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Componenti Fnsi 21 Dic 2005

Stampa Democratica, Quarto Potere e Movimento Liberi Giornalisti spiegano i motivi dell'astensione in Consiglio Nazionale. La replica di Guido Besana, Segretario generale aggiunto della Fnsi. La controreplica della maggioranza dell'Alg

MILANO, - Movimento Liberi Giornalisti,Stampa Democratica e Quarto Potere, ovvero i gruppi di maggioranza che rappresentano oltre il 60% del Direttivo all'Associazione Lombarda dei Giornalisti, spiegano in un comunicato perchè si sono astenuti, ieri a Roma durante il Consiglio Nazionale della Fnsi, nella votazione sulla decisione o meno di affidare alla Giunta esecutiva un nuovo pacchetto di 7 giorni di sciopero.

MILANO, - Movimento Liberi Giornalisti,Stampa Democratica e Quarto Potere, ovvero i gruppi di maggioranza che rappresentano oltre il 60% del Direttivo all'Associazione Lombarda dei Giornalisti, spiegano in un comunicato perchè si sono astenuti, ieri a Roma durante il Consiglio Nazionale della Fnsi, nella votazione sulla decisione o meno di affidare alla Giunta esecutiva un nuovo pacchetto di 7 giorni di sciopero.

"Il rinnovo del contratto nazionale - commentano Giovanni Negri (presidente dell'ALG - Stampa Democratica), Edmondo Rho (consigliere nazionale FNSI - Quarto Potere) e Pierfrancesco Gallizzi (segretario dell'ALG - Movimento Liberi Giornalisti) - è fondamentale per l'intera categoria e deve essere raggiunto, se necessario,con azioni forti e decise. Di questo ne siamo consapevoli e non abbiamo mai rinunciato e mai rinunceremo a batterci utilizzando anche lo strumento dello sciopero". "Riteniamo però - aggiungono - che, in linea con il modo d'agire che noi poniamo in essere a Milano e in Lombardia, capitali dell'informazione e del giornalismo italiano, le decisioni debbano essere prese confrontandosi direttamente e maggiormente con la base, con le redazioni, ascoltando chi quotidianamente svolge la nostra professione". "Ci sembra invece - concludono i rappresentanti delle tre componenti - che Serventi Longhi e la maggioranza della Fnsi, all'indomani del pacchetto di scioperi esaurito nei giorni scorsi, più che riflettere sui malesseri della categoria si limitino a proporre altre 7 giornate di astensione dal lavoro senza una precisa strategia". (ANSA) COMUNICATO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA DELL'ASSOCIAZIONE LOMBARDA DEI GIORNALISTI È sufficiente dire le cose come stanno perché alla maggioranza della Fnsi e alla minoranza dell'Associazione Lombarda dei giornalisti saltino i nervi. E vengano diffusi comunicati che distorcono la verità e insinuano subdole menzogne. Proprio come è successo nei giorni scorsi, dopo che i Consiglieri nazionali di opposizione hanno motivato pubblicamente la loro astensione sul documento approvato martedì 20 dicembre dal Consiglio nazionale, che affida alla Giunta federale un nuovo pacchetto di sette giorni di sciopero. Di fronte a reazioni isteriche e scomposte, noi vorremmo spiegare con calma e chiarezza le nostre posizioni. La coalizione che ha la responsabilità di governare l'Associazione regionale di stampa più importante e numerosa d'Italia sta affrontando da mesi il rinnovo del Contratto nazionale con un impegno senza precedenti, organizzando manifestazioni che non hanno avuto uguali in tutto il territorio nazionale, promuovendo decine di assemblee in stretto contatto con i Comitati e Fiduciari di redazione di tutta la Lombardia. Proprio questa esperienza diretta sul territorio ci ha fatto toccare con mano un malessere diffuso e trasversale tra i colleghi. Un malessere che è emerso in tutta evidenza dopo le pesanti difficoltà incontrate nella gestione degli scioperi nei periodici-familiari, nei televisivi e, da ultimo, in un importante news-magazine nazionale. Quando è saltato il possibile accordo-ponte con la Fieg, e dopo aver evidenziato in ripetute riunioni della Giunta federale e in Commissione contratto il disagio e le difficoltà incontrati, il Presidente e il Vicepresidente della Lombarda in un documento hanno denunciato la mancanza di metodo (chiarezza), strategia (lungimiranza) e tattica (interventi mirati) della Fnsi. Nonostante ciò, hanno continuato, con il pieno accordo e