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Fnsi 03 Mag 2004

Italia declassata in un rapporto Usa sulla libertà di stampa. Giulietti (Articolo 21): "Qualcuno vorrà attribuire questo rapporto all'azione del partito bolscevico internazionale?"

Italia declassata in un rapporto Usa sulla libertà di stampa. Giulietti (Articolo 21): "Qualcuno vorrà attribuire questo rapporto all'azione del partito bolscevico internazionale?"

Italia declassata in un rapporto Usa sulla libertà di stampa. Giulietti (Articolo 21): "Qualcuno vorrà attribuire questo rapporto all'azione del partito bolscevico internazionale?"

Secondo il rapporto di Freedom House, l'Europa occidentale continua a godere il piu' alto livello di liberta' di stampa nel mondo. Dei 25 paesi della regione, 23 sono considerati liberi, con l'Italia che si e' unita nel 2003 alla Turchia nella categoria dei 'parzialmente liberi'. E' la prima volta dal 1988 - nota il dossier di Freedom House - che i media in un paese dell'Europa occidentale (fatta eccezione della Turchia) vengono considerati 'parzialmente liberi'. Il dossier di Freedom House, un'organizzazione con base negli Usa fondata 60 anni fa da Eleanor Roosevelt, è disponibile on-line al sito 'www.freedomhouse.org', ed e' stato pubblicato in vista della Giornata Mondiale della Liberta' di Stampa il 3 maggio. E' il secondo anno consecutivo che Freedom House nota un declino della liberta' di stampa nel mondo. Il rapporto ha analizzato il livello della liberta' di informazione attribuendo tre tipi di valutazione: 'libero, parzialmente libero e non libero'. Dieci paesi, secondo Freedom House, hanno perso colpi in fatto di liberta' di stampa: oltre all'Italia, sono la Bolivia, la Bulgaria, Capo Verde, Gabon, Guatemala, Guinea Bissau, Moldavia, Marocco e Filippine. Due paesi soltanto, Kenya e Sierra Leone, hanno invece fatto passi avanti. "Nel giorno dell’approvazione della legge Gasparri - afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 - anche una grande associazione americana ha sanzionato l’Italia in materia di liberta`dell’informazione declassandola a paese semilibero. Ci auguriamo che nessuno voglia attribuire anche questo rapporto all’azione del partito bolscevico internazionale. Ironia della sorte la grande associazione si chiama “Freedom House”, ossia Casa delle Liberta`. Il rapporto sulla libertà di stampa tradotto in lingua italiana Il punteggio dell’Italia è sceso da “libera” a “parzialmente libera”come risultato di una alta concentrazione dei media e a causa dell’incremento delle pressioni politiche sulle fonti d'informazione. Stato: parzialmente libera Stato giuridico: 11 Ambiente politico: 13 Ambiente economico: 9 Punteggio totale: 33 Motivazione del cambio di stato Il punteggio dell’Italia è sceso da “libera” a “parzialmente libera”come risultato di una alta concentrazione dei media e a causa dell’incremento delle pressioni politiche sulle fonti d'informazione. I mezzi di informazione liberi ed indipendenti sono messi a rischio dalla interferenza del governo e dal più alto livello di concentrazione dei media in Europa. Questa tendenza è il risultato di 20 anni di amministrazioni politiche che hanno fallito nel riformare la cornice (ndr normativa) per un giornalismo indipendente e per l’accesso all’informazione. Nel 2003, in risposta alle richieste di riforma, i legislatori hanno introdotto la controversa cosiddetta Legge Gasparri, che avrebbe permesso l’incremento della proprietà incrociata di televisione e carta stampata. I critici asserivano, comunque, che il disegno di legge fosse cucito su misura per aggirare una decisione giudiziaria sfavorevole all’impero mediatico del primo ministro Silvio Berlusconi , in quanto avrebbe invertito una decisione che avrebbe forzato le società di Berlusconi a convertire la sua stazione tv, Rete 4, in un meno remunerativo canale satellitare. Il progetto di legge è stato approvato dal Parlamento, ma il presidente Carlo Ciampi lo ha sottoposto al suo veto a dicembre. In risposta, Berlusconi ha firmato un decreto che permetteva a Rete 4 di continuare la trasmissione terrestre fino ad Aprile 2004. Ci sono state molte proteste in relazione alle interferenze del governo nell’attività giornalistica quotidiana. Per esempio, alcuni giornalisti si sono lamentati che la copertura dei controversi commenti al Parlamento europeo a Luglio siano stati deliberatamente “ammorbiditi e tagliati”. Il direttore del Corriere della Sera, il più importante quotidiano, ha dato le dimissioni in maggio tra sospetti che avesse subito pressioni a lasciare per causa dei suoi rapporti tesi con rappresentanti del governo. Un giornalista è stato attaccato in Sicilia da un uomo non identificato in Agosto, dopo che aveva pubblicato un articolo su un traffico di droga locale, e colpi sono stati sparati a casa di un giornalista in Sardegna che era nel mirino per il suo lavoro. Le società della famiglia Berlusconi controllano le tre più grandi televisioni private e un quotidiano, come una significativa porzione del mercato pubblicitario. Parimenti come primo ministro, egli è capace di esercitare influenza sull’emittente di servizio pubblico radiotelevisivo, RAI, un conflitto di interessi che è uno dei più grandi nel mondo. Comunque la concentrazione è considerevolmente minore nella carta stampata che continua ad essere critica nei confronti del governo.

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