CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Associazioni 04 Mag 2009

Il Veneto vara "Re:Fusi", coordinamento regionale dei giornalisti precari e freelance Centocinquanta giornalisti all'assemblea Lettera aperta consegnata dal segretario della Fnsi al ministro Sacconi

Per il D-Day, sono arrivati da ogni angolo del Veneto, da Belluno, Rovigo, Verona, Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. Centocinquanta giornalisti collaboratori veneti hanno costituito oggi a Padova RE:FUSI, il Coordinamento veneto dei freelance per affermare una dignità professionale negata ogni giorno.

Per il D-Day, sono arrivati da ogni angolo del Veneto, da Belluno, Rovigo, Verona, Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. Centocinquanta giornalisti collaboratori veneti hanno costituito oggi a Padova RE:FUSI, il Coordinamento veneto dei freelance per affermare una dignità professionale negata ogni giorno.

Compensi indecenti, orari impossibili e nessuna tutela: queste alcune delle emergenze di cui si è discusso oggi. Il primo atto di RE:FUSI è stato una lettera aperta al Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che verrà consegnata domani dal Vicesegretario della Fnsi al tavolo nazionale per la definizione degli ammortizzatori sociali della categoria. L’obbiettivo prioritario da raggiungere è il riconoscimento della rappresentanza sindacale dei freelance con gli editori. La qualità dell’informazione è messa seriamente a repentaglio a fronte di retribuzioni che si attestano, in media, fra i 5 e i 15 euro lordi ad articolo senza alcuna forma di rimborso spese. Il Coordinamento, che opera in autonomia, nell’ambito del Sindacato giornalisti del Veneto è supportato anche dall’Ordine che ne condivide le rivendicazioni. Pubblichiamo il testo della lettera aperta al ministro Sacconi che il segretario Franco Siddi ha consegnato oggi al ministro nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi per la formalizzazione del contratto di lavoro Fieg.-Fnsi. Nel corso dell'incontro il Segretario generale ha dichiarato formalmente a nome della Fnsi che "in sede di tavolo tecnico sottoporrà all'attenzione del governo e del Ministro del lavoro la questione della ricomposizione dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro autonomo nell'ambuito delle disposizioni generali relative agli amortizzatori sociali per i lavoratori autonomi". 00187 ROMA Ministro del Welfare, Le scriviamo così ci conosce un po’. Siamo quelli che il giornalismo è il loro mestiere, tutto l’anno per trecentosessantacinque giorni. Siamo quelli che il giornalismo è la loro professione, ma fuori dalle redazioni. Siamo quelli che il giornalismo è la loro passione, ma non basta più. Siamo quelli che il giornalismo è la loro esperienza, ma poco valorizzata e poco pagata. Siamo quelli che il giornalismo è la loro libertà, anche e soprattutto di essere ricattati, cacciati, espulsi. Siamo quelli che il giornalismo è un’altra cosa, perché quando per un articolo ricevi 8 euro lordi e te lo accreditano dopo due mesi vuoi anche essere un giornalista? Siamo quelli che il giornalismo è un sogno, mandato in onda a cottimo e, silenzio, vuoi pure venire remunerato? Siamo quelli che il giornalismo se la testata chiude, semplicemente svaniamo perché per noi non c’è alcun ammortizzatore sociale, anche se da dieci, venti, trent’anni abbiamo svolto l’attività a tempo pieno. Caro Ministro del Welfare, ecco chi siamo. Siamo quelli che i nostri committenti-editori ci catalogano come lavoratori autonomi, freelance, cococo. Siamo quelli a cui viene chiesto di farsi carico della crisi dell’editoria sopportando un taglio unilaterale dei compensi in media del 20%. Ma se un pezzo viene valutato in media 10-15 euro (lordi, ovvio) e se per produrlo ci impieghi magari un paio d’ore, non perché sei lento, ma perché è il tempo che ci vuole per contattare gli interessati, raccogliere le informazioni, verificare le notizie. Il telefono? La