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Marinella Soldi, presidente Rai (Foto: Ansa)
Usigrai 26 Nov 2021

Violenza sulle donne, la Cpo Usigrai alla presidente Soldi: «A Porta a Porta violato il codice etico?»

La Commissione punta il dito contro la «vergognosa intervista» a una delle ragazze protagoniste, qualche anno fa, della storia di pedofilia nel quartiere Parioli di Roma e ribadisce: «Servono le parole giuste per affrontare queste vicende e parlare delle vittime ma anche di chi le sfrutta, tema spesso solo sfiorato».

«Ieri abbiamo assistito a una pagina di ottima informazione del servizio pubblico sul tema della violenza contro le donne. Approfondimenti e servizi sono andati in onda in tutte le edizioni dei tg e dei gr nazionali e regionali. Del resto era l'impegno dell'azienda. Peccato che non si possa dire altrettanto dell'ennesima puntata di Porta a Porta». Lo sottolinea, in una nota, la Commissione pari opportunità dell'Usigrai.

«Peccato – incalza la Cpo – che, nella giornata che sollecita lo sforzo collettivo di eliminare la violenza sulle donne, Bruno Vespa abbia sentito l'impellenza di cominciare la puntata con una vergognosa intervista a una delle ragazze (oggi maggiorenne ma all'epoca dei fatti quattordicenne) protagoniste della storia di pedofilia nel quartiere Parioli di Roma. Un'intervista dalla quale sono anche spariti, e con le loro responsabilità, gli uomini che si approfittano di quelle adolescenti».

La Commissione chiede quindi «alla presidente della Rai Marinella Soldi, che sappiamo impegnata sul tema, se non si rilevi una violazione del codice etico della Rai e se non siano stati traditi per l'ennesima volta i principi sanciti nel contratto di servizio. Servono le parole giuste per affrontare queste vicende e parlare delle vittime ma anche di chi le sfrutta, clienti compresi, tema che spesso viene soltanto sfiorato con meno attenzione e incisività come visto anche nel programma condotto da Serena Bortone, Oggi è un altro giorno, durante il quale peraltro è stato più volte utilizzato il titolo grafico 'baby squillo'».

Conclude la Cpo dei giornalisti e delle giornaliste del servizio pubblico: «La violenza sulle donne è una questione sociale e culturale. E la prima azienda culturale del Paese deve dare l'esempio per scardinare arcaici stereotipi e favorire il cambiamento».

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