solo se considerate “rilevanti”, dopo una udienza-filtro, e i giornalisti che violeranno la norma rischiano un mese di carcere e multe pesanti. Libertà e Giustizia ha sempre combattuto contro questo progetto e pochi giorni fa (9 settembre) si è dichiarata pronta alla mobilitazione contro il bavaglio, contro la legge sulle intercettazioni che ostacolerà i magistrati nelle indagini e impedirà ai giornalisti di raccontare. Intanto il “Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, cultura e spettacolo” (www.fnsi.it) ha già chiamato alla mobilitazione contro il bavaglio ai media (web compreso), organizzando proprio per giovedì 29 una manifestazione al Pantheon a Roma, dalle 15! alle 18. Parlo del ddl intercettazioni con Franco Siddi, 57 anni, sardo (è nato a pochi chilometri da Cagliari, a Samassi), segretario della Fnsi (Federazione della stampa italiana) dal 2007. “In un paese normale, discutere di questo progetto non sarebbe affatto urgente”, mi dice Siddi. “Ma da noi c’è un premier che cerca di cancellare i suoi guai, pubblici e privati, accusando i giornali. Egli, a furia di manipolare la realtà e di raccontare bugie, convince anche se stesso che siano vere e ci crede. Le intercettazioni esistono perché la magistratura ha individuato comportamenti o episodi illeciti che meritano di essere accertati e chiariti. E quando gli atti giudiziari esistono e sono distribuiti alle parti in causa (come è accaduto per quasi tutte le intercettazioni pubblicate in queste settimane, consegnate addirittura in Parlamento e comunque ai difensori degli accusati) è evidente che la stampa deve darne n! otizia. È un dovere primario dei giornalisti, altrimenti farebbero un altro mestiere”. L’opinione di Siddi coincide con le motivazioni che il Corriere della sera, il 17 settembre, esponeva pubblicando le intercettazioni e altri documenti non più “coperti dal segreto” . Così il quotidiano, in un corsivo : “Abbiamo scelto di divulgarle in base al diritto-dovere di cronaca. Siamo consapevoli che le telefonate, in alcuni passaggi, mettono a rischio la privacy delle persone coinvolte: ma la decisione opposta, non pubblicarle, diventerebbe una forma di autocensura e di copertura e impedirebbe ai lettori di conoscere fatti e comportamenti rilevanti sul piano della politica e del costume“. Fra i politici, segnaliamo le parole del presidente della Camera Fini (a Mirabello, l’11 settembre): “Rabbrividisco all’idea che dopo la manovra, l’emergenza nazionale sia la legge sulle intercettazioni. È disgustoso leggerle sui giornali, ma è ancora più disgustoso dar vita a ce! rti comportamenti”. Invece, un sovraeccitato Berlusconi dice che a causa delle intercettazioni “si sente in Italia il morso dello Stato di polizia”. E tuttavia, chiedo ancora a Siddi, è davvero tutto pubblicabile senza limiti, col rischio di violare la privacy e la dignità di persone non indagate né accusate di alcun reato? “Voglio essere chiaro: i giornali non devono essere una buca delle lettere. E certo può accadere che un giornalista compia degli errori e cada nella violazione della privacy. Per esempio, non avrei mai pubblicato, qualche settimana fa, una conversazione estrapolata dagli atti giudiziari e relativa a presunti comportamenti privati di una donna e di un ministro. Ma chiunque ravvisa un danno può ricorrere agli organi competenti che vigilano sui codici deontologici e può chiedere una valutazione immediata in quella sede (Ordine dei giornalisti e Garante della privacy). Oggi i cronisti devono essere sempre più attenti alla loro responsabilità deontologica. Ma le notizie di pubblico interesse saranno pubblicate e potranno superare qualsiasi barriera: e una notizia di pubblico interesse non necessariamente è solo quella di un reato. Non si può invocare il bavaglio ogni volta che dalle intercettazioni arrivano notizie di malaffare, di inquinamento del circuito ! democratico,di azioni corrosive di enti e aziende pubbliche. E se si scoprono vicende boccacesche o tragicomiche nella vita privata del premier non si può tacere. Nè si può sostenere che i giornali danno conto solo per amore di gossip di quelle che non sono semplici e normali abitudini private di un politico. Il capo del governo è un uomo pubblico, non un privato cittadino qualunque. In tutti i paesi democratici la vita di un premier, come quella dei Capi di Stato o ministri, deve essere trasparente ed è sottoposta al faro permanente del ‘ tribunale’ della pubblica opinione. La