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Dibattito Fnsi 23 Ott 2010

L'assemblea del Coordinamento delle Associazioni riunitasi a Roma approva il documento congressuale e rilancia l'iniziativa del Capss per rafforzare e innovare il sindacato anche alla luce delle indicazioni emerse dal seminario degli enti Inpgi, Casagit

L’assemblea del Coordinamento delle Associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio ,riunitasi a Roma il 20 ottobre 2010 (con delegazioni da dieci regioni) approva il documento firmato dai segretari regionali e dai componenti di Giunta e Segreteria in preparazione del Congresso nazionale della Fnsi.

L’assemblea del Coordinamento delle Associazioni regionali di stampa per un sindacato di servizio ,riunitasi a Roma il 20 ottobre 2010 (con delegazioni da dieci regioni) approva il documento firmato dai segretari regionali e dai componenti di Giunta e Segreteria in preparazione del Congresso nazionale della Fnsi.

Il Coordinamento rilancia quindi la propria azione per rafforzare e innovare il sindacato unitario dei giornalisti. La giornata seminariale di Roma organizzata d’intesa tra gli enti economici della categoria – Inpgi, Casagit e Fondo integrativo – e la Fnsi ha fornito utili indicazioni e aggiornato soluzioni concrete su temi storicamente vicini all’esperienza del Coordinamento delle associazioni regionali di stampa:  difesa dinamica del welfare e dell’assistenza socio-sanitaria; azioni positive sul mercato del lavoro: dalla formazione ad incentivi mirati allo sviluppo di assunzioni a tempi indeterminato; attività di assistenza e consulenza territoriale. Il metodo di dare evidenza “pubblica” alle potenzialità dell’azione coordinata degli enti è utile per rafforzare analisi e strumenti di intervento in una fase difficile per il settore.        

 

La crisi dell’editoria è strutturale.

Il settore è sottoposto ad una trasformazione che investe il modo di acquisire, produrre, trasmettere e consumare informazione. Dopo una stagione di pesanti ristrutturazioni che sono intervenute principalmente mirando ad una riduzione dei costi,è necessario investire in innovazione dei prodotti, formazione e valorizzazione delle risorse umane. Il governo  deve mettere a disposizione del sistema  norme sui conflitti di interesse e risorse certe allocate in modo selettivo. La campagna sulla “legge bavaglio” ha dimostrato che il sindacato può unire intorno alla questione dei diritti un ampio schieramento. Una riforma delle regole di sistema è essenziale per tutelare il diritto all’informazione.

 

I giornalisti hanno respinto l’attacco al contratto collettivo nazionale, hanno difeso l’autonomia della professione e degli istituti di categoria. I diritti del lavoro però sono ancora sotto schiaffo. Il Capss ritiene che il sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani debba continuare ad  impegnarsi per la loro difesa. Questa sarà tanto più efficace quanto più rapidamente saranno superate le divisioni sindacali.

 

L’unità del sindacato e della categoria rimane il faro cui si ispira l’azione politica del Capss.

Il sindacato dei giornalisti deve impiegare la forza e il consenso che non sono mai mancati alla maggioranza che ha vinto la battaglia per  il rinnovo del contratto nazionale per dare voce ad un giornalismo professionale che non lavora più solo nelle redazioni dei giornali quotidiani e dei network televisivi.

 

VERSO UN NUOVO WELFARE DI CATEGORIA

 

Il Capss ritiene utile una progressiva integrazione tra enti previdenziali ed assistenziali (Inpgi, Fondo integrativo e Casagit). La media retributiva del settore tende a diminuire. Tale tendenza spinge il Welfare della categoria verso soglie critiche. Il fenomeno va affrontato e contenuto per tempo. Il Capss pone l’accento in primo luogo sull’aumento della contribuzione da parte degli editori, sulla razionalizzazione dei costi generali di gestione (economie di scala) e sulla progressiva convergenza dei servizi e in tendenza delle prestazioni.

 

DAL SINDACATO DEI DIPENDENTI AL SINDACATO DI  TUTTI I GIORNALISTI

 

Vogliamo un sindacato dei diritti e dei contratti, un sindacato di servizio e delle tutele per i più deboli, in primo luogo  i precari e i free-lance. Un sindacato radicato nei territori attraverso le Associazioni regionali di stampa. Un sindacato capace di rappresentare con la medesima efficacia tutti i giornalisti: da quelli della carta stampata (contratto Fnsi-Fieg) a quelli della piccola stampa periodica (accordo Uspi); dall’emittenza nazionale attraverso un coordinamento dei Cdr Rai-Mediaset-La7 a quella locale (contratto Aer-Anti-Corallo), dagli uffici stampa degli enti pubblici a quelli dei privati. Un sindacato destinato quindi a potenziare le attività di consulenza, servizio e formazione.

