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Associazioni 16 Dic 2009

Assostampa Romana: “No ad attacchi alla stampa ed internet” Il segretario, Paolo Butturini: "A difesa dei colleghi linciati intervenga l'Ordine"

Il direttivo dell'Associazione Stampa Romana esprime ''profonda preoccupazione per i molteplici segnali di insofferenza verso le istituti di garanzia del nostro Paese, a cominciare dal giornalismo'', come anche contro la libertà della rete.

Il direttivo dell'Associazione Stampa Romana esprime ''profonda preoccupazione per i molteplici segnali di insofferenza verso le istituti di garanzia del nostro Paese, a cominciare dal giornalismo'', come anche contro la libertà della rete.

In questo senso il direttivo ''respinge al mittente i violenti attacchi che singoli esponenti politici e persino interi gruppi parlamentari stanno portando in queste ore a colleghi e intere redazioni. L'autonomia dei giornalisti è sancita dall'articolo 21 della Costituzione e dalla legge istitutiva dell'Ordine. Il direttivo, perciò, non può accettare che, se espresse nel rispetto delle leggi, notizie od opinioni vengano additate come fomentatrici di odio e violenza.
Un paradigma che si vuole estendere anche alla rete, limitandone le potenzialità democratiche. Si tratta di una inaccettabile criminalizzazione delle idee che è anche una strisciante quanto pericolosa forma di censura''.
Il direttivo denuncia inoltre ''una serie di provvedimenti e ipotesi legislative che, se pur in ambiti diversi (giuridico, normativo ed economico) convergono verso un unico risultat la limitazione del pluralismo. Ciò è soprattutto evidente negli assetti di mercato nei quali si è ormai consolidata una concentrazione oligopolista che drena la gran parte delle risorse pubblicitarie''. Il direttivo dichiara ''inaccettabile la cancellazione del 'diritto soggettivo' per le testate di partito, di idee o in cooperativa.
Un provvedimento che, unito alla diminuzione dei contributi pubblici per il 2010, rischia di mettere in ginocchio decine di testate e mandare a spasso centinaia di colleghi, per di più subordinando a una decisione del Governo chi debba sopravvivere e chino, con evidente ulteriore danno al pluralismo informativo''. (ANSA) DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO DI STAMPA ROMANA PAOLO BUTTURINI

 Vorrei ricordare all’onorevole Fabrizio Cicchetto e ai parlamentari della maggioranza in genere le parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Il pluralismo è insostituibile per la stampa e la tv, specie se pubblica. L’informazione libera e pluralista è indispensabile per distinguere la democrazia dal dispotismo”. Non sembra che in queste ore gli esponenti politici del centrodestra tengano conto dell’alto richiamo del Presidente. Era stato facile profeta un altro presidente, quello della Fnsi Roberto Natale, che due giorni fa ammoniva a non attribuire all’informazione colpe non sue sul clima di scontro politico nel nostro Paese, o peggio nell’individuare come mandanti dell’esecrabile violenza al Presidente del Consiglio coloro che, al riparo dell’articolo 21 della Costituzione, critica esponenti politici o decisioni del Governo. Il vergognoso linciaggio che stanno subendo i colleghi de La Repubblica,  quelli de Il Fatto, Marco Travaglio e Michele Santoro non ha nulla a che vedere col sacrosanto diritto di replica che non è stato negato a nessuno. Una volta per tutte: se questi colleghi hanno violato delle leggi di questo Paese, li si denunci alla magistratura. In caso contrario additare come “terrorista” o “mandante morale della violenza” colleghi che hanno un’unica colpa, fare il loro mestiere, equivale a stilare liste di proscrizione che riportano alla memoria tempi politicamente bui della nostra storia.

Non comprendo, infine, l’assordante silenzio dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, al quale tutti questi colleghi sono iscritti. Che cosa aspettano il presidente Lorenzo Del Boca e il segretario Iacopino a prendere le parti dei loro iscritti? O dobbiamo pensare che si usino pesi e misure diverse in base a oscuri criteri di appartenenza? Eppure l’Ordine è uno degli estensori della Carta dei Doveri che afferma chiaramente: “La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell'editore, del governo o di altri organismi dello Stato”.

Roma, 16 dicembre

@fnsisocial

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