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Freelance 24 Lug 2012

Fnsi: ingiusto il no di Elsa Fornero su l'equo compenso Legge indispensabile contro il caporalato nell'editoria

“Intervenendo alla Commissione Lavoro del Senato, il Ministro Fornero ha espresso una riserva e una perplessità alla proposta di legge Moffa, Carra, Giulietti e altri sull’equo compenso per il lavoro giornalistico. Si comprende così il motivo del blocco che per settimane aveva tenuto fermo il provvedimento, malgrado fosse stato approvato all’unanimità dalla Camera. L’odierno parere negativo capovolge il precedente positivo notificato dallo stesso esecutivo alla Camera e rischia di affossare un provvedimento atteso da migliaia di precari e precarie dell’informazione.

“Intervenendo alla Commissione Lavoro del Senato, il Ministro Fornero ha espresso una riserva e una perplessità alla proposta di legge Moffa, Carra, Giulietti e altri sull’equo compenso per il lavoro giornalistico. Si comprende così il motivo del blocco che per settimane aveva tenuto fermo il provvedimento, malgrado fosse stato approvato all’unanimità dalla Camera. L’odierno parere negativo capovolge il precedente positivo notificato dallo stesso esecutivo alla Camera e rischia di affossare un provvedimento atteso da migliaia di precari e precarie dell’informazione.

Ma l’esigenza di un provvedimento legislativo sulla materia è urgente e indispensabile, come riconosciuto ancora pochi giorni fa dal Presidente della Repubblica e dal Presidente del Senato, che avevano sollecitato una positiva e rapida conclusione dell’iter legislativo in corso.
Il sindacato dei giornalisti non starà a guardare. Il provvedimento per l’equo compenso è una risposta di civiltà contro il vero e proprio “caporalato” che affligge larghe aree dell’informazione, e permette a troppi editori senza scrupoli di sfruttare oltre ogni limite il lavoro dei giornalisti praticando, inoltre,  una concorrenza sleale ai danni degli imprenditori corretti. Il governo non può dire di voler combattere la precarietà e l’illegalità nel lavoro e poi apparire e essere incoerente. Peraltro, nel Paese che assume a tempo indeterminato il Direttore Generale della Rai, è semplicemente inaccettabile che debbano continuare ad essere “flessibili” coloro che vengono pagati 3 euro a pezzo”.

EQUO COMPENSO; MOFFA, DA FORNERO ATTACCO A CAMERE
''Non si capiscono le ragioni che spingono il ministro del Lavoro Fornero a ritenere non necessaria la fissazione di un equo compenso per i giornalisti senza contratto. Che lo dica il ministro del Lavoro è paradossale perché dovrebbe combattere il precariato e garantire un sistema di regole certe che obblighi gli editori - naturalmente quella parte di editori - che ancora non rispetta un pur minimo livello di norme contrattuali''. È il commento di Silvano Moffa (Pt), presidente della commissione Lavoro della Camera.
''Mi auguro che il Senato vada avanti con decisione - sottolinea Moffa in una nota - sulla strada che la Camera ha già percorso con l'approvazione del provvedimento sull'equo compenso in sede legislativa. Il ministro non si rende conto del fatto che la sua ingiustificata posizione costituisce un vero e proprio attacco al Parlamento. Non era mai accaduto in passato che una proposta approvata in sede legislativa da un ramo del Parlamento, con parere favorevole del governo, venisse smentita dall'altro ramo del Parlamento''. (ROMA, 24 LUGLIO - ANSA)

APPELLO AI SENATORI PERCHE' APPROVINO LA LEGGE SU L'EQUO COMPENSO

Schiaffo del ministro Fornero ai tantissimi giornalisti precari che vivono sotto il giogo dello sfruttamento. Non ha voluto sentire ragioni, Elsa Fornero che ha espresso il giudizio negativo dell'esecutivo in Senato alla legge sull'equo compenso. Anzi, con una azione che non ha precedenti nella storia repubblicana, la titolare del dicastero del lavoro ha detto no a un disegno di legge che era passato già alla Camera in maniera unanime e col parere favorevole dello stesso governo Monti. "Il ministro non ha la percezione della realtà - ha detto il coordinatore del gruppo di lavoro sul precariato dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Fabrizio Morviducci - dire no al disegno di legge sull'equo compenso significa certificare nei fatti la schiavitù di tanti colleghi giovani e meno giovani pagati a cottimo pochi euro lordi, e andare contro il senso dell'articolo 36 della costituzione.Chiediamo ai Senatori di non soggiacere a questo affronto, e procedere con l'approvazione del ddl, secondo quelle che sono le prerogative del parlamento" Il no deciso al comportamento del ministro, e l'appello ai senatori, è emerso questa mattina nel corso di una riunione straordinaria del gruppo di lavoro sul precariato, alla quale hanno preso parte il presidente nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino, il presidente della Fnsi, Roberto Natale e i coordinatori dei gruppi di base che rappresentano i giornalisti precari: Nicola Chiarini (Veneto), Francesca Santolini (Lombardia), Allegra Salvadori (Toscana), Ciro Pellegrino (Campania), Moira di Mario (Lazio), Maurizio Bekar (Friuli Venezia Giulia), Antonella Cardone (Emilia Romagna) e, per Errori di stampa, Luciana Cimino. L'auspicio è che i Senatori non ignorino gli autorevoli appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e del presidente del Senato Renato Schifani, e procedano alla rapida approvazione del ddl.

 

 

 

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