Oggi la Fnsi è solo in parte un sindacato di questo tipo. E’ ancora soprattutto un sindacato dei giornalisti dipendenti. L’accordo sul welfare del settembre 2007 e le delibere Inpgi del 2009 hanno esteso le tutele previdenziali. La Fnsi ha costituito la Commissione nazionale per il lavoro autonomo e firmato un’intesa  con l’Uspi che introduce un  tariffario. Si tratta di atti e passi importanti. Ma c’è molta strada da percorrere per raggiungere una rappresentanza piena ed efficace di tutto il lavoro giornalistico. Una più rigorosa selezione dell’accesso alla professione giornalistica trdiversxa Tutela e rappresentanza che potrà cogliere risultati tanto più significativi quanto più rapidamente troverà definizione la questione dell’accesso alla professione giornalistica. L’attuale sistema mette oggi a disposizione degli editori un inesauribile serbatoio di forze di lavoro di riserva. Ciò comprime il potere negoziale e ostacola iniziative sindacali dirette e autonome da parte di chi vive di collaborazioni e resta esposto al ricatto di compensi irrisori. E’ il tema urgente della riforma dell’Ordine dei giornalisti, riforma che da mesi fa polvere in Parlamento.

 

LA CENTRALITA’ DEL GIORNALISMO PROFESSIONALE E LE REDAZIONI

 

Un accresciuto potere negoziale del lavoro autonomo può concorrere a valorizzare il lavoro dei giornalisti dipendenti. Le redazioni sono e continueranno ad essere centrali nella catena del valore della notizia. Il settore è impegnato a riposizionarsi su un mercato che cambia, ma ciò che emerge con sufficiente chiarezza è la funzione del giornalismo professionale chiave di volta per programmare, sia pure su basi nuove, il rilancio dell’editoria italiana. La formazione e la valorizzazione delle risorse umane sono il terreno della sfida con la controparte, ma sarebbe miope per le stesse aziende insistere in programmi di corto respiro e mera riduzione dei costi che  dissipano valore. Dalla crisi si esce valorizzando il lavoro. Tale valorizzazione dovrà essere coerente con quel patto generazionale tra vecchi e nuovi colleghi che il Capss intende confermare.

 

 

IL MERCATO DEL LAVORO

 

Il reddito medio di un giornalista con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa è – stando agli ultimi dati disponibili - di 5 mila euro lordi all’anno. E di 9 mila euro quello riferibile ai giornalisti free-lance con partita Iva. Un giornalista su tre che lavora con contratto di natura subordinata percepisce meno di 30 mila euro. Le future politiche contrattuali dovranno perseguire con maggiore efficacia un riequilibrio a favore della componente più debole della professione che dovrà caricarsi anche il peso dell’uscita dalla crisi e della difesa dell’autonomia degli istituti di categoria. Negoziati sulla stabilizzazione dei Co.Co.Co, un’equa remunerazione del lavoro autonomo sono elementi che concorrono a rafforzare il presidio dell’area tradizionale del lavoro giornalistico.

 

L’ORGANIZZAZIONE DELLA FNSI

 

L’assetto organizzativo della Fnsi è tuttora sbilanciato sui contrattualizzati di area Fieg-Rai.

Tale assetto, carente a livello centrale, è inadeguato anche in relazione al trasferimento di competenze e risorse verso le Associazioni regionali di stampa. Le piccole associazioni a fronte di costi fissi crescenti ed entrate stabili (quando va bene), non dispongono delle risorse necessarie a corrispondere alle istanze degli iscritti, cresce il rischio di aree prive di adeguata assistenza sindacale. Il finanziamento degli sportelli free-lance da parte della Fnsi – per un controvalore di 70 mila euro – aveva rappresentato un forte impulso all’organizzazione del lavoro autonomo sul territorio. Il taglio di tale finanziamento – non rimpiazzato da alcun altro sostegno – ha fortemente penalizzato le piccole Associazioni regionali. Il Capss ritiene debba essere posto anche il tema dei giornalisti free-lance impegnati nelle strutture sindacali. Tale impegno comporta un sacrificio sul piano economico a fronte di un’incerta efficacia della tutela sindacale.

 Oggi il bilancio della Fnsi non è in grado di sovvenzionare le piccole Ars, tutelare adeguatamente i colleghi autonomi eletti nelle strutture territoriali e nazionali del sindacato. Il Capss ritiene perciò essenziale che il confronto congressuale verta anche su questi temi e dalle assise emergano proposte condivise sulla razionalizzazione dei costi e sul reperimento di mezzi freschi che spesino l’attività sindacale della Fnsi e delle Ars.

Il Capss ha elaborato alcune proposte relative anche  ad una riorganizzazione della Fnsi per potenziare il ruolo e l’autonomia negoziale dei segretari generali aggiunti, della Commissione Nazionale sul lavoro autonomo e del Dipartimento Formazione. Queste proposte sono  note e sono state illustrate nelle sedi istituzionali della Fnsi. L’istituzione di un ente per la formazione costituito per iniziativa della Fnsi e dell’Inpgi in base a quanto previsto dal contratto di lavoro giornalistico; la manovra sul welfare a partire dall’adeguamento delle aliquote a carico delle imprese editoriali; il radicamento della commissione nazionale sul lavoro autonomo con la garanzia di adeguati livelli di sostegno economico e tecnico-legale devono avere carattere prioritario.

Il Capss è disponibile al confronto avendo contezza che solo scelte coraggiose possono garantire il futuro del sindacato dei giornalisti.

 

Il Coordinamento delle associazioni regionali di stampa del Trentino Alto Adige, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Puglia.

Approvato all’unanimità dall’assemblea dei segretari e dei delegati riunita in Roma il 20 ottobre

@fnsisocial