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Freelance 03 Gen 2011

Coordinamento giornalisti precari campani: “Web-tv del Comune di Napoli, una "telepensionato" da cancellare!” La replica di Angela Mazzocchi: "Web Tv: la banda Bassotti del Comune di Napoli"

"TelePensionato": così il Coordinamento giornalisti precari della Campania definisce la web-tv del Comune di Napoli le cui trasmissioni sono state singolarmente avviate nell'ultimo giorno del 2010.

"TelePensionato": così il Coordinamento giornalisti precari della Campania definisce la web-tv del Comune di Napoli le cui trasmissioni sono state singolarmente avviate nell'ultimo giorno del 2010.

Non si capisce quale sia l'obiettivo di quest'iniziativa editoriale: finanziata con fondi pubblici della Società dell'Informazione, la web-tv di Palazzo San Giacomo sfodera una redazione interna costituita da dirigenti dell'Amministrazione e poi una folta pattuglia di pensionati - fra i quali il direttore della testata - per lo più ex giornalisti Rai.
Il Coordinamento giornalisti precari della Campania "suona la sveglia" all'Assostampa e all'Ordine regionale: è possibile che una iniziativa istituzionale venga portata avanti nel silenzio di una categoria che vede centinaia di validissimi giovani cronisti disoccupati o in attesa di primo impiego? Il Comune di Napoli avrebbe dovuto avviare un regolare avviso pubblico per selezionare giovani giornalisti e poi creare un laboratorio di idee e comunicazione istituzionale, non uno "zuppone" con collaboratori "a titolo volontario" la cui età media supera i 65 anni, una scelta che poco bada alle competenze reali che deve avere chi realizza una emittente via internet.
A questo punto facciamo appello al sindaco Rosa Russo  Iervolino, all'Ordine dei Giornalisti e alla Fnsi affinché questa esperienza, iniziata col piede sbagliato, non dia il segnale di un Comune lontano dalle esigenze dei suoi giovani cittadini nonchè di istituzioni e sindacato dei giornalisti sordi al grido di dolore dei tanti senzalavoro del settore.
Coordinamento giornalisti precari campani

www.cronisti.info


Web Tv: la banda Bassotti del Comune di Napoli
Tacere una verità fa altrettanto male che diffondere una menzogna. Nel merito della vicenda della web tv del Comune di Napoli, anche senza mettere mano adeguatamente alla "tasca" per sostenere giornalisti disoccupati, appare strumentale è decisamente fuoriluogo accusare l'Associazione Napoletana della Stampa e l'Ordine regionale della Campania di "dormire". L'iniziativa istituzionale della web tv - che si avvale di milioni di euro perchè "chiave di volta" di tutta la digitalizzazione del Comune di Napoli  - è  condotta con la complicità di chi strumentalizza false informazioni. Qui non si tratta di centinaia di validissimi giovani cronisti disoccupati o in attesa di primo impiego - che hanno sicuramente diritto di lavorare -  ma di chi questo diritto lo sta conquistando da 20 anni (dico venti anni) e ancora non se lo vede riconosciuto. In primis perchè il sindaco Rosa Russo Iervolino e i suoi tirapiedi non soltanto hanno CANCELLATO un regolare avviso pubblico pubblicato per selezionare giornalisti, creare un laboratorio di idee e avviare un'autentica comunicazione istituzionale: la sindaca ed i suoi collaboratori hanno dato vita ad uno "zuppone" con collaboratori "solo apparentemente a titolo volontario" perchè già ricchi di floride pensioni elargite dall'INPGI e sulle quali necessita sicuramente una maggiore sorveglianza per prevenire reati o illeciti come il cumulo pensionistico. Questi "collaboratori veterani"(i cui nomi sono stati resi noti dal sindaco Iervolino e proprio per questo occorrerebbe verificarne l'autenticità, fatta eccezione per Giuseppe Mariconda il cui contratto dovrebbe essere registrato ed è quindi "blindato") hanno una età media che supera i 65 anni: qui non si tratta di "una scelta che poco bada alle competenze reali che deve avere chi realizza una emittente via internet" ma di furto. Si ruba il lavoro ed il contratto, sia pure a tempo, a chi ha già partecipato ad una pubblica selezione, con almeno 80 punti su 100. Si ruba il pane quotidiano, a chi - per quello che ha già stabilito il Consiglio di Stato - ha già partecipato ad una selezione pubblica, l'ha superata ma l'ha vista  ILLEGGITTIMAMENTE cancellata. "Resettata" si direbbe in gergo e che vede - senza tema di smentita - il Comune di Napoli violare l'ordine del Consiglio di Stato. Ovviamente, i giornalisti professionisti e le rappresentanze professionali e sindacali, se non sono pagliacci in questa vicenda, sono trattati da burattini. In realtà in ballo ci sono i soldi e sono tanti. Non soltanto sono migliaia di euro che riguardano il pagamento che il Comune di Napoli deve già ai giornalisti professionisti "cancellati" ma anche quelli che il coordinatore Dipartimento Comunicazione istituzionale, tecnologie e società dell'informazione, Vincenzo Lipardi, "Deus in machina" della sporca vicenda, nel novembre del 2010, ha definito la "rivoluzione Ict" (Information communication technology) del Comune di Napoli. Per un "Comune leggero, interconnesso, sicuro e diffuso" è previsto infatti l'investimento di 25 milioni di euro, dei quali 9 già banditi e attivati - come ha detto lo stesso Lipardi: così è possibile completare l'informatizzazione del Comune, partendo proprio dalla web tv ed ovviamente  "sistemare nonni e nipoti" oltre ad amici e fratelli - cugini. La selezione pubblica cancellata lo prova senza timore di smentita. Ora non resta che aspettare.... Quale lotta per il lavoro e quale tutela avrà senso ancora se si consente ad una banda Bassotti istituzionalizzata di agire come la camorra?
Angela Mazzocchi - Premio giornalistico "Giancarlo Siani" 2004 - Giornalista professionista dal 1990

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