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Contratti 05 Ott 2005

Il ministro Mario Landolfi polemizza con Serventi sul diritto di scioperare o di non scioperare

«Fino a prova contraria nel nostro ordinamento lo sciopero è ancora un diritto e non è ancora un dovere. Le parole di Serventi Longhi rimandano a un 'picchettaggio' mediatico che non avrebbe ragione di esistere».

«Fino a prova contraria nel nostro ordinamento lo sciopero è ancora un diritto e non è ancora un dovere. Le parole di Serventi Longhi rimandano a un 'picchettaggio' mediatico che non avrebbe ragione di esistere».

«Fino a prova contraria nel nostro ordinamento lo sciopero è ancora un diritto e non è ancora un dovere. Le parole di Serventi Longhi rimandano a un 'picchettaggio' mediatico che non avrebbe ragione di esistere». Così il ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, a margine del seminario 'Bi-Sogni', in corso a Farfa, replica alle parole del segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. «I giornalisti che hanno liberamente deciso di non scioperare -ha concluso l'esponente di An- non vanno trattati o considerati alla stregua di untori». Le dichiarazioni di Pandolfi si riferiscono alle dichiarazioni dl segretario all'assemblea di Palermo di ieri. Assemblea convocata dal Cdr e dei vertici sindacali siciliani come risposta alla decisione dell'editore del Giornale di Sicilia di far uscire il giornale durante lo sciopero dei giornalisti. (Adnkronos) «Fino a questa mattina ho sentito vari editori che ci hanno confermato che non intendono mollare, che questa è la 'resa dei conti' rispetto a un contratto che evidentemente non risponde più alla realtà attuale. Ma noi lo difenderemo coi denti e siamo pronti il 18 a proclamare altri scioperi». Lo ha detto il segretario generale della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, intervenuto oggi a Palermo all'assemblea aperta promossa dai redattori del Giornale di Sicilia. «Alcune peculiarità - ha aggiunto - come 'adeguamento salariale automatico che gli editori vogliono eliminare, sono garanzie essenziali per l'autonomia del giornalista». Il segretario della Fnsi ha lanciato anche un appello all'Ordine dei giornalisti «a verificare se nei confronti degli iscritti si possano ravvisare atteggiamenti che hanno ferito valori fondanti della professione» ipotizzando sanzioni contro chi il 30 settembre e l'1 ottobre ha scelto di lavorare, ignorando lo sciopero nazionale e facendo arrivare in edicola il Giornale di Sicilia, nonostante gran parte dei redattori avesse scelto di astenersi dal lavoro.(ANSA)

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