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Fondo Complementare 10 Mar 2009

Rinnovati il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei sindaci del Fondo Pensione complementare dei giornalisti italiani Le valutazioni delle componenti sindacali della Fnsi

I giornalisti italiani hanno rinnovato gli organismi dirigenti del Fondo Pensione complementare. Pubblichiamo l'esito delle elzioni e i commenti delle componenti sindacali della Fnsi.

I giornalisti italiani hanno rinnovato gli organismi dirigenti del Fondo Pensione complementare. Pubblichiamo l'esito delle elzioni e i commenti delle componenti sindacali della Fnsi.

Al termine delle quattro giornate in cui si potevano esprimere le proprie preferenze solo con il voto elettronico sono risultati eletti nel nuovo Consiglio di amministrazione: Marina Cosi (Rainews 24) voti 657, Roberto Seghetti (Panorama) voti 448, Giovanni Rossi (pensionato) voti 434, Gianfranco Astori (Asca) voti 388, Maria Grazia Molinari (pensionata) voti 316 e Vincenzo Varagona (Rai Tgr Marche) voti 284. Nel corso delle elezioni, i giornalisti hanno provveduto anche a rinnovare il Collegio dei sindaci, per il quale sono risultati eletti sindaci effettivi Andrea Di Segni (voti 346) e Antonio Irde (voti 211), mentre sono risultati sindaci supplenti Alberto Arrigoni (voti 203) e Gian Piero Calchetti (voti 73). “AUTONOMIA E SOLIDARIETA’” RINGRAZIA GLI ELETTORI DEL FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE DEI GIORNALISTI “Autonomia e Solidarietà” ringrazia gli elettori che hanno votato per il rinnovo del Consiglio d’amministrazione e del Collegio dei sindaci del Fondo pensione complementare dei giornalisti italiani (Fpcgi). La partecipazione al voto (circa il 6.5% degli aventi diritto) è stata in linea con quella registrata nelle recenti elezioni suppletive di consiglieri Inpgi (che prevedeva una doppia modalità di voto, on line e al seggio allestito nelle Associazioni di stampa, contrariamente al Fondo dove si è votato solo on line). In pochissimi hanno votato durante il week end. La più parte dei colleghi si è attivata nel pomeriggio di lunedì 9 marzo, ultima data utile. Fra le ore 16 e le 18 di questo lunedì (chiudendo l’urna elettronica alle 19) sono infatti giunte, all’email dedicata del Fondo, quasi 1.500 richieste di conoscere il proprio numero d’iscrizione. Numero, dimenticato o smarrito, indispensabile per ottenere il “certificato elettorale”. E, benché le richieste siano state tutte evase, solo una parte dei richiedenti è poi riuscita a votare. Si tratta di problemi complessi, determinati, tra l’altro, dalla scelta delle giornate di voto, dal nuovo sistema elettorale e da modalità tecnico-organizzative, da cui anche le organizzazioni di categoria dovranno partire per migliorare la capacità d’informare sulle caratteristiche del Fondo, sia aumentando le occasioni di partecipazione, sia con più frequenti comunicazioni. Del resto, il voto impegna gli eletti nella lista unitaria – all’interno della quale un largo consenso hanno registrato i candidati indicati da “Autonomia e Solidarietà”, a cominciare da Marina Cosi, largamente la più votata – alla realizzazione del programma elettorale che prevede, appunto, una maggiore attenzione al rapporto con gli iscritti anche attraverso la realizzazione di una newsletter periodica (oltre al sito istituzionale ed alle pagine che “Giornalisti” dedica al Fpcgi). Altro obiettivo che occorre perseguire con decisione, malgrado le difficoltà fin qui incontrate per realizzarlo, è l’accesso al Fondo anche per i colleghi liberi professionisti. Su questi temi, i colleghi di “Autonomia e Solidarietà”, d’intesa con tutti gli eletti della lista unitaria, opereranno al meglio per onorare l’impegno elettorale. Il Coordinatore