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Associazioni 28 Mag 2010

Manifestazione pubblica a Venezia contro i bavagli alla stampa Ferri (Fnsi): “Se necessario torneremo in piazza e sciopereremo” Amadori (Ordine): “Una legge vergognosa, è censura preventiva”

"Se il provvedimento dovesse passare, risponderemo con losciopero e faremo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. E’ in gioco un pezzo di democrazia fondata sulla libertà di informazione che prima di tutto è patrimonio dei cittadini. Si tratta di una battaglia di civiltà al di fuori e al di sopra di qualsiasi interesse di casta”. Così Enrico Ferri, vice Segretario della Fnsi, ha sintetizzato le motivazioni della mobilitazione generale contro il ddl Alfano che di fatto attuerebbe una vera e propria censura preventiva delle notizie impedendo di scrivere una sola riga fino al termine delle indagini preliminari che in Italia durano in media dai due ai tre anni. Giornalisti, parlamentari, magistrati, avvocati, sindacati dei lavoratori e delle forze dell’ordine questa mattina hanno discusso a Venezia sui pericoli insiti in un disegno di legge unanimemente definito liberticida e lesivo di diritti costituzionalmente sanciti.

"Se il provvedimento dovesse passare, risponderemo con losciopero e faremo ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. E’ in gioco un pezzo di democrazia fondata sulla libertà di informazione che prima di tutto è patrimonio dei cittadini. Si tratta di una battaglia di civiltà al di fuori e al di sopra di qualsiasi interesse di casta”. Così Enrico Ferri, vice Segretario della Fnsi, ha sintetizzato le motivazioni della mobilitazione generale contro il ddl Alfano che di fatto attuerebbe una vera e propria censura preventiva delle notizie impedendo di scrivere una sola riga fino al termine delle indagini preliminari che in Italia durano in media dai due ai tre anni. Giornalisti, parlamentari, magistrati, avvocati, sindacati dei lavoratori e delle forze dell’ordine questa mattina hanno discusso a Venezia sui pericoli insiti in un disegno di legge unanimemente definito liberticida e lesivo di diritti costituzionalmente sanciti.

“Questo provvedimento almeno un miracolo l’ha compiuto, quello di unire tutti i giornalisti di destra e di sinistra” ha osservato Daniele Carlon, segretario del Sindacato giornalisti del Veneto, moderatore del dibattito a Palazzo Turlona organizzato da Fnsi, Ordine dei Giornalisti del Veneto e Gruppo Cronisti Veneti.

Gianluca Amadori, presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto ha ribadito "l'urgenza di difendere il diritto dei cittadini a essere informati", evidenziando che il ddl Alfano è "una limitazione fortissima all'informazione. Se questa legge passasse, così come è stata licenziata dal Senato, sarebbe davvero censura".

"Meno si sa e meno democrazia c'è” ha osservato  il senatore del Pd membro della commissione Giustizia Felice Casson che ha anche sottolineato come il ddl contro le intercettazioni, oltre a comprimere la  libera informazione, mini alla base le capacità di indagine giudiziaria di magistratura e forze di Polizia: “Qualsiasi discussione – ha detto – non può prescindere dal rispetto di quattro interessi costituzionalmente protetti: autonomia delle indagini, tutela della riservatezza delle persone, diritto di difesa e libertà di stampa”.

Contro i bavagli alla stampa si schiera anche il Procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio. "I giornalisti quando hanno una notizia, hanno il diritto/dovere di scriverla e pubblicarla. Per quanto riguarda questa legge guinzaglio - chiarisce il magistrato - la voce sarà univoca e unanime. E' una legge che ricorda quei bombardamenti strategici, in cui per colpire una caserma si radeva al suolo una città".

Per il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Venezia, Daniele Grasso l'utilizzo delle intercettazioni "è stato un metodo distorto d'indagine che il legislatore non intendeva venisse usato in questi termini. Spesso in Italia si finisce in galera come presunti innocenti e non è detto ci si rimanga da sicuri colpevoli".

Franco Maccari, segretario generale del Coisp ritiene che in Italia la mole di intercettazioni prodotte durante le indagini sia "commisurata alle esigenze del Paese".

Al termine Ferri e Amadori hanno ribadito che per  proteggere i cittadini dagli abusi  è necessario istituire con apposita legge il Giuri per la correttezza e lealtà dell’informazione.  Ferri inoltre ha rilanciato  la proposta della Fnsi di istituire

un’udienza “filtro” dove le parti del procedimento,  letta la documentazione decidono cosa è utile alle indagini e che quindi va reso pubblico e cosa invece non interessa l’accertamento della verità o riguarda terze persone e quindi va distrutto.

Hanno partecipato al dibattito: l'ex Procuratore generale Ennio Fortuna, il segretario regionale della Slc Cgil Salvatore Affinito, il segretario della Uil Veneto Gerardo Colamarco, il segretario della Cisl Venezia Lino Gottardello, il segretario provinciale Coisp di Venezia Francesco Lipari, il consigliere regionale del Pd Bruno Pigozzo, l'On. Andrea Martella (Pd).

Hanno aderito all'iniziativa: on. Beppe Giulietti (Pd), on. Giovanna Negro, senatore Marco Stradiotto (Pd), on Delia Murer (Pd), l'assessore regionale all'ambiente Maurizio Conte, l'assessore regionale all'agricoltura Franco Manzato, l'assessore regionale Daniele Stival (Lega Nord), la Presidente della Camera penale di Padova, Annamaria Alborghetti.

@fnsisocial

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