censura non è ammissibile e l’autocensura sarebbe ugualmente grave. Voglio solo ricordare che qualche mese fa un ministro tedesco si è dimesso perché i giornali rivelarono che aveva commesso una marachella: la tesi di laurea era copiata! Non aggiungo altro”. A proposito: ma all’estero le intercettazioni depositate agli atti come vengono trattate dalla stampa? Sono pubblicate?” Anzitutto, negli altri paesi democratici gli atti diventano pubblici in tempi brevi, e i processi si svolgono in pochi mesi. Non accade come in Italia, dove prima di vedere in aula gli imputati passano mesi e mesi, anzi anni. E, soprattutto, i politici non fuggono davanti ai tribunali, non trovano cavilli di ogni tipo per non presentarsi davanti ai giudici, non approvano innumerevoli leggi ad personam per evitare le sentenze. Gli innocenti, di norma vogliono affrettare il giudizio. “In nessun paese se un giornalista viene a conoscenza di iniziative giudiziarie come quelle avviate in Italia, può permettersi di non darne ampia notizia. In Francia si verificò un caso clamoroso: nel 1996 i giornalisti Dupuis e Pontaut pubblicarono un libro nel quale riportarono intercettazioni telefoniche ed ambientali illecitamente effettuate da un ufficio speciale del Presidente Mitterand tra il 1983 e 1986 (nei confronti di giornalisti, politici, avvocati). Il tribunale di Parigi, nel 1998, condannò Dupuis e Pontaut, che però presentarono ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ebbene, con una sentenza del 7 giugno 2007 la Corte ha dichiarato che la Francia aveva violato l’art. 10 della Convenzione europea sulla libertà di espressione ed ha disposto che Parigi risarcisca i colleghi. Perché la libertà di stampa è un bene primario. E, in Italia, il diritto di cronaca e di critica è garantito come uno dei diritti fondamentali d! ell’individuo dall’art.21 della Costituzione”. Un altro articolo della Carta, il 15, viene esaminato in questo periodo: dispone la “segretezza ” e la “inviolabilità” per ogni forma di comunicazione. Che però possono ben essere “limitate per atto motivato dell’autorità giudiziaria”, secondo un comma che non viene mai ricordato. Il ddl sulle intercettazioni, con le sanzioni (anche il carcere) per i giornalisti, è rispettoso degli articoli 21 (“La stampa non può essere soggetta a censure”) e anche 15, della Costituzione? Stabilire che attraverso un’udienza-filtro, che preceda il deposito degli atti, si decida ciò che può essere reso pubblico delle intercettazioni e ciò che, invece, deve essere custodito o distrutto, mi pare una via percorribile. Con un’avvertenza: nel progetto odierno le intercettazioni sarebbero pubblicabili solo se “rilevanti”. Ecco, è questo concetto che non è ben definito. Le intercettazioni devono essere valutate se “rilevanti” o non, ai fini del proseguimento delle indagini, non in base ad altri incerti criteri. E poi, l’importanza per la pubblicazione la deve accertare il giornalista. Invece, il carcere per il cronista è una misura irragionevole: solo nei regimi autoritari si pretende che i giornalisti finiscano in carcere! Certo, se si falsa o si fabbrica una notizia si va incontro ad una sanzione; ma se racconto la verità ricercandola con lealtà (come diceva Walter Tobagi) e pubblico ! atti veri, la minaccia di detenzione va contro i principi del diritto e contro la Costituzione che riconosce la libertà di stampa”. Si fa anche l’ipotesi di far rivivere il progetto Mastella, approvato in modo bipartisan (solo alla Camera) nel 2007, all’epoca del governo Prodi. Ma era addirittura peggio dell’attuale ddl! Prevedeva pesanti sanzioni pecuniarie per i giornalisti e ugualmente il carcere e impediva ai giornali di pubblicare le intercettazioni fino al processo, “anche per riassunto”. “È bene ricordare che i giornalisti quattro anni fa scioperarono (29 giugno 2007), proprio contro il ddl Mastella che prevedeva un vero abuso nel vietare l’informazione giudiziaria in toto. Una legge bavaglio. Questo dimostra che noi sul tema delle intercettazioni e della libertà di stampa siamo attenti al merito: non ci opponiamo adesso al ddl del governo di centrodestra per ostilità politica; ieri abbiamo contrastato duramente il progetto di un esecutivo di centrosinistra. E non abbiamo cambiato opinione”. Quindi, se la legge-bavaglio che ora va in discussione a Montecitorio andrà avanti (forse sarà posta addirittura la fiducia per approvarla), la Federazione della stampa è di nuovo pronta alla mobilitazione?
