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Uffici Stampa 06 Ago 2005

Uffici stampa, Nicastro (presidente Ordine dei giornalisti di Sicilia): "Soluzioni nel segno dell'autonomia e della valorizzazione della professione"

"Concordo con Gaetano Perricone sulla necessità di ragionare sugli uffici stampa con pacata concretezza. Proviamo allora a mettere un freno agli strepiti e alle aggressioni personali e partiamo da una puntualizzazione preliminare.

"Concordo con Gaetano Perricone sulla necessità di ragionare sugli uffici stampa con pacata concretezza. Proviamo allora a mettere un freno agli strepiti e alle aggressioni personali e partiamo da una puntualizzazione preliminare.

"Concordo con Gaetano Perricone sulla necessità di ragionare sugli uffici stampa con pacata concretezza. Proviamo allora a mettere un freno agli strepiti e alle aggressioni personali e partiamo da una puntualizzazione preliminare. Mai e in nessuna circostanza il presidente dell’Ordine si è opposto alla stabilizzazione dei precari. Anzi ne ha fatto una ragione delle sue preoccupazioni e delle sue occupazioni e qualcosa ha pure fatto, benché ora ci sia chi si sforza per partito preso di ignorarlo, per trovare soluzioni giuste e condivise. In primo luogo nell’interesse di tutti coloro (“precari storici” sono stati definiti) che certo hanno buoni e fondati motivi per aspirare a un approdo occupazionale definitivo. A questo obiettivo mirano le iniziative che il sindacato, d’intesa e con la partecipazione dell’Ordine, ha recentemente promosso. Ha trovato un’intesa con la Regione per una direttiva che obbliga gli enti locali a dotare le piante organiche delle figure professionali giornalistiche. Ha sottoscritto insieme con l’Ordine un accordo con l’Anci per fare partire i concorsi. Da ultimo ha attivato un tavolo tecnico con la Regione che l’Ordine ha contribuito a promuovere. E proprio in questa sede, nel confronto con un assessore delegato dal presidente della Regione, si stanno avvistando i percorsi di stabilizzazione che prevedono l’applicazione di regole certe e di criteri finalmente chiari. Se proprio si vuole chiudere questa partita nel modo più serio non sono avvistabili né strade alternative né scorciatoie. Lo dico per sottolineare ancora una volta che, nella ricerca delle soluzioni, deve valere sempre il principio dell’autonomia e della valorizzazione della professione: in sostanza non si può dare alla politica (senza alcuna distinzione di schieramento) il potere assoluto di decidere chi dovrà essere stabilizzato e in base a quali meriti. Ma ecco che, quando la trattativa era giunta a un passaggio decisivo, gli onorevoli Salvo Fleres (che per pura combinazione è anche giornalista e addetto stampa) e Giovanni Barbagallo hanno presentato una proposta legislativa che non tiene conto di quello che si discute nell’ambito della concertazione. Alla presentazione dell’iniziativa i due parlamentari hanno invitato solo alcuni rappresentanti sindacali e un consigliere dell’Ordine. Ma perché non hanno pensato anche al segretario dell’Assostampa, che pure rappresenta qualcosa, e all’intero consiglio dell’Ordine? Sia il segretario dell’Assostampa sia il presidente dell’Ordine sono stati invece tenuti all’oscuro. E bisognerebbe spiegare perché sono stati scelti come interlocutori solo pezzi dell’Ordine e pezzi del sindacato. Sull’iniziativa di Fleres e Barbagallo, che come poi si è scoperto non aveva neppure la copertura finanziaria, sono intervenuto con una dichiarazione critica ma argomentata. Scansando i fuochi d’artificio degli annunci con le trombe, ho detto che il testo era ambiguo (e infatti della proclamata stabilizzazione non c’era traccia) e ho usato argomenti di cui il Consiglio aveva discusso non poco. Perciò non si può dire, come sottolineano due consiglieri presenti e partecipanti, che sono intervenuto a titolo personale. Qui non posso comunque che ribadire un rischio: non solo i colpi di mano producono lacerazioni di cui non si avverte alcun bisogno ma rischiano di annebbiare il confronto e di ritardare le soluzioni. Forse è meglio discutere prima, con pacatezza e senso di responsabilità. Agli altri abituati a usare espressioni che denotano una certa caduta di stile e parlano come vestali immacolate (il sito della Fnsi è stato usato in questo caso come strumento di diffusione di insinuazioni e varie amenità: neanche fosse un piccolo blog) vorrei ricordare che non ho alcun incarico (ma solo una collaborazione storica autorizzata). Quello universitario (a reddito zero) è concluso da tempo. E in quanto alla legge che a suo tempo ha consentito la mia assunzione era l’unica norma in vigore. Risale al 1976; le successive modifiche hanno riguardato solo il numero dei componenti dell’ufficio e il loro trattamento. Altre epoche. Oggi magari le condizioni saranno mutate". Franco Nicastro, presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia

@fnsisocial

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