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La sede della RSI Radiotelevisione svizzera (Foto: srgd.ch)
Internazionale 06 Feb 2018

Svizzera, giornalisti del servizio pubblico in lotta contro il referendum che vuole abolire il canone

Al via la mobilitazione promossa dai sindacati di settore, Impressum e Syndicom, in vista del voto del 4 marzo. La solidarietà  della Fnsi ai lavoratori preoccupati per il futuro dell'emittenza nazionale pubblica e privata. A rischio 18mila posti di lavoro.

Giornalisti svizzeri in lotta contro l'iniziativa popolare 'No-Billag' che porterebbe all'abolizione del canone televisivo e radiofonico, nonché al divieto di finanziamenti pubblici alle emittenti radio e tv pubbliche e private. La norma prevede inoltre che dal 2019 si passi a un sistema di aste per le concessioni radiotelevisive.

A lanciare l'allarme, assieme ai sindacati nazionali di categoria, Impressum e Syndicom, è la Federazione europea dei giornalisti (Efj), che invita gli affiliati a far sentire la loro voce contro il referendum su cui i cittadini svizzeri si pronunceranno il prossimo 4 marzo.

«L'adozione del 'No-Billag' – spiega una lettera del segretario generale della Efj, Ricardo Gutierrez – avrebbe conseguenze disastrose per la radiotelevisione pubblica svizzera e per altre 34 stazioni radio e TV locali private che verrebbero private di oltre 65 milioni di franchi. Fino a 60 canali televisivi e radiofonici sono a rischio di chiusura. In particolare i media locali e i servizi linguistici delle minoranze sono in pericolo».

Se entrasse in vigore il 'No-Billag', a pagare il prezzo più alto sarebbero i lavoratori: sono a rischio 4.500 giornalisti e fino a 13.500 posti di lavoro dell'indotto, con un forte impatto «sulla qualità del giornalismo, sul pluralismo dei media e sulla diversità delle opinioni e delle lingue, sul buon funzionamento della democrazia in Svizzera», incalza la Efj.

Anche la Fnsi, insieme con gli altri sindacati affiliati alla Efj, si schiera al fianco dei giornalisti svizzeri in lotta contro la preoccupante iniziativa, «al fine di mantenere un settore radiotelevisivo pubblico forte e indipendente in Svizzera e un panorama pluralistico dei media», scrivono il segretario generale il presidente, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, in una lettera di solidarietà inviata ai colleghi di Impressum e Syndicom.

@fnsisocial

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