“I giornalisti non vivono con l’obiettivo di andare in piazza. Vorremmo non dover arrivare a questa scelta. Prima di mobilitarci in piazza faremo di tutto per bloccare la legge-bavaglio. L’informazione corretta e reale non è una ‘merce’ qualsiasi: se manca o viene limitata, si colpisce un diritto fondamentale dei cittadini, si colpisce la stessa democrazia.
Naturalmente la piazza è uno strumento forte e lo useremo: se il Governo sulle intercettazioni ricorrerà alla prepotenza da colpo di coda torneremo in piazza e ci appelleremo all'opinione pubblica. E l'opinione pubblica emetterà una sanzione da Corte Suprema.
L'opinione pubblica può tornare ad assumere questa funzione e sono certo che cosi sarà”. Articolo di Francesco Palladino preso da Libertà e Giustizia INTERCETTAZIONI: SIDDI, FAREMO DI TUTTO PER BLOCCARE IL BAVAGLIO "Prima di mobilitarci in piazza faremo di tutto per bloccare la legge-bavaglio". Franco Siddi, segretario Fnsi, intervistato da 'Libertà e Giustizia' affronta il tema delle intercettazioni e afferma che "In un paese normale, discutere di questo progetto non sarebbe affatto urgente", dice Siddi, che attacca il premier e afferma che la pubblicazioni di atti giudiziari distribuiti dalle parti in causa "è un dovere primario dei giornalisti, altrimenti farebbero un altro mestiere".
"Voglio essere chiaro - prosegue Siddi – i giornali non devono essere una buca delle lettere. E certo può accadere che un giornalista compia degli errori e cada nella violazione della privacy",
ma "chiunque ravvisa un danno può ricorrere agli organi competenti che vigilano sui codici deontologici e può chiedere una valutazione immediata in quella sede (Ordine dei giornalisti e Garante della privacy)".
Siddi ricorda che "i giornalisti quattro anni fa scioperarono (29 giugno 2007), proprio contro il ddl Mastella che prevedeva un vero abuso nel vietare l'informazione giudiziaria in toto.
Una legge bavaglio. Questo dimostra che noi sul tema delle intercettazioni e della libertà di stampa
siamo attenti al merito: non ci opponiamo adesso al ddl del governo di centrodestra per ostilità politica; ieri abbiamo contrastato duramente il progetto di un esecutivo di centrosinistra. E non abbiamo cambiato opinione".
Quindi, se la legge-bavaglio che ora va in discussione a Montecitorio andrà avanti, la Federazione della stampa è di nuovo pronta alla mobilitazione? "I giornalisti non vivono con l'obiettivo di andare in piazza. Vorremmo non dover arrivare a questa scelta. Prima di mobilitarci in piazza faremo di tutto per bloccare la legge-bavaglio.
L'informazione corretta e reale non è una 'merce' qualsiasi: se manca o viene limitata, si
colpisce un diritto fondamentale dei cittadini, si colpisce la stessa democrazia". (AGI) INTERCETTAZIONI: SIDDI, NO A DDL MA QUELLO MASTELLA È PEGGIO
SEGRETARIO FNSI, PRONTI A MOBILITAZIONE Il segretario della Fnsi Franco Siddi critica il ddl intercettazioni ora all'esame dell'Aula della Camera (''siamo pronti alla mobilitazione''), ma definisce ''addirittura peggio'' il testo Mastella al quale oggi la maggioranza sembra voler tornare. È quanto si legge in un'intervista a Siddi pubblicata sul sito di 'Libertà e Giustizia'. ''Non si può invocare il bavaglio ogni volta che dalle intercettazioni arrivano notizie di malaffare'', osserva il giornalista.