benzina? Il pasto? Ma chi ci crediamo? Persino il rimborso? Ma voi siete liberi professionisti e i liberi professionisti lavorano all inclusive! Già. 10-15 euro: al netto delle spese (che devono ammortizzare, ovvio, acquisto del computer, del cellulare, della connessione internet, etc.), dei contributi previdenziali, delle tasse sa quanto resta? Lo faccia Lei il calcolo che di queste cose se ne intende. Caro Ministro del Welfare, siamo qui. Chissà quante volte ci ha visto in tutte le province del Veneto, compresa la Sua Treviso, con la penna e il block notes, o con il microfono e la telecamera che la intervistavamo. Giornalisti senza contratto, occupati a tempo e a pezzo, collaboratori che contribuiscono alla realizzazione di quotidiani stampati, tv, on line, in un sistema dell’informazione che sposta sempre più la professione outdoor e punta sempre più sullo sfruttamento e la precarizzazione degli “esterni”. Caro Ministro del Welfare, ci siamo. E vogliamo essere conosciuti e ri-conosciuti nella nostra dignità di lavoratori che se non saranno mai assunti come dipendenti, hanno il diritto di una paga certa e decorosa se non decente, di relazioni corrette e, sì, umane. Oggi per domani. Per noi e per i cittadini perché la qualità dell’informazione è un dovere ma è soprattutto un servizio. Caro Ministro del Welfare, ecco. Oggi siamo a Padova per confrontarci e per capire cosa e come possiamo fare per crederci ancora. Con il Sindacato e l’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Ma se La incontrassimo sarebbe tutta un’altra cosa. Cordialmente, Il Gruppo veneto freelance Re:Fusi Sindacato giornalisti del Veneto San Polo 2162 30125 Venezia Tel 0415242633 Fax 041710146 sigiorve@tin.it La cronaca dell'assemblea di Padova. L’appello del D-Day, la giornata della dignità dei freelance, ha avuto una risposta davvero entusiasmante: da Belluno, da Rovigo, da Verona, da Padova, da Treviso, da Vicenza, da Venezia. Per la prima volta, centocinquanta giornalisti collaboratori da tutto il Veneto hanno messo da parte divisioni e particolarismi e ieri nella sala dei Carraresi, in Fiera a Padova, si sono riuniti per sancire la costituzione di RE:FUSI, il Coordinamento veneto dei giornalisti freelance. Quelli che non sono potuti venire hanno inviato la loro adesione via mail e tutti possono continuare a farlo anche nei prossimi giorni. L’apertura – ad effetto – dei lavori è stata affidata a un video che, attraverso spezzoni di film famosi sul mondo della stampa, ha delineato il panorama vecchio e nuovo del giornalismo. Per chi non c’era e volesse vederlo basta andare su Youtube e digitare RE:FUSI (http://www.youtube.com/watch?v=TKrf_zjC2GM): un grazie sentito per questa “chicca” a Giacomo Cosua. Quindi è stata la volta di Martina Zambon, che ha spiegato la genesi, spontanea, che ha portato all’iniziativa, sottolineando la forza di un movimento che nasce dal basso e trova la possibilità di autoorganizzarsi nell’ambito del Sindacato e con il riconoscimento anche dell’Ordine. Il Sindacato e l’Ordine sono stati rappresentati dai vertici regionali. Daniele Carlon, Segretario del Sindacato, ha confermato la volontà dell’Associazione di essere punto di riferimento e volano delle attività dei RE:FUSI, i quali devono autogestirsi all’interno delle strutture sindacali per consolidare la propria rappresentanza professionale e sindacale, di fronte a editori che rifiutano la titolarità di mediazione ai CdR per quanto riguarda le istanze dei freelance. Gianluca Amadori, Presidente dell’Ordine, ha assicurato il pieno appoggio alle attività, nel rispetto dei ruoli dei singoli organismi di categoria, invitando fin d’ora a segnalare eventuali comportamenti lesivi della dignità dei freelance da parte di direttori o comunque di colleghi con mansioni direttive. Enrico Ferri, Vice Segretario della Fnsi, ha sottolineato "l'evoluzione delle norme europee e italiane sul lavoro aprono alla flessibilità, indebolendo le norme che tutelano