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Dibattito Fnsi 03 Feb 2006

Par condicio, Fnsi e Cdr: "Basta con i giornalisti al guinzaglio, no ai monologhi e sanzioni pesanti per chi commette abusi"

I leader politici si rifiutino di portarsi nelle trasmissioni televisive giornalisti scelti da loro, basta con i monologhi, sì a sanzioni pesanti verso chi commette abusi nel servizio pubblico radiotelevisivo: la Federazione Nazionale della Stampa insieme ai Comitati di redazioni delle testate giornalistiche televisive di Rai e Mediaset fanno queste proposte in un incontro sulla Par condicio e sul monito del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Molti dubbi sono stati espressi sul regolamento della par condicio approvato ieri dalla Vigilanza, in particolare sul fronte dei duelli televisivi

I leader politici si rifiutino di portarsi nelle trasmissioni televisive giornalisti scelti da loro, basta con i monologhi, sì a sanzioni pesanti verso chi commette abusi nel servizio pubblico radiotelevisivo: la Federazione Nazionale della Stampa insieme ai Comitati di redazioni delle testate giornalistiche televisive di Rai e Mediaset fanno queste proposte in un incontro sulla Par condicio e sul monito del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Molti dubbi sono stati espressi sul regolamento della par condicio approvato ieri dalla Vigilanza, in particolare sul fronte dei duelli televisivi

«Condividiamo - ha detto Paolo Serventi Longhi - le parole di Ciampi. Adesso non c'è par condicio, non ci sono condizioni eque per tutti ma c'è un forte squilibrio che privilegia il capo del governo». Serventi, segretario della Federazione, ha parlato di operazione mediatica senza precedenti e ha definito contraddittorie e difficilmente comprensibili le norme per i duelli tv: bisogna puntare soprattutto alla valorizzazione dei giornalisti perché, ha spiegato, «non è detto che tali confronti debbano avere un unico conduttore» «Sarebbe singolare - ha aggiunto - appaltare tutto a Bruno Vespa. Dobbiamo essere chiari: il modello 'Porta a Porta' non ci piace». Sarebbe opportuna una gestione diretta da parte delle testate giornalistiche con il direttore pienamente legittimato a scegliere i giornalisti per i confronti televisivi, giornalisti liberi in grado di dare vita a un un contraddittorio reale capace di informare gli utenti del servizio pubblico. È stato menzionato il caso dell'«Incudine» come «precedente pericoloso»: «Si è arrivati a scegliere i parrucchieri, i truccatori, a portarsi dietro tutto il proprio staff ma non si può pensare di portarsi da casa anche i giornalisti o di cambiare i palinsesti o i registi». «La par condicio - ha detto il Presidente della Federazione Franco Siddi - è uno strumento legislativo necessario per garantire, in un sistema alterato come quello italiano dove si assiste a una distorsione degli assetti televisivi, il diritto di tribuna a tutti i partecipanti alla competizione elettorale». Anche Roberto Natale (Usigrai) ha insistito sul recupero del 'giornalista che fa le domande', ha ricordato le spaccature in seno al Cda della Rai e all'interno dell'Autorità per le Comunicazioni proprio sulla par condicio e ha elencato i casi sui cui si sono focalizzate le maggiori polemiche (da Isoradio a quello dell'Incudine, menzionato anche da Serventi) e ha ammonito i conduttori a non permettere che si facciano monologhi in libertà: «Basterebbe che uno di loro dicesse basta». Le stesse preoccupazioni dei leader sindacali sono state espresse dai giornalisti dei comitati di redazione del Tg1, Tg2 e del Tg3. Presente anche Gaetano Savatteri (Mediaset) che ha richiamato il caso di Sandra Mondaini e dello spot pro-Berlusconi, oggetto di una lettera all'Autorità per le Comunicazioni. L'informazione - hanno sostenuto - rischia di ridursi a pura polemica politica, mentre i fatti scivolano in secondo piano. Un esempio è stato fatto da Alessandra Mancuso (Tg1) con la vicenda Unipol e l'attacco ai magistrati di Milano accusati dal premier di averlo insabbiato. «È vero esattamente il contrario», ha precisato la Mancuso ma c'è il pericolo che passi «esattamente il messaggio opposto». La confusione fra informazione e propaganda politica è stato uno dei temi centrali di oggi, il primo di una serie per 'monitorare' la situazione momento per momento. «Le regole - ha detto David Sassoli - non dovrebbero arrivare a ridosso delle elezioni politiche e per quanto riguarda i 'faccia a faccia' non dovrebbero rendersi necessari gli ordini della politica. La politica, questa è la verità, si sta mangiando la Rai». Gaetano Savatteri (Tg5) si è soffermato sull'importanza di comminare pesanti sanzioni a quanti commettono abusi. «L'etere è come una spiaggia, tutti ci possono andare ma nessuno può pensare di costruire un grattacielo in riva al mare senza che poi nulla accada...». (ANSA)

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