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Il municipio di Eraclea
Associazioni 05 Mar 2019

Veneto, il consiglio comunale di Eraclea off limits per i giornalisti. Il sindacato regionale: «Violato il diritto di cronaca»

Operatori e fotografi sono stati scortati fuori dall'aula dagli agenti della polizia locale, mentre un collega della Rai è stato allontanato da un carabiniere dopo che una donna fra il pubblico lo avrebbe visto armeggiare con il cellulare. «Gli amministratori farebbero meglio a preoccuparsi della mafia invece che dei cronisti», commentano Monica Andolfatto e Gianluca Amadori.

Ordine e Sindacato giornalisti del Veneto denunciano «la grave limitazione al diritto di cronaca avvenuto a Eraclea, dove le telecamere delle tv e i fotografi dei quotidiani locali non hanno potuto riprendere la seduta del consiglio comunale».

All'ordine del giorno, spiegano i rappresentanti regionali dei giornalisti, «un unico punto: le dimissioni del sindaco in carcere dallo scorso 19 febbraio con l'accusa di voto di scambio nell'ambito dell'inchiesta in cui la Procura Antimafia di Venezia contesta il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso che ha portato all'arresto di altre 49 persone. Incredibilmente telecineoperatori e fotografi sono stati scortati fuori dall'aula dagli agenti della polizia locale, mentre un giornalista della Rai del Tg1-Tv7 è stato allontanato da un carabiniere dopo che una donna fra il pubblico lo avrebbe visto armeggiare con il cellulare: 'Ho spento una videochiamata inopinatamente in arrivo', ha detto l'interessato».

Il divieto alle riprese è stato giustificato appellandosi a un regolamento comunale che impone la richiesta autorizzativa almeno con 24 ore di anticipo. Preavviso non previsto nel caso di convocazioni straordinarie come quella in oggetto.

«Gli amministratori di Eraclea farebbero meglio a preoccuparsi della mafia invece che dei giornalisti», commentano la segretaria del Sindacato Veneto, Monica Andolfatto e il presidente dell'Ordine regionale, Gianluca Amadori.

Ordine e Sindacato, nel ricordare il dovere alla trasparenza cui è chiamata la Pubblica amministrazione, richiamano la sentenza n. 105/1972 con cui la Corte Costituzionale ha stabilito che, 'esiste un interesse generale alla informazione, e questo interesse implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime, assenza di ingiustificati ostacoli legali, anche temporanei, alla circolazione delle notizie e delle idee'.

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