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Fnsi 19 Feb 2004

Polonia: Giornalista condannato a tre mesi di carcere per diffamazione di pubblico funzionario. Un precedente pericoloso per l’assetto democratico del paese

Polonia: Giornalista condannato a tre mesi di carcere per diffamazione di pubblico funzionario. Un precedente pericoloso per l’assetto democratico del paese

Polonia: Giornalista condannato a tre mesi di carcere per diffamazione di pubblico funzionario. Un precedente pericoloso per l’assetto democratico del paese

In crisi l’immagine della Polonia a soli tre mesi dall’ingresso nell’Unione Europea. Secondo quanto ha diffuso l’International Press Institute (IPI), Andrzej Marek, redattore capo del settimanale “Police News” – testata della città di Police nella zona occidentale del paese – è stato condannato a tre mesi di reclusione per offesa a pubblico funzionario. I fatti risalgono al febbraio 2001, quando Marek in una serie di articoli accusò Piotr Misilo – portavoce dell’Unità Promozione e Informazione del Consiglio Comunale della città – di aver ottenuto il posto grazie a ricatti ed estorsioni e di sfruttare la posizione pubblica per promuovere la propria agenzia pubblicitaria. Arriva ora, a tre anni dall’accaduto, una sentenza di condanna per diffamazione che – ha fatto sapere il tribunale distrettuale responsabile – potrebbe essere sospesa nel caso Marek offrisse sul suo giornale pubbliche scuse al funzionario offeso. Il giornalista, come appare ovvio, ha rifiutato. “Non vogliamo discutere sulla fondatezza o meno del contenuto degli articoli – fa sapere l’IPI – la cosa rilevante è che portare avanti un’azione penale per diffamazione è una seria violazione della libertà di stampa.” Per di più, una sentenza di questo genere vanifica il “diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee, attraverso ogni mezzo di comunicazione e senza limiti nella diffusione”, come proclama la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La vicenda, in sostanza, si pone come un pericolo precedente che può avere sviluppi devastanti sulla situazione dei media nel paese, incoraggiando i giornalisti all’autocensura. Sarebbe determinante quindi, rimuovere le leggi che consentono il procedimento penale, anche considerando che l’azione civile offre la massima possibilità di fare ricorso in caso di calunnia. E, aspetto non trascurabile, - aggiunge l’IPI –“proprio i pubblici funzionari hanno meno bisogno, rispetto ai comuni cittadini, di essere tutelati da questo genere di accuse. Ammesso che l’obiettivo sia il dibattito pubblico e libero, segno distintivo di una società democratica”. Fonte: Informazione Senza Frontiere Traduzione di Sara Mannocci

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