il costante collegamento con i massimi vertici della Federazione, a sostenere le ragioni della mobilitazione in moltissime e spesso delicate assemblee. Per questo leggiamo con stupore, nel documento delle correnti di Autonomia e Solidarietà e Giornalisti uniti, l'accusa di ambiguità e l'affermazione secondo cui il nostro "atteggiamento anche questa volta, come è accaduto nei recenti scioperi, non impedirà il successo dell'azione del sindacato". Un'insinuazione palesemente falsa e strumentale, dopo che anche nell'ultimo Consiglio nazionale è stato dato pubblicamente atto ai vertici della Lombarda dell'impegno determinante che hanno svolto nel corso delle ultime tornate di scioperi. Dalla Lombarda è stata inoltre in questi mesi sollecitata con forza la necessità di discutere con i colleghi per comprendere le loro ragioni e recuperare consenso, di promuovere iniziative per coinvolgere trasversalmente la politica e la società civile. Ci fa piacere che ora la Federazione promuova in tutte le regioni ciò che noi chiedevamo da tempo. Non solo. La Fnsi sostiene di non aver finora preso decisioni "senza aver prima sentito e avuto il via libera dalla conferenza nazionale dei cdr e dalla commissione contratto". Ci chiediamo perché in questa occasione non l'abbia fatto, come chiedevano i Consiglieri nazionali di opposizione, e intenda invece consultare questi organismi solo per concordare le date e le modalità di svolgimento degli scioperi. Ci si chiede, maliziosamente, quale contratto vogliamo? Noi ribadiamo ciò che è noto sia in Giunta federale sia in Commissione contratto. Fallito l'accordo ponte resta la nostra piattaforma, che abbiamo condiviso e che sosteniamo in tutte le assemblee. Non siamo disponibili ad arretrare di un passo sugli scatti di anzianità. Non siamo disposti a cedere agli editori ulteriori spazi di flessibilità, oltre a quella già troppo generosamente concessa con il contratto del 2001. Chiediamo da sempre retribuzioni che riconoscano concretamente il ruolo e la centralità del giornalista, dipendente e free lance. E a questo proposito, sui colleghi lavoratori autonomi si ipotizzano grandi progetti ma finora poche cose concrete sono state fatte. A partire dalla mancata difesa e applicazione delle norme già contenute nel contratto. Ecco perché la Lombarda rinnova l'invito a tutti i Comitati e Fiduciari di redazione ad occuparsi seriamente dei collaboratori, a verificare che le norme di legge sui pagamenti vengano applicate, e invita i Cdr che stanno rinnovando i loro integrativi a concordare impegni precisi con le aziende nei confronti dei free lance. Questa è la nostra posizione. Ci farebbe invece piacere che il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, insieme alla sua maggioranza, spiegasse a tutti i colleghi il reale significato di un'affermazione fatta nel corso della Commissione contratto del 23 novembre scorso. Alla dichiarazione della Lombarda di esigere che tutti e 77 i punti della piattaforma contrattuale venissero conquistati, il Segretario ha risposto: "Il contratto finale sarà diverso dalla piattaforma. Il contratto è un accordo e gli accordi sono dei compromessi che devono essere un passo in avanti rispetto a quello che c'è". Quali sarebbero, per Serventi Longhi, tra i 77 punti quelli davvero irrinunciabili? Ricordiamo questa nostra posizione netta anche al gruppettino di opposizione in Lombarda che si richiama a Nuova Informazione, e che nasconde dietro il linguaggio arrogante e volgare dei suoi comunicati l'incapacità di esprimere valide proposte politiche. Facciamo loro presente che i Consiglieri nazionali di opposizione rappresentano la maggioranza in Lombardia e forti e significative a Roma,, Napoli, Firenze, Torino. Bisogna farsene una ragione. E a proposito del rigore invocato verso quei colleghi che non scioperano, ricordiamo che un anno e mezzo fa la Lombarda ha cancellato dall'Associazione 1.221 giornalisti per morosità. Non esiste un provvedimento del genere in tutta Italia. Tutti si tengono tutti, perché i numeri fanno effetto e generano poltrone. Noi, invece, siamo certi di disporre di numeri veri. E il rigore lo esercitiamo e lo pratichiamo, ma sosteniamo pure con convinzione l'esigenza del dialogo. Perché un sindacato è