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Fnsi 01 Feb 2005

Daniele Billitteri è il nuovo segretario dell'Assostampa Siciliana. Giornalisti Uniti: "Eletto un segretario già delegittimato". Billitteri: “La legittimità della mia elezione è negli atti. Lavorerò per tutti, senz

Daniele Billitteri è il nuovo segretario dell'Assostampa Siciliana. Giornalisti Uniti: "Eletto un segretario già delegittimato". Billitteri: “La legittimità della mia elezione è negli atti. Lavorerò per tutti, senza pregiudizi”. La precisazione del Presidente Scarlata

Daniele Billitteri è il nuovo segretario dell'Assostampa Siciliana. Giornalisti Uniti: "Eletto un segretario già delegittimato". Billitteri: “La legittimità della mia elezione è negli atti. Lavorerò per tutti, senza pregiudizi”. La precisazione del Presidente Scarlata

Daniele Billitteri, 53 anni, caposervizio del Giornale di Sicilia, è il nuovo segretario regionale dell’Associazione siciliana della stampa, il sindacAto dei giornalisti. E’ stato eletto ieri sera nel corso del Consiglio regionale deLl’Assostampa riunito a Capo d’Orlando. Billitteri succede a Gregoria Arena, che la maggioranza del Consiglio ha sfiduciato, dopo che lo stesso Arena aveva annunciato le dimissioni dall'incarico. «Capisco di avere assunto questa responsabilità in un momento particolarmente difficile - ha detto Billitteri - ma ho accettato con lo spirito di chi vuole unire e non dividere. Mi auguro di riuscire a rappresentare gli interessi di tutti i colleghi, ma soprattutto di riorganizzare le strutture di un sindacato capace di sintesi e di azione. Mi dispiace - conclude il neo segretario regionale dell’Assostampa - per chi non vuole accettare l’esito di un voto legittimo, maturato nell’ambito delle norme dello Statuto e del confronto democratico».(ANSA). In precedenza all'elezione di Billitteri, su richiesta di dodici consiglieri regionali appartenenti alla corrente ’Giornalisti Uniti' che lo hanno invitato «a ritirare la sua personale disponibilità a proseguire nell’impegno alla guida del sindacato», Gregorio Arena aveva rassegnato le sue dimissioni dall’incarico. «La decisione - affermano i dodici consiglieri in un comunicato congiunto - è stata assunta per tutelare la figura umana e professionale del collega Arena dalla sconcertante offensiva mediatica, scatenata da quella che il segretario nazionale del Gus, Gaetano Perricone, ha definito il partito delle super consulenze, ossia alcuni componenti del Consiglio e forze estranee al sindacato decisi a ribaltare, in una sede ristretta e con una manovra di ’Palazzo', il cristallino esito di un congresso». «Il vero obiettivo degli attacchi ad Arena - si legge ancora nel documento - è infatti quello di bloccare ancora una volta la soluzione del problema del precariato degli uffici stampa ormai a portata di mano grazie al lavoro di questo segretario». «Al collega Arena, i dodici firmatari del documento, e i tantissimi precari degli uffici stampa che si sono mobilitati per sostenerlo venendo fino a Capo d’Orlando - prosegue la nota - hanno espresso incondizionata solidarietà e un convinto plauso per il lavoro svolto e, in particolare, per gli eccellenti risultati raggiunti in soli otto mesi di mandato soprattutto nell’ambito della soluzione dell’annoso problema del precariato negli uffici stampa della pubblica amministrazione». (ANSA). Una mozione di sfiducia nei confronti del presidente dell’Associazione siciliana della Stampa, Orlando Scarlata, è stata presentata dai dodici consiglieri regionali della componente ’Giornalisti Uniti' che hanno sollecitato anche «l’immediata convocazione di un Congresso straordinario regionale». Lo rendono noto gli stessi promotori del documento che è stato presentato durante i lavori del Consiglio regionale a Capo d’Orlando, sottolineando che «la mozione di sfiducia dovrà essere discussa entro i prossimi 30 giorni». I 12 consiglieri di ’Giornalisti uniti' contestano al presidente Scarlata di «non avere assolto al compito di garante della categoria e per avere permesso, col suo silenzio, la reiterata violazione dell’ art. 22 dello Statuto». (ANSA). "L'elezione del nuovo segretario dell'Associazione della Stampa, frutto di un ribaltone e di una manovra di Palazzo, priva il sindacato di credibilità e di autorevolezza. Il nuovo segretario è stato eletto da un Consiglio il cui presidente aveva appena ricevuto una durissima mozione di sfiducia e in mancanza di qualsiasi confronto, con una interpretazione quantomeno balzana delle procedure, voluta da un presidente con le idee ormai confuse. Un sedicente segretario, piccolo piccolo, indicato e votato da una pattuglia di consiglieri rimasti da soli a interpretare i loro interessi e non quelli della maggioranza della categoria, non può che essere delegittimato già in partenza: egli infatti non rappresenta la categoria dei giornalisti siciliani nella sua interezza (come ampiamente dimostrato dalle chiare e inequivocabili prese di posizione sulla crisi da parte di Ussi, Gus e precari) ma rischia di restare portavoce solo di alcuni soggetti e dei loro interessi, che passano attraverso la mancata soluzione del problema del lavoro precario negli uffici stampa e la proliferazione dei doppi e tripli incarichi e delle superconsulenze graziosamente concesse dai politici amici. Solo un congresso