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Associazioni 23 Apr 2021

Resto del Carlino, il Sindacato giornalisti Veneto: «No alla chiusura della redazione di Rovigo»

L'Assostampa regionale si unisce all'appello dell'Associazione stampa polesana e invita l'editore a cambiare idea, «salvaguardando la professionalità  e l'occupazione dei giornalisti, messa a rischio anche dalla intenzione di esternalizzare pezzi della produzione del giornale».

Il direttivo regionale del Sindacato giornalisti Veneto «conferma forte preoccupazione e rammarico» per la prospettata chiusura della redazione di Rovigo del Resto del Carlino. «La presenza del Resto del Carlino in provincia di Rovigo – si legge sul sito web dell'Assostampa – rappresenta un valore aggiunto per l'informazione sin dai tempi in cui, come Giornale dell'Emilia, raccontava le vicende dei territori a nord del Po collegati storicamente, socialmente ed economicamente con il Polesine. Più di settant'anni di lavoro di giornalisti e poligrafici hanno portato la vita e le problematiche polesane in un giornale a caratura nazionale. Oggi, l'editore Riffeser, che è il presidente della Fieg, intende completare nella maniera peggiore il lento processo di svuotamento dell'edizione di Rovigo, dopo aver attuato uno strutturale depauperamento delle risorse economiche e umane ad essa dedicate nel tempo».

Per i rappresentanti dei giornalisti del Veneto, «la decisione di chiudere la redazione del Carlino di Rovigo, aperta il 26 gennaio 1954, è ancor più grave perché svilisce ancor più l'immagine di un giornale storico e in particolare l'impegno lavorativo dei colleghi che si sono avvicendati sulle scrivanie della redazione rodigina e sul territorio. Risorse umane, peraltro, sfruttate oltre ogni limite, imponendo a corrispondenti e collaboratori retribuzioni al di sotto della soglia minima del rispetto del lavoratore e della sua dignità».

Il Sindacato giornalisti Veneto si unisce dunque all'appello già formulato dall'Associazione stampa polesana e invita l'editore «a modificare le scelte in merito alla redazione rodigina salvaguardando la professionalità e l'occupazione dei giornalisti, messa a rischio anche dalla intenzione di esternalizzare 'pezzi' della produzione del giornale».

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