forte solo se ha consenso, se riesce a coinvolgere i colleghi sui valori che esprime. Stampa Democratica, Quarto Potere, Movimento Liberi Giornalisti, Tribuna Stampa Milano, 23 dicembre 2005 Lettera aperta ai colleghi "di opposizione" della FNSI. Ho letto e riletto i comunicati di critica alla linea sindacale della FNSI firmati da alcuni colleghi, in gran parte lombardi, che si dichiarano "di opposizione". Ho letto, riletto e rimango perplesso. Concordo, da tempo, su molti punti, ad esempio sul fatto che sia necessario in una vertenza così difficile confrontarsi continuamente con i colleghi e con i CdR, e per questo verrà convocata la Conferenza nazionale dei Cdr, verrà convocato il Coordinamento nazionale dei CdR dei periodici, verrà convocato il Coordinamento nazionale dei CdR dell'emittenza radiotelevisiva. Per questo la maggioranza ha impegnato "la Giunta a concordare con le Associazioni Regionali di Stampa assemblee territoriali con la partecipazione dei direttivi delle stesse AA.RR.SS. e delle consulte regionali dei CdR. Le assemblee regionali potranno essere estese a tutti i giornalisti dipendenti e freelance, alle strutture di base e ai gruppi di specializzazione." Immagino quindi che in Lombardia, ad esempio, si riunirà la Commissione Sindacale, che è l'assemblea dei CdR. Concordo anche, avendone avuto esperienza diretta al pari dei colleghi che ora li denunciano, sul fatto che ci siano dei malesseri in alcune redazioni, tanto è vero che abbiamo avuto dei problemi nella gestione degli scioperi. E di questo abbiamo già iniziato a discutere, in diverse assemblee in Lombardia ad esempio, ad alcune delle quali ho partecipato con i colleghi Negri, Stigliano, Rho. Abbiamo anche iniziato a discuterne in consiglio nazionale, individuando alcuni dei problemi principali, ad esempio nel settore dei periodici, e concordando, maggioranza e opposizione, sulla necessità di porre questo argomento all'ordine del giorno delle prossime riunioni dei coordinamenti e della conferenza. Perchè dalle prime analisi è emersa chiaramente la maggiore difficoltà nella gestione degli scioperi causata dai mutamenti tecnologici, dalle modificazioni dell'organizzazione del lavoro, dalla spregiudicatezza di alcuni editori nell'utilizzare forme di flessibilità estrema al di fuori delle previsioni contrattuali, dall'aumento del ricorso a precari per la sostituzione del personale in sciopero, in violazione dello Statuto dei lavoratori. Concordo sulla necessità di affiancare agli scioperi altre azioni, come le manifestazioni fatte ad esempio in Lombardia, o gli incontri con i rappresentanti politici, ultimi Prodi e Bonaiuti. E so che tutti siamo pronti a continuare, anche adottando alcune delle proposte fatte da vari colleghi sia in Consiglio Nazionale sia in Commissione Contratto. E allora qual è il problema? Paiono in realtà due: 1- chi proclama gli scioperi? 2- qual'è la strategia? Sul primo punto credo sia necessario capirsi: gli scioperi li proclama la Giunta Esecutiva, che può chiedere mandato, come ha fatto, al Consiglio Nazionale (sia a Maggio sia a Dicembre), alle Commissioni Contratto (a Maggio), alla Conferenza dei CdR (a Settembre, durante gli Stati generali). Gli scioperi però sono una forma di azione sindacale da attuare all'interno di una vertenza per ottenere qualcosa. La Fnsi ha il mandato a rinnovare il CNLG con la Fieg sulla base di una piattaforma. E sinora nessuno ha revocato o modificato quel mandato. Terminato il round del 2005, con 7 giornate di sciopero cui la categoria ha risposto comunque con adesioni altissime, vogliamo iniziare il secondo con o senza la possibilità di scioperare? Sapendo, sia chiaro, che le date le decideremo assieme. Sul secondo punto i colleghi di opposizione facciano un passo avanti: invece di denunciare: " la mancanza di metodo (chiarezza), strategia (lungimiranza) e tattica (interventi mirati) della Fnsi " dicano chiaramente: "Proponiamo queste modifiche alla strategia, alla tattica, al metodo. " Sulle cose concrete, molti di loro lo sanno, si parla senza steccati e si concordano le cose. Io, almeno, sono abituato così. Guido Besana, segretario generale aggiunto FNSI . P.S. se è vero, come scrivono i colleghi lombardi, che " i Consiglieri nazionali