nazionale di “Autonomia e Solidarietà” Giovanni Rossi DA “NUOVO IMPEGNO PER I DIRITTI” BUON LAVORO AL CONSIGLIO DEL FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE dichiarazione del coordinatore, Gianni Todini. Buon lavoro ai colleghi eletti nel Consiglio del Fondo di Previdenza complementare, ed in particolare al collega Gianfranco Astori, del quale siamo lieti di registrare la affermazione. Il Fondo è uno strumento importante per la tutela del reddito della categoria, che dimostra la lungimiranza del sindacato nel proporlo e costituirlo negli anni ’90, uno strumento che va tutelato, ben gestito e sottratto a piccoli giochi di potere. Di fronte alle sfide che ci aspettano nel contesto della crisi economica in atto, appaiono davvero di scarsa rilevanza le ‘’polemichette’’ suscitate in proposito da Alberizzi di Senza bavaglio (gli suggeriamo, in ogni caso, di leggere più spesso la sua posta elettronica per trovare risposte a tutti i suoi dubbi). Certo, sull’esempio del Card. Ruini nel referendum sulla procreazione, Alberizzi può affermare di essere l’unico vincitore: i colleghi hanno evidentemente raccolto il suo accorato appello all’astensione in modo spropositato. Senza bavaglio al Fondo raccoglie oltre il 90% delle astensioni! Le nostre congratulazioni! Nuovo impegno per i diritti riafferma il suo sostegno alla Fnsi nella difficile trattativa in corso con la Fieg ed esorta a fare presto nella chiusura del nuovo contratto, sapendo che ci sono tempi buoni e tempi difficili ma che unica è la strada per la affermazione dei diritti dei giornalisti. Ci attendiamo, in particolare, impegno per i colleghi più giovani e per la larga fascia dei precari. Sono essi il futuro della categoria e se sacrifici devono essere fatti sulla struttura salariale, questi devono essere a loro favore, per annullare e ridurre il dualismo in essere di trattamenti salariali e normativi. FONDO COMPLEMENTARE/Elezioni? Un flop! Complimenti! Quattro giorni di votazioni con il sistema elettronico e partecipazione bassissima. La democrazia della lista bulgara - inventata dai sindacalisti nostrani - ha fatto flop! Il comunicato ufficiale recita: "I giornalisti italiani hanno rinnovato gli organismi dirigenti del Fondo Pensione Complementare". Sarebbe stato più corretto dire che "un pugno di giornalisti italiani ha rinnovato......". La conclusione è ovvia: gli eletti rappresentano un'esigua, esigua, esigua minoranza. La gran massa dei giornalisti italiani non ha votato. La disaffezione, comunque, mi pare non importi un granché ai nostri dirigenti. Ecco i risultati Consiglio di amministrazione: Marina Cosi (Rainews 24) voti 657 Roberto Seghetti (Panorama) voti 448 Giovanni Rossi (pensionato) voti 434 Gianfranco Astori (Asca) voti 388 Maria Grazia Molinari (pensionata) voti 316 Vincenzo Varagona (Rai Tgr Marche) voti 284. E' stato rinnovato anche il Collegio dei sindaci: Andrea Di Segni (voti 346) Antonio Irde (voti 211) Sindaci supplenti: Alberto Arrigoni (voti 203) Gian Piero Calchetti (voti 73). E adesso vediamo i dati del 2005 quando le lista non era bulgara: - n. 1.919 schede scrutinate di cui: - n. 1.888 schede valide; - n. 23 schede bianche; - n. 8 schede nulle. Avevano riportato preferenze per il Consiglio di amministrazione Cosi Marina 1.082 Siddi Francesco Angelo 721 Seghetti Roberto 717 Rossi Giovanni 637 Azzolini Luciano 620 Molinari Maria Grazia 526 Gerace Francesco 494 Ronsisvalle Luigi 482 Lombardi Giacomo 427 Provera Adriano 404 Eletti per il Collegio dei sindaci Marras Giovanni 587 Di Segni Andrea 549 Arrigoni Alberto 546 Erano risultati eletti in CDA: Cosi Marina Siddi Francesco Angelo Seghetti Roberto Rossi Giovanni Azzolini Luciano Molinari Maria Grazia E alla carica di Sindaco: Marras Giovanni Di