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Fnsi 03 Gen 2004

Rai: al via dal 3 gennaio la sperimentazione in digitale. Alla presentazione a Milano era assente il Presidente Lucia Annunziata. Bonatesta (An): "Il digitale va bene, ma serve un'offerta di qualità: vogliamo meno 'Isole dei famosi' e più Pi

Rai: al via dal 3 gennaio la sperimentazione in digitale. Alla presentazione a Milano era assente il Presidente Lucia Annunziata. Bonatesta (An): "Il digitale va bene, ma serve un'offerta di qualità: vogliamo meno 'Isole dei famosi' e più Piero Angela". Morri (Ds): "Il Governo lavora per una Rai asservita"

Rai: al via dal 3 gennaio la sperimentazione in digitale. Alla presentazione a Milano era assente il Presidente Lucia Annunziata. Bonatesta (An): "Il digitale va bene, ma serve un'offerta di qualità: vogliamo meno 'Isole dei famosi' e più Piero Angela". Morri (Ds): "Il Governo lavora per una Rai asservita"

Tre gennaio 1954: sullo schermo compare per la prima volta il logo Rai-Radiotelevisione italiana. La prima trasmissione va in onda dai padiglioni della Fiera di Milano ed è l'inizio di una fortunata era di trasmissioni televisive, quiz, telegiornali, giochi a premi, serate di intrattenimento culturale. Oggi, a 50 anni esatti di distanza, nello stesso luogo e alla stessa ora, le 10.55, la Rai ha dato il via alle "prove tecniche di trasmissione" dei propri servizi in digitale terrestre. Una sperimentazione che si concluderà il 31 dicembre 2006 quando, in base alla legge 66/2001, avverrà lo spegnimento del segnale analogico. Le trasmissioni Rai in digitale riguardano otto canali: Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, i canali Rai che attualmente sono visibili free ma tramite satellite (RaiNews24, RaiEducational e RaiSport) e, infine, due "canali in prova" che sono RaiDoc (servizi di intrattenimento culturale) e RaiUtile (che offre al cittadino servizi di pubblica utilità) attualmente in fase di sperimentazione presso un campione di 2000 famiglie. Inoltre altri due canali, poiché i due multiplex della Rai offrono la possibilità di trasmettere cinque canali ciascuno, saranno ceduti a soggetti terzi per garantire il pluralismo imprenditoriale, come sancito dalla legge. Alla cerimonia di inaugurazione a Milano hanno preso parte il ministro per le telecomunicazioni Maurizio Gasparri, il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo e il consigliere di amministrazione Rai Angelo Maria Petroni. Grande assente il presidente della Rai, Lucia Annunziata, la cui presenza era stata inizialmente prevista. Il mancato intervento dell'Annunziata, che già ieri aveva detto in una lettera di trovare "eccessiva nonché scorretta nei confronti del Consiglio la fretta e l'enfasi con cui si è deciso di dare l'annuncio della nascita di nuovi canali digitali", ha suscitato la reazione del ministro Gasparri, che ha subito detto di non saperne nulla e che, essendo presente un membro del Cda Rai, sarebbe stato opportuno chiedere a lui. "Oggi è una giornata di festa da celebrare, io lascerei perdere", ha poi aggiunto. L'assenza dell'Annunziata è stata, in qualche modo, bilanciata dalla massiccia presenza della truppa leghista, che ha quasi æcircondato il fortino'. Proprio a Milano, dove la Lega combatte da anni la battaglia per ottenere il trasferimento di una rete della Rai nel capoluogo lombardo, sono arrivati a sorpresa il ministro per le riforme Umberto Bossi e quello per la Giustizia Roberto Castelli. A loro si è aggiunto il senatore leghista Roberto Calderoni e, ma la sua presenza era stata annuniciata, il direttore del centro di produzione Rai di Milano Massimo Ferrario. E Bossi ha approfittato dell'occasione per ribadire che "questa legislatura non si chiuderà certamente senza avere ottenuto che una rete Rai vada a Milano". E' stato proprio Bossi a parlare del digitale come di "un vantaggio", che, però, contiene anche qualche elemento di rischio, come "il far perdere alla gente il senso della realtà" a causa di un nuovo prolungamento del tempo speso davanti alla televisione. Entusiasta, invece, il ministro Gasparri, che ha definito il digitale come "una sfida