di opposizione rappresentano la maggioranza in Lombardia e forti e significative a Roma, Napoli, Firenze, Torino." è anche vero che i consiglieri nazionali di maggioranza rimangono di maggioranza. E tra questi ci sono i rappresentanti di Nuova Informazione, tra cui il sottoscritto, che non considera necessario fare qualcosa di eclatante e contrario alla linea sindacale approvata dagli ultimi Congressi per marcare la propria esistenza in vita. Anche se sto in un "gruppettino". Cari colleghi, abbiamo ricevuto la lettera aperta di Guido Besana, segretario generale aggiunto della Fnsi e consigliere di opposizione nel Direttivo dell'Associazione lombarda dei giornalisti, che si riconosce in Nuova Informazione, costola lombarda di Autonomia e Solidarietà. Abbiamo in verità già ampiamente risposto alle domande che Besana ci pone, sia per iscritto, a partire dal documento del 18 novembre e con quelli successivi, sia oralmente, negli interventi in Giunta federale, in Consiglio nazionale e in Commissione contratto, e soprattutto con i fatti, nell'organizzare assemblee a sostegno dell'ultima tornata di scioperi e della linea unitaria del sindacato. In ogni caso, per rispetto di voi colleghi, riteniamo giusto rispondere un'ennesima volta. Sperando che sia l'ultima. Prima di tutto, respingiamo nel modo più netto e definitivo l'insinuazione che la maggioranza della Lombarda ritenga non siano più necessari gli scioperi per contrastare le posizioni rigide e inaccettabili degli editori e arrivare a un valido rinnovo contrattuale. Gli scioperi vanno fatti, ma in maniera più efficace. In ritardo, i vertici della Fnsi si sono accorti della necessità di confrontarsi con i colleghi, promuovendo assemblee territoriali. Peccato però lo facciano dopo aver già proclamato il nuovo pacchetto di scioperi, senza aver accettato il nostro suggerimento di ascoltare prima i colleghi. In Lombardia noi non solo riuniremo nelle prossime settimane la Commissione sindacale ma, insieme e d'intesa con i Comitati e Fiduciari di redazione, organizzeremo un'assemblea generale aperta a tutti i colleghi e assemblee nelle singole redazioni. Sottolineiamo inoltre che le pesantissime difficoltà incontrate nella gestione degli scioperi, soprattutto nei periodici, non sono state determinate solo da "mutamenti tecnologici, modificazioni dell'organizzazione del lavoro, spregiudicatezza di alcuni editori nell'utilizzare forme di flessibilità estrema al di fuori delle previsioni contrattuali e aumento del ricorso a precari per la sostituzione del personale in sciopero", ma in particolare dalla dura reazione della Fieg, che ha condizionato, e continuerà a condizionare nel corso della vertenza, l'organizzazione del lavoro nelle redazioni. Ecco perché vanno aggiornate strategie e tattiche sindacali oramai superate. Il metodo: deve rimanere quello che noi adottiamo da sempre: parlare con chiarezza con i colleghi, far comprendere gli obiettivi della vertenza evitando enfasi e forzature, in modo da ottenere il massimo consenso alla battaglia che stiamo combattendo. La strategia: bisogna prepararsi a un confronto anche lungo con una pianificazione di ampio respiro. Questo per noi significa scioperi con adesioni e risultati elevati e pure iniziative che coinvolgano la società civile e riescano a tenere alta la tensione lungo tutti i mesi del confronto, per esempio le manifestazioni già fatte in Lombardia o dibattiti pubblici sui temi della vertenza, come noi ci apprestiamo a organizzare, in modo da non far calare il silenzio sulla trattativa e sulle nostre ragioni. La tattica: le iniziative di mobilitazione devono essere organizzate in momenti precisi della vita nazionale e sociale, perché abbiano impatto e risalto massimi anche sulla pubblica opinione. Eventi che tradizionalmente sono stati in passato ignorati, come le Olimpiadi invernali di Torino a febbraio e i mondiali di calcio di Germania 2006 a giugno, oltre che durante la campagna elettorale per le politiche della prossima primavera. Poche idee, ma molto concrete. Che siamo pronti a difendere e portare avanti. Noi siamo abituati così. La maggioranza dell'Associazione lombarda dei giornalisti Milano, 29 dicembre 2005

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