il lavoro a tempo indeterminato e i contratti nazionali, ma nell'ambito di una serie di norme crescenti di protezione sociale dei lavoratori che perdono il posto, si riqualificano e rientrano nel mercato del lavoro anche dopo lunghi periodi in cui vengono protetti da sussidi di tutto rispetto. Questo in Italia non succede perché la legislazione ha indebolito e precarizzato il lavoro normato, ma non ha messo in campo vere norme di protezione sociale. A questo problema si aggiunge il fatto che i sindacati rappresentano il lavoro salariato non il lavoro autonomo. Anche noi della Fnsi abbiamo grossi problemi quando si tratta di rappresentare i giornalisti precari e autonomi (freelance, co.co.co., partite IVA) perché gli editori della Fieg ereggono un muro contro ogni proposta di adeguamento dei tariffari, affermando che noi non possiamo rappresentare i giornalisti autonomi. L'Inpgi e la Casagit hanno messo in campo norme di protezione sociale sanitaria e pensionistica per i giornalisti autonomi, ma il reddito da lavoro autonomo è ancora troppo basso perché gli si possa garantire una reale protezione. Comunque al Ministro del lavoro Sacconi al quale volentieri consegniamo la vostra lettera aperta, chiederemo di inserire anche il lavoro giornalistico autonomo tra i beneficiari del decreto anticrisi dai quali oggi sono esclusi". La lettera è stata poi consegnata dal Segretario della Fnsi, Franco Siddi, allo stesso destinatario, che si siederà al tavolo nazionale per la definizione degli ammortizzatori sociali per l’intera categoria, compreso il “lavoro autonomo”. Infine Alberto Zorzi ha illustrato le finalità del Coordinamento contenute in un documento statutario approvato all’unanimità. Il dibattito è stato stimolante e costruttivo. Al microfono si sono alternati colleghi che hanno portato la loro esperienza personale – Laura Tuveri, Alessio Antonini, Annamaria Schiano, Giuditta Bolognesi, Pietro Rossi, Gian Maria Maselli, Riccardo Solfo e altri – e la loro esperienza sindacale come Maurizio Bekar e Giovanni Battista Martellozzo, rispettivamente Responsabile del Coordinamento precari e Segretario dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, con la quale è stato avviato un percorso che porti a un Coordinamento freelance del Nordest, coinvolgendo anche il Trentino Alto Adige. Presenti anche l’Assostampa Padovana – il Presidente Claudio Baccarin con Riccardo Tagliapietra, Cristina Marchesi e Alessandro Mantovani – da tempo impegnata sul fronte del precariato e che, con l’indagine effettuata su scala provinciale sul mondo dei freelance, ha fornito lo spunto per l’analogo questionario regionale inserito fra le finalità dei RE:FUSI; l’Assostampa Veronese – la Presidente Paola Colaprisco – che ha supportato i collaboratori de L’Arena nel confronto con l’editore al fine di predisporre una piattaforma d’intesa su rimborsi, tempi di pagamento, compensi; l’Assostampa Veneziana – i consiglieri Alessandro Ragazzo e Michele Contessa – che col Sindacato regionale ha avviato un tavolo di discussione sulle condizioni dei collaboratori de La Nuova Venezia; il Gruppo Uffici Stampa del Veneto con il Presidente Guido Lorenzon. L’assemblea ha quindi nominato i componenti del “gruppo di lavoro” che, da statuto, dovrà organizzare in primis l’elezione degli organismi di rappresentanza dei RE:FUSI ed avviare l’attività del gruppo. Sono: Martina Zambon, Paola Vescovi, Alberto Zorzi, Michela Canova, Eva Purelli, Gian Maria Maselli, Pietro Rossi, Laura Pilastro, Giovanni Monforte, Lorenzo Zamponi, Davide Tamiello, Antonella Benanzato, Alessandra Sgarbossa. Infine, non mi resta che ringraziare tutti, per la partecipazione e per il lavoro, quello svolto e quello che rimane da svolgere per vincere la sfida. Perché ci siamo contati e… contiamo. Monica Andolfatto Giunta esecutiva sindacato veneto Comitato amministratore Inpgi 2 SINDACATO GIORNALISTI DEL VENETO GRUPPO VENETO FREELANCE RE:FUSI

@fnsisocial

Articoli correlati