e un salto nel futuro". Per il ministro, visto che internet è riservato ancora a pochi, l'interattività offerta dal digitale darà il via a "una televisione più democratica, nonché federalista, visto che il digitale terrestre può essere tarato sulle singole province o, addirittura, sui comuni". Per usufruire dei nuovi servizi digitali sarà sufficiente comprare un decoder, già in commercio, per il cui acquisto è prevista una agevolazione statale di 150 euro su un prezzo complessivo di circa 300 euro: "Con il tempo - ha sottolineato Gasparri - sarà il mercato stesso ad abbattere i costi del decoder. Per ora c'è l'incentivo statale e sono stati stanziati 110 milioni di euro, bastevoli per incentivare l'acquisto di circa 800.000 decoder". Non sarà, invece, necessario cambiare il proprio apparecchio televisivo né la propria antenna. Dopo l'acquisto del decoder, infine, la fruizione dei programmi e dei servizi in digitale terrestre sarà gratuita. Il target, ha poi precisato Gasparri , è di vendere 150.000 decoder entro la fine del 2004. (Apcom) Bene il digitale terrestre ''ma il nodo e' l'identita' del servizio pubblico''. Saluta cosi' l'avvio dei nuovi canali digitali il componente di An in commissione di Vigilanza Rai Michele Bonatesta che aggiunge: ''Se la Rai si ostina pervicacemente ad ammorbarci con i reality trash, allora non ci siamo: vogliamo meno 'Isole dei famosi' e piu' Piero Angela''. Per Bonatesta, ''per evitare che il cinquantesimo compleanno della Rai finisca per essere un mero momento autocelebrativo senza costrutto, occorre far si' che tale significativa ricorrenza costituisca l'occasione per interrogarsi e riflettere non solo sulle possibilita' offerte dalle nuove tecnologie, ma anche e soprattutto sulla natura e sulla missione del servizio pubblico nel panorama televisivo attuale, sulla funzione e sull'identita' della tv di proprieta' di tutti gli italiani nel rapporto con quella privata e commerciale''. L'offerta della televisione italiana, sostiene l'esponente di An, ''si caratterizza per l'omologazione e per l'appiattimento: sembra quasi che Rai e Mediaset, per stare ai due principali soggetti in campo, abbiano una sorta di palinsesto unico''. Il fatto e', sottolinea Bonatesta, che ''la Rai, sempre piu' spesso e sempre piu' volentieri, propone gli stessi programmi, lo stesso linguaggio e gli stessi contenuti della tv commerciale, inseguendo quest'ultima sul suo terreno, che e' quello della ricerca dell'audience costi quel che costi''. Con il risultato che ''non pochi tele-contribuenti sono legittimati a chiedersi per quale ragione debbano sborsare dei quattrini per vedere sulla Rai quelle trasmissioni che sulla tv privata vedono gratis''. (ANSA). Fabrizio Morri, responsabile Informazione dei Ds, accusa il Governo di lavorare per "una Rai asservita" e esprime apprezzamento per la scelta di Luzia Annunziata: "Bene ha fatto la presidente della Rai - dichiara - a disertare la cerimonia di presentazione del digitale terrestresvoltasi questa mattina a Milano, divenuta uno spot propagandistico dell'ala più oltranzista (Lega e Gasparri in testa) del governo Berlusconi". "Ci si sarebbe aspettati - lamenta Morri - l'avvio di una riflessione seria sulla storia e sul ruolo della Rai nel nuovo secolo; ci si sarebbe aspettati dal Direttore generale e dal Ministro idee e proposte per erstituire alla principale azienda culturale del Paese il compito che le spetta di 'casa' degli italiani. Invece - prosegue - emerge un'irresistibile concezione proprietaria fino al paradosso rappresentato da un partito come la Lega che col 3% dei voti ritiene di essere proprietaria di una rete twlevisiva nazionale, pagata naturalmente dai contribuenti. Così come continua il silenzio sulla gestione ormai inqualificabile del Tg1 di Mimun che si sente il principale servitore di Arcore". "E' ormai evidente - conclude Morri - che gran parte di questo governo lavora per una Rai asservita, col minor tasso di pluralismo possibile, mentre al contempo si opera per garantire ogni successo alle reti private del Presidente del Consiglio". (Apcom)

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