''Non si può invocare il bavaglio - prosegue Siddi - ogni volta che dalle intercettazioni arrivano notizie di malaffare, di inquinamento del circuito democratico, di azioni corrosive di enti e aziende pubbliche. E se si scoprono vicende boccaccesche o tragicomiche nella vita privata del premier non si può tacere. Né si può sostenere che i giornali ne danno conto solo per amore di gossip di quelle che non sono 'semplici e normali abitudini private di un politico'.
Il capo del governo è un uomo pubblico, non un privato cittadino qualunque''.
''In tutti i paesi democratici la vita di un premier deve essere trasparente ed è sottoposta al faro permanente del 'tribunale' della pubblica opinione. La censura - afferma ancora Siddi - non è ammissibile e l'autocensura sarebbe ugualmente grave''. Per quanto riguarda il ddl Mastella, Siddi è categorico: ''Ma era addirittura peggio dell'attuale ddl!
Prevedeva pesanti sanzioni pecuniarie per i giornalisti, carcere compreso e impediva ai giornali di pubblicare le intercettazioni fino al processo, anche per riassunto'', ricorda. I giornalisti, conclude, nel 2007 scioperarono contro tale testo. (ANSA) FRANCO SIDDI: “C’È CHI VORREBBE TOGLIERE DI MEZZO LA LIBERA INFORMAZIONE” Franco Siddi è andato giù duro contro governo e premier, nell’incontro-dibattito di ieri sera, a Montevideo organizzato dalla Fondazione Italia nelle Americhe sulla situazione della stampa italiana in Sudamerica. Il segretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha sottolineato con forza che “l’informazione è un bene pubblico, e deve pertanto godere del rispetto e delle garanzie di libertà e di indipendenza che le consentono di essere fino in fondo la vera Corte Suprema dei cittadini”. Poi ha attaccato: “Oggi purtroppo, nel mondo del potere economico e finanziario e delle prepotenze politiche, si cerca sempre di più di condizionare il sistema e di comprimere il ruolo della stampa, e talvolta di assumerla come avversario. Per noi, invece, l’informazione è un bene essenziale per i cittadini, come il pane dopo la guerra. Non c’è dubbio che l’informazione è la prima fonte di acquisizione di conoscenze delle persone, affinchè queste possano formarsi una libera opinione e fare scelte consapevoli. Quando l’informazione – non sempre – riesce a fare questo, ovviamente disturba i poteri, e c’è chi vorrebbe togliere di mezzo questo disturbo. Costoro non ci piacciono”, ha affermato lapidariamente il segretario della Fnsi per poi affondare: “questi hanno storicamente sempre perso, e perderanno anche stavolta, ma nel frattempo combinano grandi guai”. Come? “Intervenendo sul mercato delle risorse, da quelle pubblicitarie a quelle dei finanziamenti pubblici”. In questo modo, secondo Siddi, fanno sì che “oggi non ci sia una vera libertà” d’informazione, che possa essere esercitata secondo criteri di neutralità, e che dovrebbe essere “assicurata dai finanziamenti pubblici”.
In particolare, la stampa italiana all’estero svolge una funzione democratica insostituibile per la cittadinanza, “riveste una grande importanza e attualità, oggi misconosciuta dal ‘sistema-Italia’, dal ‘sistema-Paese’”.
I numeri avallano quanto affermato: “da dieci anni i finanziamenti sono bloccati sulla stessa cifra”. Anzi, ora il governo “tende a ridurli ancora, se non a comprimerli del tutto”.
