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Associazioni 13 Lug 2010

Emilia-Romagna: anche i centri sociali degli anziani contro la “legge bavaglio”

La Presidenza del Coordinamento regionale dell’Emilia-Romagna dell’Ancescao (l’Associazione nazionale dei Centri sociali degli anziani ed orti) ha diffuso un ordine del giorno relativamente alla legge relativa alle intercettazioni telefoniche.

La Presidenza del Coordinamento regionale dell’Emilia-Romagna dell’Ancescao (l’Associazione nazionale dei Centri sociali degli anziani ed orti) ha diffuso un ordine del giorno relativamente alla legge relativa alle intercettazioni telefoniche.

In tale comunicato si legge – tra l’altro – che essa è “E’ una legge iniqua che non deve passare perché annullerebbe caratteri essenziali del nostro sistema costituzionale.

Sono a rischio la libertà di manifestazione, del pensiero e il diritto di noi tutti ad essere informati. La Costituzione Italiana, all’articolo 21 sancisce, per tutti i cittadini, il ‘diritto di informare e di essere informati’”. Inoltre, prosegue l’Ancescao emiliano-romagnola, “toglie agli Organi di Pubblica Sicurezza e alla Magistratura uno strumento indispensabile per prevenire, scoprire, combattere MAFIA, MALAVITA, CORRUZIONE, VIOLENZE, EVASIONE FISCALE…. Non sarà possibile indagare su tutti i reati attraverso le intercettazioni e sarà impedita la pubblicazione di tutte quelle effettuate.

Determina una PESANTE CENSURA sull’informazione.

La Magistratura non potrà più intervenire efficacemente su ILLEGALITA E SCANDALI, come quelli svelati nella Sanità e nella Finanza. Avrà impedimenti a perseguire reati anche gravissimi.

Chi propone questa legge dice di voler tutelare la privacy: legittimo obiettivo che, tuttavia, può e deve essere perseguito senza violare principi e diritti.

L’obiettivo reale è imporre uno strisciante regime di OSCURANTISMO e SEGRETEZZA.

Le libertà costituzionali NON DEVONO essere  strumentalmente usate”. Conclude il documento dell’organizzazione dei Centri sociali per gli anziani: “Occorre reagire ad un clima di degrado etico, appiattimento culturale e conformismo dilagante che produce ulteriore erosione degli spazi in cui si esprime  il pensiero e il dissenso. Ogni tipo di manifestazione serve a fermare questa china pericolosa per la democrazia ed  aiuta a difendere la libertà”.

@fnsisocial

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