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Dibattito Fnsi 25 Apr 2008

"Lettera 22": "Si scrive Fnsi, si legge Minculpop?"

«Sorprende e sgomenta che la Federazione nazionale della stampa italiana, sindacato unico di categoria, abbia deciso di spalleggiare l'Ordine dei giornalisti nella emanazione di quella che ha tutto il sapore di una 'velinà, degna del Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria. Il documento indica infatti ai colleghi le esatte denominazioni da usare ogni qualvolta si trattino temi quali immigrazione e clandestinità, specificando i casi nei quali ciascuna di esse è più appropriata». Lo afferma in una nota Paolo Corsini, presidente di Lettera22, l'Associazione di giornalisti e operatori della comunicazione

«Sorprende e sgomenta che la Federazione nazionale della stampa italiana, sindacato unico di categoria, abbia deciso di spalleggiare l'Ordine dei giornalisti nella emanazione di quella che ha tutto il sapore di una 'velinà, degna del Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria. Il documento indica infatti ai colleghi le esatte denominazioni da usare ogni qualvolta si trattino temi quali immigrazione e clandestinità, specificando i casi nei quali ciascuna di esse è più appropriata». Lo afferma in una nota Paolo Corsini, presidente di Lettera22, l'Associazione di giornalisti e operatori della comunicazione

«Tra le perle di questo prontuario politically correct - spiega Corsini -, in accoglimento delle 'preoccupazioni dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiatì, la rigorosa distinzione tra 'richiedente asilò, 'rifugiato', 'beneficiario di protezione umanitaria', 'vittima della tratta', migrante/immigrato' e 'migrante irregolare': perifrasi, quest'ultima, che sostituisce il comune ed, evidentemente, indelicato 'clandestinò, per il quale si suggerisce anche, nei casi di persona che sia rimasta sul territorio 'dopo la scadenza del visto d'ingresso', la dicitura di 'overstayer'. Insomma, quando si scrive un articolo su un immigrato magari autore di un reato, occhio al prontuario! Va segnalata anche - ricorda Corsini - la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di un decreto dei ministri delle Comunicazioni e dello Sport (n. 36 del 21 gennaio 2008) in cui si recepisce il 'Codice di autoregolamentazione delle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi', redatto da Ordine dei giornalisti, Fnsi, Unione stampa sportiva italiana e Fieg. Tra molte indicazioni brilla, per implicite e potenziali derive censorie, la seguente: 'Che nell'informazione sportiva, attraverso i diversi mezzi di comunicazione di massa, non siano veicolati messaggi di incitazione o di legittimazione nei confronti delle violazioni di leggè. Il che, tradotto in soldoni redazionali, significa non poter riportare gli slogan degli ultrà quando, come spesso accade, costituiscano istigazione a delinquere. Alcune espressioni delle frange sportive sono aberranti e meritevoli della massima severità sul piano giudiziario e dell'ordine pubblico, ma il silenziatore applicato a chi riporta i meri dati di cronaca è un principio inaccettabile. Non risulta poi chiaro se, impegnandosi a commentare i fatti sportivi 'in maniera rispettosa della dignità delle persone', Fnsi, Ordine e Fieg si riferiscano anche alla classica formula 'arbitro cornuto'. I segnali di inquietante conformismo nella e sulla informazione non mancano, dopo i casi già noti del corso su comunicazione e violenza urbana voluto dall'ex sindaco capitolino Walter Veltroni, e dopo la convocazione dei direttori dei tg da parte dell'uscente presidente della Commissione affari costituzionali, Luciano Violante. Si rediga, se si ritiene, un manuale di formazione generale, teso a spiegare le differenze semantiche tra tanti termini usati impropriamente ed erroneamente in ambito giudiziario ed economico, allora. Oppure si stili una lista di sinonimi e contrari volta a raffinare il linguaggio mediatico e a consentire un uso più ampio e variegato della splendida faretra espressiva che la lingua italiana ci mette a disposizione. Gli strumenti per una maggiore e migliore correttezza non potranno essere che i benvenuti. Una iniziativa tesa a imporre il politicamente corretto con la scusa di evitare la possibile confusione tra un 'migrante' e un 'clandestino', ripetiamo, appare solo una velina da Minculpop. Non avremmo mai creduto - conclude Corsini - di doverci impegnare in una battaglia antifascista...Meno che mai alla vigilia del 25 aprile». (AGI)

@fnsisocial