La carta stampata sopravvivera' al 2043, anno nel quale gli esperti anglosassoni predicono uscira' l'ultima pagina dell'ultimo giornale scritto. Ne sono certi i giornalisti che si sono trovati a Milano - auspice l'Associazione Lombarda dei Giornalisti - a discutere del loro ruolo e del prodotto che realizzano, anche alla luce del contratto nazionale di lavoro il cui rinnovo e' fermo da due anni e mezzo.
-(ANSA) - MILANO, 21 MAG La carta stampata, e' stata la conclusione, sopravvivera' se riuscira' ad adeguarsi ai profondi cambiamenti in corso. ''Il teatro non e' morto con l'arrivo di radio, cinema e televisione dopo 2500 anni in cui e' stato luogo di dibattito e di cultura - ha osservato il direttore del Corriere della sera, Paolo Mieli -: non morira' il giornale con l'arrivo dell'informazione globale. Ogni giorno si ripetera' il miracolo del cittadino che va in edicola e paga un euro perche' qualcuno continuera' a dargli una gerarchia delle informazioni e lo aiutera' a comprendere il senso che lega le diverse notizie''. Opinione condivisa da Michele Muzii, presidente della Federazione tra le concessionarie di pubblicita': ''anche il libro e' sopravvissuto all'arrivo del giornale. Cosi' il quotidiano sopravvivera' all'arrivo dell'elettronica. L'importante e' saper cogliere quei mutamenti che hanno portato, ad esempio, al fatto che il 60% dei ricavi di un quotidiano ormai viene dalla pubblicita', e il 40 dalla vendita delle copie''. Nel suo intervento Mieli ha fatto un raffronto tra Walter Tobagi e Marco Biagi, entrambi uccisi dalle Brigate Rosse: ''sono state due persone che hanno osato gettare scompiglio nella propria parte e romperne il conformismo senza tradire, rimanendo persone integre a dispetto delle calunnie di quanti hanno provato a spiegare il loro assassinio''. Secondo Antonio Panzeri, ex segretario della Camera del Lavoro di Milano e oggi europarlamentare Ds, nel mancato rinnovo del contratto dei giornalisti si nota ''una crisi di rappresentanza: una incapacita' di coniugare interessi particolari con quelli generali. C'e' da riflettere sul consenso che la battaglia dei giornalisti ha nell'opinione pubblica''. Tra i relatori c'era anche un rappresentante degli editori: Renato Salvetti, direttore della sede di Milano della Fieg. ''Con l'arrivo di Internet e dei giornali gratuiti - e' il suo pensiero - i cittadini sono sempre piu' tentati a pensare che le informazioni si trovano gratis e ovunque (sul Pc grazie a Internet e ai giornali online, sull'I-Pod, sul telefono cellulare). Nella giungla mediatica un ruolo sempre piu' importante sara' ricoperto dall' autorevolezza di editori e giornalisti, chiamati a offrire una griglia di importanza nel flusso delle informazioni''. (ANSA).