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Dibattito Fnsi 05 Lug 2010

Coordinamento associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio. Dai territori decine di manifestazioni per tutelare i diritti

Dalla “nave dei diritti” di Genova e della Liguria di domenica scorsa ai 15 mila in piazza ieri a Genova e nelle altre province liguri, per il lavoro e la difesa della libertà di stampa. Una nave dei diritti che naviga per il Veneto, la Val d’Aosta,  il Trentino Alto Adige, il Friuuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Campania, le Marche, l’Abruzzo, la Puglia, la Basilicata, il Molise.

Dalla “nave dei diritti” di Genova e della Liguria di domenica scorsa ai 15 mila in piazza ieri a Genova e nelle altre province liguri, per il lavoro e la difesa della libertà di stampa. Una nave dei diritti che naviga per il Veneto, la Val d’Aosta,  il Trentino Alto Adige, il Friuuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Campania, le Marche, l’Abruzzo, la Puglia, la Basilicata, il Molise.

Molta passione, testimonianza, centinaia di persone e di colleghi in piazza, ai dibattiti, ai volantinaggi. Molto lavoro, molta strada sotto le scarpe e i volantini, molte idee e pochi soldi, ma ben spesi. Per queste iniziative sostenute dal contributo dei colleghi e delle associazioni di diversa ispirazione che hanno collaborato e con le quali abbiamo collaborato e continueremo a lavorare per difendere i diritti del lavoro e della libertà di fare e di ricevere informazione. Una battaglia che non ha prezzo ma che anche sul territorio dei mille comuni e campanili si è spesa e si sta spendendo per affermare un principi i diritti, di tutti, non sono privilegi e i giornalisti che non rivendicano di essere senza macchia e senza colpa, chiedono regole chiare e legalità. Non ci interessa la cronaca fatta spiando dal buco della serratura, ci interessa l’informazione e fare informazione. In modo trasparente, chiaro, con regole chiare e senza mattinali pre-scritti. Ci interessa anche una giustizia non esemplare, ma equa e funzionante. Ci interessa che chi lavora nelle forze di polizia possa farlo nel rispetto dei diritti di tutti e con i mezzi adeguati. Ci interessa che il mondo del lavoro al quale apparteniamo non debba scontare, come sempre, i sacrifici più pesanti. Non sono le tutele dei diritti ad avere provocato una crisi che ieri in molti non volevano vedere e oggi tutti, governo in testa, definiscono drammatica dopo averla negata. Se Milano e Roma sono state il cuore di molte iniziative significative, importanti per le adesioni delle associazioni e la trasversalità delle presenza in piazza e nelle adesioni, nelle altre città e regioni sono in continua evoluzione e attività le iniziative, piccole e grandi. Solo nell’ultima settimana sono state una trentina. La nostra vocazione ad essere un sindacato unitario è oggi un patrimonio da difendere. Il Caps ha questo Dna. Senza paura nel fare una battaglia civile e politica con chi la condivide, come quella contro il “bavaglio”: non siamo contro “questo” governo in modo pregiudiziale, siamo contro tutti i governi che tessono la tela dei bavagli. Come lo siamo stati quando il ministro Mastella, in un governo di centro sinistra, avviò il primo tentativo di limitare i diritti del fare e ricevere informazione. Non ci sono e non abbiamo governi o ministri amici. Ci sono beni inalienabili come i diritti che sono come l’acqua: non trattabili, non commercializzabili, non privatizzabili.  

@fnsisocial