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Associazioni 08 Lug 2010

Associazione ligure dei giornalisti, Gruppo cronisti liguri-Gruppo Fotogiornalisti liguri, Ordine ligure dei giornalisti il 9 luglio manifestazione alle ore 18 a Genova in Piazza De Ferrari per la libertà di stampa: “No al bavaglio, sì

Hanno aderito: Camera del Lavoro di Genova-Cigl, Uil, Ugl. Sono stati invitati tutti i sindacati di polizia, i movimenti e le associazioni che da mesi condividono e sostengono le iniziative dei giornalisti e del mondo del lavoro

Hanno aderito: Camera del Lavoro di Genova-Cigl, Uil, Ugl.
Sono stati invitati tutti i sindacati di polizia, i movimenti e le associazioni che da mesi condividono e sostengono le iniziative dei giornalisti e del mondo del lavoro

NO AL BAVAGLIO
SÌ AI DIRITTI DELL’INFORMAZIONE
SÌ AI DIRITTI DEL LAVORO

Il diritto-dovere a fare e ricevere informazione,
Il diritto-dovere per un lavoro sicuro e tutelato.

La battaglia per la libertà di informazione e per il lavoro è “una questione morale” mai sopita nel nostro paese. I giornalisti italiani dall’originaria proposta Mastella al progetto Alfano hanno sempre contestato una strategia politica volta a intimidire la stampa e la libera opinione:  diciamo sì a una normativa chiara a garanzia dell’informazione e dei diritti delle persone, no a ipocrite riforme che tutelano solo la riservatezza degli affari più loschi dei vari potentati di ogni  tipo e colore.
I giornalisti e l’opinione pubblica non cercano e non vogliono l’informazione che spia dal buco della serratura, ma una informazione che consenta a tutti di conoscere cosa accade dentro e fuori “dai palazzi del potere” e non solo. Il bavaglio all’informazione si stringe non solo con questa legge liberticida, ma anche con i ricatti sui contratti di lavoro, con la sempre più grande precarizzazione dei contratti stessi  che limitano la possibilità di una vita professionale e personale per i giornalisti, fotogiornalisti e  free lance già oggi costretti a sopportare condizioni di lavoro al limite della sopravvivenza.  Con pesanti ripercussioni anche sulla qualità del loro lavoro.Una precarietà dei diritti che colpisce tutto il mondo del lavoro in tutte le sue espressioni. I diritti non sono privilegi e non sono di destra o di sinistra e neppure il dovere di tutelare la libera informazione appartiene a uno schieramento in particolare. Per questo siamo convinti che sia una battaglia con 1000 bandiere rappresentate da una “sola bandiera”: quella della legalità, del diritto-dovere all’informazione, del diritto al lavoro.Appunto “una questione morale” da cui tutti noi non possiamo e non dobbiamo sottrarci.

@fnsisocial

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