Segni Andrea E ora vediamo di comparare: Marina Cosi scende da 1082 a 657 Roberto Seghetti da 717 a 448 Giovanni Rossi da 637 a 434 Maria Grazia Molinari da 526 a 316 Per il collegio dei sindaci: Andrea Di Segni passa da 549 a 346 Un voto di grande sfiducia verso una dirigenza screditata. Senza Bavaglio e Puntoeacapo avevano chiesto di non votare per non avallare una procedura antidemocratica (quella che prevede una lista unica) andata in disuso persino in Bulgaria. SENZA BAVAGLIO FONDO COMPLEMENTARE, BOOM DI ASTENSIONI. I RISULTATI DANNO RAGIONE A PUNTOEACAPO Sul Fondo complementare dei giornalisti Puntoeacapo aveva deciso di non presentare propri candidati e di non partecipare al voto. I risultati generali dell'affluenza ci hanno dato ragione. Le elezioni si sono concluse con la elezione diretta dei giornalisti che si erano presentati nella lista unica di Autonomia-Stampa democratica-Quarto Potere e ha votato solo il 6,37 per cento degli aventi diritto, ben due terzi di meno di quelli che si erano espressi l'ultima volta. Con il risultato che sei colleghi eletti in modo bulgaro gestiranno il Fondo della categoria con meno di mille voti ricevuti in totale. Lo avevamo previsto. Puntoeacapo aveva invitato all'astensione per almeno due buoni motivi. I soci non avevano ricevuto alcuna indicazione sul come era possibile candidarsi. E, a differenza di quanto avevano fatto l'Inpgi e gli altri istituti di categoria, nessuna informazione capillare era stata inviata in tempo utile. In silenzio è stata presentata una lista unica con sei nomi che, di fatto, più che a una elezione ha portato alla nomina automatica di sei membri di quel monocolore che governa FNSI, INPGI e CASAGIT. Vogliamo chiarire meglio: in queste condizioni ai sei colleghi che si sono presentati sarebbe bastato anche un solo voto ciascuno per essere eletti. Più che una mancanza, una assenza di democrazia, la pura rincorsa all'occupazione delle poltrone da parte di una ristretta oligarchia sempre più lontana dalla professione. La stessa oligarchia che, a quanto pare, sta per regalarci un contratto che ricorderemo a lungo. Un metodo già lungamente rodato nell'ultimo anno: quando, nonostante avesse dovuto dimettersi per incompatibilità dal suo ennesimo incarico, il segretario della Fnsi Franco Siddi è tranquillamente rimasto a far parte del Consiglio di amministrazione del Fondo. Il Fondo è una istituzione fondamentale, da tutelare soprattutto nella prospettiva di pensioni integrative sempre più necessarie. Noi non abbiamo mai pensato di fare di questa vicenda un terreno di giudizi o scontri personali sui singoli candidati. Ma denunciamo con forza questo modo di agire, abituale per la maggioranza monocolore che governa il sindacato e gli enti di categoria. Cogliamo l'occasione per un ennesimo, ultimo appello sul contratto, che peraltro speriamo non giunga a tempo scaduto: non tocchiamo gli scatti di anzianità, l'unica vera garanzia di adeguamento dei nostri stipendi al costo della vita. E l'unico automatismo che ci permette di non omologarci a lobby e cordate spesso imperanti nei luoghi di lavoro! Gli editori hanno già ottenuto tanto, a cominciare dal governo che elargirà cifre milionarie per anni e anni per finanziare i prepensionamenti. E' vero: finalmente l'Inpgi è stato liberato da un pesante onere che nessun altro istituto di previdenza sosteneva. Ne siamo soddisfatti. Ma, a scatti ridimensionati, sarebbero le buste paga dei colleghi a essere vistosamente falcidiate. Facciamo sentire la nostra voce, non accettiamo ricatti. DIFENDIAMO DAVVERO L'ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE DIFENDIAMO LA LIBERTA' E LA FORZA DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA

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