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Fnsi 28 Apr 2005

Fnsi e Cida: “Difendere l’autonomia delle professioni”

Dirigenti e giornalisti si schierano insieme per la difesa dell'autonomia professionale, e chiamano a raccolta magistrati e ricercatori. Dal convegno, 'Dirigenti e giornalisti: autonomia professionale come garanzia di libertà per i cittadini', che si è tenuto ieri a Roma, nella sede della Stampa Estera, emerge la voglia di maggiore autonomia non solo dalle cosiddette 'logiche di sistema', ma anche dalle sempre maggiori ingerenze di carattere politico che affliggono ormai quasi tutte le categorie citate.

Dirigenti e giornalisti si schierano insieme per la difesa dell'autonomia professionale, e chiamano a raccolta magistrati e ricercatori. Dal convegno, 'Dirigenti e giornalisti: autonomia professionale come garanzia di libertà per i cittadini', che si è tenuto ieri a Roma, nella sede della Stampa Estera, emerge la voglia di maggiore autonomia non solo dalle cosiddette 'logiche di sistema', ma anche dalle sempre maggiori ingerenze di carattere politico che affliggono ormai quasi tutte le categorie citate.

Dirigenti e giornalisti si schierano insieme per la difesa dell'autonomia professionale, e chiamano a raccolta magistrati e ricercatori. Dal convegno, 'Dirigenti e giornalisti: autonomia professionale come garanzia di libertà per i cittadini', che si è tenuto ieri a Roma, nella sede della Stampa Estera, emerge la voglia di maggiore autonomia non solo dalle cosiddette 'logiche di sistema', ma anche dalle sempre maggiori ingerenze di carattere politico che affliggono ormai quasi tutte le categorie citate. ''L'autonomia professionale non rappresenta solo un interesse di categoria, ma è un punto nevralgico che tocca il rapporto cittadini/istituzioni'', ha affermato Giorgio Rembado, presidente della Cida, nella sua relazione introduttiva. ''In una democrazia non ci può essere libertà senza strumenti atti a garantire a tutti i diritti costituzionali - ha continuato Rembado - e per questo non bastano solo le norme, ma è necessaria una costante manutenzione di quell'impianto che rende esercitabile a tutti, qualsiasi diritto''. Il Segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ha sottolineato, tra l'altro, come ''la politica debba fare un passo indietro e lasciare l'autonomia professionale ai giornalisti e alla sua dirigenza amministrativa''. Il Segretario del sindacato dei giornalisti ha ricordato, infatti, le due questioni fondamentali in questo momento sul tappeto: l'autonomia dell'emittenza radio-televisiva pubblica e il mancato avvio della trattativa contrattuale per i giornalisti degli uffici stampa pubblici contro cui sindacati confederali e Aran si oppongono tenacemente. Presente al convegno anche il Sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, il quale, parlando di dirigenza pubblica, ha esordito dicendo che ''la passata legislatura ha commesso il grave errore di azzerare le funzioni dirigenziali e di rinominarle tutte. Questa legislatura ha rovesciato e ripetuto lo stesso errore'', e poi ha continuato sottolineando la necessità di attuare presidi di autonomia, di responsabilità e codici deontologici, finora poco presenti nel nostro Paese. Dopo il punto di vista costituzionale di Antonio Baldassarre, che ha parlato di ''sfere di neutralità'' necessarie per il funzionamento di una democrazia che non solo garantisca pluralità e indipendenza ma anche uguali chance di intervento a tutte le sue componenti, è iniziata la tavola rotonda con Sabino Cassese, che ha focalizzato l'attenzione sulla necessità del criterio di merito nella selezione e nellþavanzamento di carriera, e con Edmondo Bruti Liberati, per il quale una magistratura indipendente è necessaria, e il dibattito sui giudici interventisti è una sciocchezza: ''Occorre valutare gli effetti positivi e negativi, i possibili correttivi e gli eventuali nodi di sviluppo, piuttosto che discutere - ha detto - se le toghe rosse siano legittime oppure no. E' una realtà, quindi va interpretata''. L'autonomia della ricerca viene ribadita da Franco Brezzi, ''uno del gruppo 2003'', che paragona la ricerca autonoma all'arte di un pittore e quella ''su commissione'' all'opera di un imbianchino. Provocatorio ma pregnante, l'intervento conclusivo del vice direttore del Sole 24 ore, Roberto Napoletano che con piglio prettamente giornalistico critica l'attuale sistema politico-economico, affermando che l'Italia è il paese nel quale ''sia il centro destra che il centro sinistra, non riescono a rigenerare l'amministrazione, a rivalutare la cultura del merito e ad evitare il qualunquismo''. (ANSA)

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