regionale anticipato potrà riparare questa profonda e intollerabile ferita che pochi, contro la maggioranza della professione in Sicilia, hanno inteso arrecare al sindacato e alla sua credibilità, regalando un salvacondotto a chi intenderà sfruttare i precari specie nelle redazioni decentrate dei grandi giornali e violare impunemente le norme contrattuali stipulando decine di contratti di praticantato a termine per meno di una settimana". Giornalisti Uniti Forse sarò “piccolo piccolo” ma certamente non sono “sedicente”. Sono stato eletto da un organismo legittimo riunito in seduta valida con una maggioranza di tre quinti, superiore a quella richiesta. Non c’è norma dello statuto associativo la cui applicazione alla fattispecie possa essere messa in discussione sotto il profilo della legittimità. Non rappresento tutta la categoria siciliana? Neanche Arena la rappresentava. La “pattuglia di consiglieri rimasta sola” è in realtà quella che fa capo all’ex segretario (12 consiglieri più Arena). I consiglieri rimasti, 22, costituiscono una chiara maggioranza statutaria su un Consiglio formato da 36 colleghi più il segretario. Senza contare il fatto che due consiglieri della maggioranza erano assenti per gravi motivi di famiglia. Quanto al riferimento ai “politici amici”, stendiamo un pietoso velo, per cortesia. La mancanza del confronto in Consiglio pesa su chi l’ha abbandonato e ha dunque scelto di non confrontarsi, forse abituato, negli anni, a considerare il Consiglio come un votificio che alza la mano a comando. E’ facile adesso dire: poiché non posso vincere allora non gioco più. Nessuna creda che la crisi di oggi è estemporanea. Parte al contrario da lontano, fin dal congresso regionale di otto mesi fa quando l’ex segretario Arena venne eletto con due voti di scarto, raccattati all’ultimo momento ma subito dissoltisi visto che Arena, fin da subito, non ha avuto una maggioranza in Consiglio. Quanto alle volgarità sul Presidente del Consiglio Scarlata, non ho bisogno di ricordare ai colleghi italiani di chi stiamo parlando. Nessuno, in questo Paese, può dire “Scarlata? Chi era costui?”. Non so di Arena. E questo basti. I colleghi di giornalisti uniti fanno pure cattivo mestiere quando affermano che “tantissimi precari degli uffici stampa si sono mobilitati per sostenerlo (Arena n.d.r.) venendo fino a Capo d’Orlando”. Se mobilitazione è stata tentata, allora è certamente fallita. A Capo d’Orlando c’erano solo membri effettivi e membri di diritto del Consiglio. Forse questa vicenda dovrebbe ricominciare dall’esercizio della verità, principale assente sia nell’intervento dell’ex segretario, sia nella mozione di sfiducia al Presidente. Detto ciò confermo quello che ho detto subito: non mi sento un caposquadra, lavoro per tutti, non ho pregiudizi. Io lavoro con le porte aperte. Chi entra e chi esce lo fa per sua decisione. Daniele Billitteri Segretario regionale dell’Assostampa Le ripetute dichiarazioni della componente “giornalisti uniti” manifestazioni di palese intolleranza meritano una puntualizzazione che mi sarei volentieri risparmiata. Il trionfalistico tono dell’annuncio di una mozione di sfiducia presentata nei miei confronti va naturalmente ridimensionata. La mozione pretestuosa ed infondata di cui i firmatari hanno assunto la responsabilità è stata presentata da una minoranza di 12 consiglieri su 36 . Questa iniziativa consentita dal nostro democratico Statuto – sono sufficienti 10 firme – sarà discussa e votata dal Consiglio con osservanza delle modalità previste dallo Statuto che prevede appunto la discussione entro 30 giorni. In quella sede, naturalmente, saranno fornite nel merito adeguate risposte a contestazioni insussistenti. Con la sensibilità che mi ha sempre contraddistinto nel proseguo dei lavori del Consiglio regionale protrattisi fino al pomeriggio del primo febbraio ho messo a disposizione del il mio incarico Consiglio regionale in segno di protesta contro affermazioni che ritengo lesive della mia dignità. Posso informare che il Consiglio regionale mi ha dato una grande manifestazione di fiducia. I 22 Consiglieri presenti all’unanimità per appello nominale hanno respinto le mie dimissioni invitandomi a rimanere a tutti gli effetti nel mio incarico . In merito, infine, alla sollecitazione di una convocazione di Congresso straordinario, presentata all’inizio dei lavori, questa componente è invitata a leggere ed osservare le norme statutarie dell’Associazione. L’art. 11 dello Statuto prevede infatti la facoltà di un’auto convocazione del Congresso in via straordinaria o anticipata ma tale richiesta deve essere accompagnata dal deposito a sostegno di un congruo numero di firme degli iscritti in regola con le quote associative o di Consiglieri regionali. La richiesta ufficiale con tutte le firme di accompagnamento va depositata presso la segreteria dell’Associazione e il Consiglio regionale su iniziativa del Presidente provvederà agli adempimenti conseguenti entro il termine massimo di 50 giorni dalla data di presentazione della richiesta documentata. Le norme esistono e pertanto, vanno osservate. Da parte mia ne sono garante come sempre è avvenuto anche se oggi dobbiamo registrare con rammarico espressioni di intolleranza. IL PRESIDENTE Orlando Scarlata

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