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Componenti Fnsi 10 Gen 2013

"Vergognosa sentenza su vicedirettore giornale radio Rai "

"Suscita sconcerto, preoccupazione e molta tristezza la sentenza con cui è stato assolto dalla Cassazione il blogger che nel suo sito aveva definito il vicedirettore del Giornale radio Rai, Stefano Mensurati, “ex picchiatore fascista”. A dichiararlo, i consiglieri Fnsi, Paolo Corsini, Massimo Calenda, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio aderenti alla componente L'Alternativa, che esprimono tutta la loro solidarietà al collega.

"Suscita sconcerto, preoccupazione e molta tristezza la sentenza con cui è stato assolto dalla Cassazione il blogger che nel suo sito aveva definito il vicedirettore del Giornale radio Rai, Stefano Mensurati, “ex picchiatore fascista”. A dichiararlo, i consiglieri Fnsi, Paolo Corsini, Massimo Calenda, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio aderenti alla componente L'Alternativa, che esprimono tutta la loro solidarietà al collega.

“Secondo la Suprema Corte, poiché Mensurati ha ammesso di essere stato un simpatizzante del 'Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile dell’Msi) e di aver partecipato a scontri, anche se ‘più che darle le ho prese’, la ‘sintesi’ del blogger è corretta e non querelabile. A questo punto - si augurano i 4 consiglieri Fnsi – speriamo in un tempestivo intervento dei vertici della Federazione della Stampa italiana su questo episodio. Alcuni passaggi della sentenza 745 assumono infatti i contorni di una vera e
propria discriminazione ideologica, secondo cui sembrerebbe che per chi ha militato a destra non sia opportuno svolgere attività giornalistica in Rai poiché tale appartenenza a una ‘ben precisa posizione politica non corrisponde a quella della maggioranza degli italiani e ai principi costituzionali in cui essi incondizionatamente credono’. Un assurdo in quanto - ricordano Corsini, Calenda, Ferrazzoli e Maurizio - l'appartenza politica dei giornalisti non può in alcun modo essere considerata un fattore discriminatorio né ledere la loro autonomia e libertà, proprio secondo i principi costituzionali che questa sconcertante sentenza richiama". “Siamo inoltre – concludono i 4 - in terpidante attesa dei consueti rumorosi
interventi da parte dei vari soloni della Costituzione, a partire dall’articolo  21 e dintorni. 10 gennaio 2013

RAI: LETTERA22, MOTIVAZIONI SENTENZA SU MENSURATI INCOMPRENSIBILI E LONTANE DAL SENSO COMUNE DI DEMOCRAZIA  
 

"Una sentenza inquietante, che alimenta i sospetti di faziosità su di una parte della magistratura". Così Lettera22 sulla sentenza della Cassazione che ha assolto 'perché il fatto non costituisce reato', un blogger che nel suo sito aveva definito 'ex picchiatore fascista' Stefano Mensurati, attuale vicedirettore del Giornale radio Rai. Oltre alla solidarietà a Mensurati, giornalista di lungo corso stimato in maniera trasversale, Lettera22 stenta a comprendere le motivazioni della sentenza che ribalta i giudizi di primo grado e della Corte d'Appello favorevoli a Mensurati e accetta le tesi sostenute dal blogger sulle 'polemiche per aver affidato uno dei 'programmi di punta', 'Radio anch'io', a un giornalista (Mensurati), la cui precisa posizione politica non corrisponde a quella della maggioranza degli italiani e ai principi costituzionali in cui essi incondizionatamente credono''. Aver simpatizzato in gioventù, per un legittimo movimento giovanile di destra, legato al Movimento Sociale Italiano, partito rappresentato in Parlamento, non fa né può fare di Mensurati - come di nessun altro dei numerosi aderenti al Fronte in 24 anni di vita - un 'picchiatore fascista'. E' poi inaccettabile - conclude Lettera22 – il principio secondo il quale per lavorare come giornalista o conduttore nel Servizio Pubblico Radiotelevisivo italiano, servano non competenza e professionalità, ma un pedigree politico segnatamente antifascista: una sorta di lista di proscrizione al contrario, questa sì contraria a quei principi costituzionali richiamati dalla sentenza. Ci auguriamo – conclude la nota – che chi né ha le possibilità, ricorra in tutte le sedi opportune (nazionali, europee e internazionali) per cancellare questa sentenza, per altro contraria ai principi della dichiarazione Univerale dei diritti dell’uomo (art. 19 e 21)”.


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