Siddi ha poi ricordato le misure di lotta adottate per far fronte a questi “abusi”, che avrebbero provocato la sicura chiusura di quasi tutti i quotidiani e i periodici italiani pubblicati nel mondo. Azioni prolungate nel tempo che “miracolosamente” hanno impedito questa morte certa. “Ciò è accaduto perché la stampa italiana all’estero ha saputo sintonizzarsi con le sensibilità italiane più vicine all’affermazione piena dell’idea dell’italianità nel mondo, che non è un puro slogan. E’ uno slogan di propaganda per molti politici, ma per noi – lo dico a nome della FNSI – è invece un’idea da coltivare e da vivere coerentemente, mettendo perciò in campo con azioni concrete, che si rendono necessarie perché essa sia affermata.
Nell’agenda italiana” – ne è convinto – “i fondi all’editoria sono considerati da molti, anche nel mondo dell’informazione, uno spreco. Si fa di tutta l’erba un fascio e non si riesce a capire quanto sia necessario fare scelte di spesa pubblica qualificate e selettive. I tagli lineari sono un esercizio ragionieristico, tecnocratico. Danno respiro ai conti pubblici nel breve termine, ma non risolvono alcun problema reale e ne creano di nuovi”. Per Siddi, l’informazione è un bene materiale, e tuttavia “un motore di sviluppo della vita comunitaria, pilastro di identità culturale e sociale”. “Il nostro governo ritiene che la politica estera altro non possa essere che promozione, anzi propaganda, del Made in Italy. Ma non si riesce a capire” – considera il segretario della Fnsi – “che la migliore promozione è quella che parte dai buoni esempi, dalle buone pratiche, dalle belle esperienza”.
Gli italiani all’estero e la loro stampa sono insieme “un collante di vita comunitaria e nazionale oltre i confini geografici della penisola e elementi straordinari di promozione dell’italianità e di tutto ciò che ad essa fa riferimento, dai beni culturali a quelli materiali dei prodotti dell’ingegno e delle produzioni di qualità. E’ un’opera meritoria e impagabile”, ha affermato Siddi, “che non è ripagata da nessun conto pubblico. Siamo arrivati all’assurdo che qualche istituto italiano di cultura considera l’informazione che viene dall’Italia come un eccesso, un eccedente, e che siano sufficienti i bollettini del Ministero degli Esteri. E’ incredibile… Sicuramente gli istituti italiani di cultura non hanno bisogno di un’informazione velinara. Ma evidentemente stanno succedendo cose strane, o stanno partendo ordini strani…”Abbiamo infatti saputo da Buenos Aires che l’IIC locale intende disdettare l’abbonamento a un’agenzia (e probabilmente anche a più di una), con la seguente motivazione: “il servizio offerto eccede le nostre necessità di essere informati”. (Di Silvano Malini - da La Gente d’Italia del 27 settembre) LE ADESIONI INTERCETTAZIONI: PUNTOECAPO ADERISCE A MANIFESTAZIONE ROMA

La decisione del governo Berlusconi di "forzare i tempi sulla legge che riduce il ricorso alle intercettazioni e ne vieta sostanzialmente la loro pubblicazione provoca profonde preoccupazioni sulla permanenza in Italia del diritto di cronaca. Per questo Puntoeacapo - si legge in un comunicato stampa - aderisce alla manifestazione di oggi al Pantheon, a Roma".
A chi giova punire i giornalisti? Perché introdurre norme liberticide anche sui blog internet? Perché legare le mani ai pubblici ministeri, obbligandoli a chiedere ogni due settimane il rinnovo del permesso di intercettare? "La risposta a queste domande è semplice: una informazione meno libera, pm meno liberi, servono a mettere il silenziatore alle tante inchieste sul potere malato. Di più: per impedire l'emersione di un mondo fatto di 'Paese di merda', di 'patonza che deve girare', di Lavitola 'che deve restare la, si colpisce il diritto di intercettare su casi gravissimi", è la posizione della componente sindacale dei giornalisti.
"Se questa legge fosse già passata, non avremmo mai saputo nulla dell'inchiesta sulla clinica Santa Rita di Milano, né della risata dell'imprenditore che pensa agli appalti del dopo-terremoto, né del caso Ruby. Tutto ciò è inaccettabile.
Per questo Puntoeacapo - conclude la nota - rit
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